Intervista a SAOR//Glitch Society, la nuova scena horror di Roma
Venerdì 11 maggio 2018 è stato ospite di Karol aka Skatèna, durante la puntata di DAL BASSO su Radio Città Aperta, Cristhian Ballena // SAOR Glitch Society.
Ecco il podcast con l’intervista, durante la quale abbiamo ascoltato alcune tra le sue autoproduzioni REALHARDCORETRAP in collaborazione con Manuel Zanotti // Nuhell e Niccolo Spinosi // Dj Spinhell Aka Black Oktober
Se volete saperne di più su SAOR e conoscere la sua musica, vi consiglio di visitare il suo profilo Instagram.
Sul canale Youtube di Glitch Society trovate anche il suo mixtape (per la riproduzione del video che segue, è necessario confermare di aver compiuto 18 anni).
Di seguito, una delle tracce ascoltate in diretta radio e prodotta da Dj Spinhell Aka Black Oktober
Purtroppo Saor è stato trovato morto in Via Anassimandro a Torpignattara la notte di sabato 18 maggio 2019.
Un estratto di quanto riportato da Repubblica il 20 maggio 2019:
Fondando la sua Glitch Society, nel 2017, aveva creato un ibrido musicale, una scena alternativa all’interno della trap italiana, anello di raccordo con il punk-hardcore. I suoi testi, crudi, controversi, dominati da sonorità che lui definiva “horror”, riflettevano la durezza, ma anche la carica vitale della strada che lui conosceva bene. Ma per il rapper e writer Saor, 29 anni, la fine del suo progetto musicale è arrivata troppo presto.
Il peruviano di seconda generazione, cresciuto sulla Casilina in zona Giardinetti, è stato trovato senza vita domenica mattina intorno alle 4:30, disteso a terra in via Anassimandro, quartiere Tor Pignattara. Si è accorta di lui una residente, affacciandosi dal balcone. A identificarlo i carabinieri della compagnia Casilina, giunti sul posto. Si ipotizza un malore, ma è stata disposta un’autopsia per chiarire le cause del decesso. Non è ancora nota la data dei suoi funerali.
Nonostante Saor, all’anagrafe Christian Ballena, volesse “far uscire la parte oscura della trap”, nel suo cuore albergava il ragazzino di una volta, tanto innamorato dei dinosauri – il suo preferito era il T-rex – da scegliersi a 15 anni lo pseudonimo Saor. Treno dopo treno e muro dopo muro è emerso come uno degli ultimi “storici” writer romani. C’è una sua canzone, la più nota, intitolata “Casino der Casilino” in cui racconta le sue giornate da bomber “in mezzo ai treni e fra i palazzi”, vestito con “pantaloni stretti da scavalco…North Face e bomberino, scodella, motorino”. Una testimonianza dei “vecchi tempi” prima dei social, divenuta l’inno dei writers di Roma.
Da 9 anni Saor era anche tatuatore. L’ultima immagine che compare sul sui profilo Instagram è quella di una testa di Medusa “metà diavolo metà donna”: un disegno preparatorio tra quelli che avrebbe realizzato a Firenze, dove era stato ospite in uno studio e da cui era appena rientrato.
“Era bravo a fare rap, a tatuare, a dipingere questa città – lo ricorda il rapper Faida, esponente della formazione NuovaRoma – aveva un carattere esuberante, quando entrava lui la stanza s’illuminava. Non a caso aveva un successo con le donne che è entrato nel mito. A Roma lo conoscevano tutti, aveva unito il mondo della tekno dei vecchi rave con quello dei graffiti, quello del rap old-school con la trap. Mondi spesso divisi, che però in lui coesistevano”. “E forse questo lo faceva sentire solo – aggiunge Aurel, anche lui di NuovaRoma e molto vicino a Saor – nonostante le apparenze era un buono, molto sensibile, uno di quelli sempre disposti ad aiutare gli altri, ma allo steso tempo era una persona fragile”. In alcune sue canzoni, più recenti, come “Dentro una Cadillac” o “La droga”, emergono impietose fotografie sull’abuso di farmaci e droga, di vite divise tra amore e rabbia, dove la voglia di andare avanti si ostina a celarsi dietro a un nichilismo ostentato.
Attraverso la conoscenza di Sick Luke, noto producer romano, Saor aveva assistito alla nascita della musica trap, a cui poi, fondando l’etichetta indipendente Glitch Society, si sarebbe sempre più avvicinato abbandonato il rap old school. “Ricordo che nel 2014 Sick Luke disse che si stava vedendo con dei ragazzi che facevano trap e gli stavano comprando i beat”, diceva il rapper lo scorso luglio a Cinque Colonne magazine. Quei ragazzi erano la Dark Polo Gang, poi divenuta una delle prime più note formazioni nel genere a livello nazionale.
Saor si è avvicinato alla musica frequentando con alcuni compagni delle superiori lo studio di registrazione Acw (Anti corps warrios) di Centocelle, passando dal rap militante con Boez (anche lui scomparso, rapper dei Sangre Brigante, ndr), fino alle infinite possibilità di contaminazione che offre la trap. Ma è sempre rimasto legato alle origini, sia nella musica che nei graffiti. “Spero che voi ragazzi del futuro facciate come me – auspicava in un testo da lui scritto per il progetto Behind the writer – rispettate i più antichi writers e ditegli anche grazie anche perché sennò ora non facevate nulla!”. Gli amici di NuovaRoma stanno già muovendosi per organizzare una serata in suo ricordo, così come i writer (e rapper) suoi ex compagni di crew. Che ha un nome che davanti alla scomparsa di Saor suona tristemente profetico: Die Young Click.