Rock Levante. O meglio… Rap Levante
Questo mese con Rock Levante vi portiamo alla scoperta din una delle scene underground del panorama nipponico, facendo una breve panoramica della scena rap e hip-hop del paese.
Il primo pensiero che viene in mente, senza dubbio, è quello della lingua. Il giapponese è una lingua molto impostata dal punto di vista grammaticale e con suoni duri, ma gli MC che si sono cimentati con ottimi risultati sono numerosi, e in questa sede ne vedremo alcuni.
Iniziamo con uno dei punti di riferimento, Ryuzo. Inizialmente membro della Meguma MCs crew, Ryuzo si è fatto un nome come solista quando nel 2005 lanciò il suo primo singolo: “Reloaded”, autoprodotto con la casa discografica di cui è CEO, la R-Rated.
Il successo arriva con “MESSAGE” del 2013, che contiene brani come “Hate my Life” e “Bonnie and Clyde”, ma già due anni prima, con “HAZARD” aveva gettato le basi con brani che successivamente sono entrati tra i classici del genere. Fra tutti “Lonely”
Ryuzo – Lonely
https://www.youtube.com/watch?v=9v26rJtQDIw
Rapper della tradizione autocelebrativa e con tendenze al gangsta, spesso si lascia andare anche ai sentimenti, come in questo brano dove racconta la sofferenza per una relazione finita, e di quanto sia difficile vivere senza la propria amata.
Sempre nella vecchia guardia, troviamo Anarchy, rapper di Osaka attivo anche come attore e regista. Rappresentato dalla R-Rated Records di Ryuzo, anche l’MC proveniente dal Kansai, si è affermato nella scena con i suoi testi piccanti e saporiti, come la cucina della sua regione.
Anarchy – Fate
https://www.youtube.com/watch?v=P4_HwzxnG0I
Il suo passato nella gang di motociclisti Bosozoku, è la base della vena gangsta che salta all’occhio nei suoi video, ma i suoi testi non sono solo autocelebrativi. Come suggerisce il suo nome, Anarchy si scaglia spesso contro l’establishment e contro il governo giapponese, caratteristica che lo relega obbligateriamente nella scena underground. Ma il suo rap non ha nulla da invidiare ai rapper più mainstream che anzi, in molti casi, mancano di quella credibilità che, in un contesto come questo, solo la strada ti sa dare.
Per chiudere, introduciamo brevemente un trio molto particolare: i PSG.
Stile leggermente più soft, ma livello qualitativo di egual spessore dei due MC precedenti i PSG propongono basi molto più elaborate, elettroniche, con arrangiamenti ben curati, e parti strumentali sostanziose, che si alternano al loro cantato, che fonde il classico rappato a intermezzi di falsetto e controcanti molto ben fatti.
PSG – Nemurenai (寝蒸れない)
https://www.youtube.com/watch?v=7oMF9xlO93U
“Nemurenai” (letteralmente “non riesco a dormire”) è solo uno dei tanti brani che compongono “David”, album molto interessante dal punto di vista strumentale. Questo singolo rappresent uno delle poche tracce interamente cantate.
Altri pezzi come “Yes” o “Aishitemasu” (愛してます: “Ti amo”), sono interamente strumentali, con qualche gorgheggio e assolo vocale davvero notevole.
Se volete approfondire il rap giapponese, questa potrebbe essere una buona base di partenza.
Fino alla prossima… Sayonara!
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Pubblicato il: 09/04/2023 da Matteo Giacchè