Quel pomeriggio di un giorno da cani
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Tre giovani disadattati, reduci dal Vietnam, assaltano una banca di Brooklyn: uno si defila subito, due rimangono intrappolati con gli ostaggi, e subiscono un lungo assedio da parte della polizia. L’esito sarà sanguinoso. Un’opera fondamentale, uno spaccato acuto e profondo della New York anni settanta, con tutte le sue contraddizioni e varie tipologie di personaggi, realizzato con una particolare cura dell’ambientazione. Si ispira ad una reale rapina avvenuta nell’agosto 72. Film appassionante, con una forte critica sociale, propria della “New Hollywood” di quegli anni. Al Pacino, superlativo, istrionico, ci regala una delle sue più geniali interpretazioni, ma tutti gli interpreti entrano perfettamente nel loro ruolo. Lumet, regista colto e di grande impegno civile, in una delle prove migliori.
Visti in prima visione, la rubrica curata dal nostro esperto cinefilo Marcello Gerardi, si occupa di Quel pomeriggio di un giorno da cani di Sidney Lumet.
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Tre giovani disadattati, reduci dal Vietnam, assaltano una banca di Brooklyn: uno si defila subito, due rimangono intrappolati con gli ostaggi, e subiscono un lungo assedio da parte della polizia. L’esito sarà sanguinoso. Un’opera fondamentale, uno spaccato acuto e profondo della New York anni settanta, con tutte le sue contraddizioni e varie tipologie di personaggi, realizzato con una particolare cura dell’ambientazione. Si ispira ad una reale rapina avvenuta nell’agosto 72. Film appassionante, con una forte critica sociale, propria della “New Hollywood” di quegli anni. Al Pacino, superlativo, istrionico, ci regala una delle sue più geniali interpretazioni, ma tutti gli interpreti entrano perfettamente nel loro ruolo. Lumet, regista colto e di grande impegno civile, in una delle prove migliori.
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