Bruce Springsteen – “NEBRASKA” Album da (RI)-scoprire.
Nel 1982 Bruce Springsteen era già affermato e amato da migliaia e migliaia di persone.
Difatti 7 anni prima era uscito l’acclamatissimo “Born To Run”,
e soltanto 2 anni prima,
il doppio “The River”.
Per un self-made man,
che ricorda le sue radici, da dove proviene, la sua storia e il suo percorso della sua vita, adesso, dopo il glamour, i fasti e la popolarità,
é ora di fare i conti con tutto quello di reale, duro, scarno, malato, forte, oscuro che c’è, appunto,
nella vita vera delle persone comuni.
Ed è su questi presupposti che il cantautore americano si ritira in una fattoria in quel di Colt Neck,
nel suo New Jersey.
Solo,
accompagnato soltanto da una chitarra acustica, un armonica e la sua voce,
registrerà 10 tracce,
su un Tascam 4 piste,
convinto di avere le versioni demo di questi brani.
Dopo aver provato con la sua fida E-Street Band vari arrangiamenti,
capisce che su quei testi duri, sinceri e coraggiosi,
va bene lasciare il tutto così com’è.
Ed è proprio così che il 30-09-1982 uscirà
NEBRASKA.
In questo lavoro Springsteen si ispira ai suoi modelli,
Woody Guthrie, Hank Williams, Johnny Cash e Bob Dylan.
Gia dalla copertina capiamo che siamo di fronte ad un qualcosa che sarà un pungo nello stomaco,
sia per chi si aspetta similitudini con i lavori precedenti, sia per i temi trattati.
Disperati, fuorilegge, assassini, serial killer..
Una foto in bianco/nero
fatta dall’abitacolo di un auto, o più probabilmente un pick-up,
mostra un cielo tetro, oscuro,
che intimidisce.
I colori intorno sono soltanto il nero e il rosso delle scritte,
rispettivamente,
nome autore e titolo del disco.
L’album si apre con la Title-Track,
ispirata ad un fatto realmente accaduto:
tra il 1957 e il 1959 una coppia di giovanissimi,
Carl Startweather e la sua fidanzata
Caril Ann Fugate,
uccisero 11 persone tra Nebraska e Wyoming.
Nel testo Springsteen da voce al ragazzo, che davanti al giudice non è affatto pentito, anzi, rivendica il divertimento ad eseguire tali gesti.
“Highway Patrol”,
tratta di due fratelli, uno poliziotto, l’altro assassino, e nella storia raccontata, alla fine di una mattanza, il fratello poliziotto lascerà scappare suo fratello in Canada, così da rimanere libero per il resto della sua vita.
Non vince l’autorità, non vince lo stato con le sue leggi, ma l’empatia e la fratellanza.
“Mansion Hill” & “Used Cars”
raccontano delle difficoltà economiche, del vivere da indigenti, e tutto quello che ne consegue, in una società dove se non hai il denaro necessario, sei posto nell’ultima gradino della scala.
“Johnny 99”,
altra storia truce, dove un uomo, in preda ai fiumi dell’alcool,
perché ha perso il lavoro ed è pieno di debiti,
uccide un guardiano notturno.
Non c’è nessuna salvezza, nessun posto dove andere, la parola “nowhere” viene ripetuta varie volte all’interno di più canzoni.
L’album più intimo e più vero e poetico di chi nel successivo
“Born in The USA”* (1984),
salirà sul tetto del mondo.
*Tra i brani composti per Nebraska,
ve ne era una che parlava di un reduce del Vietnam e del suo difficile ritorno a casa.
Dove lo Stato lo aveva dimenticato, dopo averlo mandato a rischiare la vita a migliaia di km lontano da casa.
Il brano venne scartato ma 3 anni dopo divenne, non solo il successo globale, che, credo tutti conoscano.
Ma soprattutto,
da brano di denuncia,
venne abilmente trasformato in un inno patriottico dal governo Reagan.
Ascolto consigliato in penombra, o anche al buio completo.
Enjoy
✨🖤✨
Riporto le note di David Micheal Kennedy, ossia il fotografo che scattò la foto che poi divenne la copertina di Nebraska.
David Michael Kennedy recalls:
“The cover shot was taken from the window of an old pick-up truck in the dead of winter. I was on a road trip, and my girlfriends brother was driving. We were in a super great snow storm and within minutes of this shot the storm hit hard and we were in total white out for hours. I thought that image might be my last! This was in the winter of 1975 and I had just finished a rough couple of months in New York City. I decided to take a road trip and have a bit of Rest and Relaxation. At that time I was doing a lot of fashion and advertising work as well as beginning to shoot covers but I really needed to get back to my roots and just do some images for me. So off on the road I went.”
Pubblicato il: 11/04/2024 da Alessandro Cola