Lancillotto e Ginevra
Visti in prima visione, la rubrica curata dal nostro esperto cinefilo Marcello Gerardi, si occupa di Lancillotto e Ginevra di Robert Bresson.
Incaricato da Re Artù di cercare il Santo Graal, Lancillotto torna sconfitto e con gravi perdite. Vorrebbe sciogliere il vincolo di amore con Ginevra moglie del re, per devozione verso di lui ma lei rifiuta. Il re viene però a sapere dell’adulterio e la rinchiude in una torre. Lancillotto la libererà ma lei sceglierà di ripristinare il vincolo coniugale e lui, nello scontro col re ed i suoi cavalieri, cercherà e troverà la morte.
Rileggendo il romanzo allegorico del Graal, uno dei modelli culturali più importanti della cultura occidentale, Bresson crea la sua opera più ambiziosa e costosa; il mito dei Cavalieri della Tavola Rotonda viene spogliato di ogni aura mitologica e fantastica e si disvela per ciò è: violenza, rumore di ferraglia, silenzio, morte. La storia viene vista come eterna esplosione di brutalità e di orrore, senza alcuna speranza di redenzione. Un film quasi ascetico, ma che colpisce per la sua originalità e la sua cupa disperazione.
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