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MEGADETH – LIVE @ ALCATRAZ – 17-06-2024 MILANO

MEGADETH – LIVE @ ALCATRAZ – 17-06-2024 MILANO

Ieri sera (oggi che scrivo è mercoledì 18 giugno), nell’unica data italiana del tour

“CRASH THE WORLD”,

svoltasi all’Alcatraz di Milano, andata sold-out già da diversi mesi, il sottoscritto, insieme ad altre 3.000 persone, ha assistito a una grande e bella serata. Sembrava di essere tornati indietro nel tempo, quando i concerti Thrash-Metal erano qualcosa di oltraggioso, ribelle, quando erano furiosi e per certi versi anche pericolosi. I concerti old-school, quelli degli anni di gloria di questo genere.

Per me è iniziato tutto nel primo pomeriggio, avendo preso parte, lavorando, ai vari step del Meet&Greed. Dalle 16:00 consegnando del Merchandising speciale per chi aveva preso gli Upgrades-Tkt, ossia T-shirt, Poster, borsa di tela + Pass laminato. Subito dopo, verso le 18, c’è stato il Photo-Up, con i membri della band.

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Questo è quello degli addetti ai lavori 🙂

Alle 20:00 si comincia invece con la musica vera e propria, dove i GAME-OVER, formazione Thrash nostrana, scaldano la venue con il loro Thrash-Metal senza fronzoli. Bravi ragazzi, anche per come hanno tenuto il palco durante il loro set.          Ma con un Monicker del genere, che ovviamente richiama i gloriosi NUCLEAR-ASSAULT, non poteva essere altrimenti.

Si arriva così alle 21:00, orario previsto per l’entrata degli Headliner. Con qualche minuto di ritardo parte la breve intro cui viene agganciata l’opener “The Sick, The Dying… And The Dead!”.

Si parte subito con il botto, tanto che la transenna lato destro che delimitava lo spazio tra la gente e il palco, sembra cedere. Arrivano di corsa membri della security, membri dello staff dei Megadeth: la transenna sembra non si riesca a tenere. Nel mentre, decine di persone, ragazzi, metal-head, giovanissimi, ragazzine, adulti, di tutto e di più, si fanno tirare fuori dalla calca, forse presi alla sprovvista da quello che da subito si è creato in mezzo alla massa di gente. Dopo qualche minuto di delirio, sembra che la transenna tenga, anche perchè rinforzata con diverse fasce per tenerla stretta al resto della struttura.

La band sembra da subito in formissima, rodata al punto giusto, anche perché questo tour è partito in aprile dal Canada, quindi sono già diverse le date avvenute prima di approdare nella città meneghina.

Se dalla prima song sembrava già essersi scatenato l’inferno, quando parte  “Hangar 18” l’Alcatraz sembra il “Riverside-Park” nel fim “I Guerrieri della Notte”, dove si tiene la riunione di tutte le gang della città ed avviene la sparatoria che uccide Cyrus. Ecco, subito dopo quello che vedete nei “Warriors”, è più o meno quello che è successo nei quasi 6 minuti del brano estrapolato dal capolavoro senza tempo che risponde al nome di “RUST IN PEACE” (1990), e che, non fa mai male ricordarlo, riporta uno degli Artwork più belli e significativi, anche politicamente parlando, della scena Thrash di allora. Grafica iconica che fu opera del genio di Ed Repka (Nuclear Assault, Dark Angel, Circle Kerks, Ludichrist, Death, Vio-Lence, EvilDead, Massacre, Biohazard and many many more…)

Ovviamente l’atmosfera si faceva incandescente con le song più rappresentative. Immaginate la temperatura come saliva quando sono partite “Countdown to Extinction”, “Symphony Of Destruction” o anche “Sweating Bullets”.

Altro momento di vera ecstasy collettiva è stato quando si è arrivati a “Tornado Of Souls”, ovviamente proveniente sempre da quell’album imprescindibile citato poc’anzi.

Un brano cantato praticamente da tutti i presenti. Stessa cosa successa per “Peace Sells…”.

MegaDave sul palco è sempre lui. Si capisce benissimo quanto ha nel sangue quello che fa per vivere.

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Dedizione assoluta!

Mentre una volta giù dal palco l’ho trovato, contrariamente a quello che da sempre sappiamo, di una umanità, gentilezza e dolcezza quasi disarmanti. Sarà perché oltre tutto quello che ha passato nella sua vita, una delle sue ultime battaglie lo ha visto lottare contro quel male infame che si chiama cancro, per di più alla gola. E difatti, da vicino, traspare anche una certa fragilità.

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Vic-RattleHead gioca e diverte coloro che hanno aquistato i VIP-Tkt.

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Questo è il banco-merch con solo materiale preso e firmato direttamente dalla band.

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Tirando le somme è stato più che un ottimo concerto. Non per niente stiamo parlando di una delle formazioni più importanti e rappresentative in un intero genere che oramai vanta diversi decenni di vita, per la precisione ben 4.

E anche se di membro originale c’è solo Dave Mustaine, del resto i Megadeth sono sempre stati la sua creatura, così come hanno sempre cambiato tantissme line-up, rimanendo stabili soltanto tra il 1990 e il 1998, e non a caso, in quel periodo, fecero uscire quelli che ad oggi sono considerati tra gli album più importanti della loro lunghissima carriera. Sicuramente quelli che hanno venduto di più. Mi riferisco, oltre al già citato “Rust In Peace” (qui credo che abbiamo il più alto livello tecnico unito alla pura essenza del Thrash-Metal, l’album che ha unito critica e pubblico), ma anche a “Countdown To Extinction” (che se qualcuno lo considera commerciale, io, e non solo, lo trovo fantastico).

La line-up di ieri sera è stata super affine, una bella macchina da guerra. Al basso Jeff LoMenzo che aveva già fatto parte della band dal 2006 al 2010 e che vanta diverse esperienze nel campo musicale anche con gente del calibro di Zakk Wilde (non solo con i Black Label Society dello stesso Zakk ma anche i Pride&Glory). Il batterista Dirk Verbeuren che vanta una lunga esperienza in ambito Grind/Death (Scarve, Aborted, Cadaver, Mortuary, Soilwork etc.), e si sente.. E per finire l’ultimo arrivato, Teemu Mäntysaari, finlandese, nato nel 1987 e quindi giovanissimo (basti pensare che in quell’anno i Megadeth erano già belli che avviati, avendo già fatto uscire il loro esordio, “Killing…” nel 1985 e “So, So Good, So What…” nel 1986), ma che è veramente una ventata di freschezza, grinta e professionalità.

Insomma, per concludere, nel 2024, i MEGADETH non solo sono vivi e vegeti, ma fanno dei live ancora da pelle d’oca. E chi ieri sera era presente può soltanto confermarlo.

 

 

Pubblicato il: 19/06/2024 da Alessandro Cola