Cronaca di una tragedia nazionalpopolare
Prologo: Nella puntata del 14 Maggio de LA COSCIENZA DI UNO SPEAKER tra i contributi sonori inseriti in scaletta è andato in onda l’audio del tentato suicidio al Festival di Sanremo. Alcuni ascoltatori mi hanno scritto cose come “Nooooo! Che hai tirato fuori, l’avevo rimosso!” o “E’ successo veramente?” e infine “Ho trovato il tuo numero nei cessi dell’autogrill sulla Salerno-Reggio Calabria..“. Per tutti questi motivi ho deciso di raccontare quei momenti drammatici. Perchè la memoria collettiva va (non sempre) tutelata.
23 Febbraio 1995. Quarantacinquesima edizione del Festival di Sanremo. Terza serata: 10 campioni e 8 nuove proposte. E’ l’anno in cui Toto Cotugno, “l’eterno secondo“, si posiziona al n°17 della classifica del Festival, o Festivàl, con il brano Voglio andare a vivere in campagna (ma non è questa la tragedia presente nel titolo dell’articolo).
Tra Neri Per Caso, Andrea Bocelli, Giorgia (vincitrice con Come saprei) e i Take That, arriva il dramma. Dramma in eurovisione. Un uomo intorno ai 35-45 anni, carnagione chiara, moro, con indosso un maglione talmente brutto da riuscire a superare quelli di Stevie Wonder, siede sul bordo della galleria del Teatro Ariston e minaccia il suicidio.
Momenti di panico, caos e imbarazzo. La regia del programma non stacca, le telecamere continuano a riprendere, non arriva la pubblicità, tutto regolarmente in onda, in diretta. La disperazione e lo sconforto sembrano ormai aver conquistato Sanremo, Ospedaletti, Ceriana e buona parte d’Europa, si attende da un momento all’altro l’unica fine logica e dignitosa per un gesto come quello: lanciarsi nel vuoto.
Ma la vita e il destino non hanno fatto i conti con Pippo Baudo.
Il suo abito, classico ma elegante, diventa agli occhi di noi tutti il costume più bello che la storia dei fumetti e super-eroi abbia mai creato, nonostante la cravatta alla Rico Tubbs di Miami Vice. La cartellina da presentatore (che lo seguirà durante tutto lo svolgimento del dramma) è la sua bat-cintura. PB (a favore di telecamera) si fa largo tra la folla (a favore di telecamera), dal palco raggiunge la galleria (a favore di telecamera), prosegue dritto e sicuro mentre tutti gli uomini delle Forze dell’Ordine e della sicurezza (a favore di telecamera) si aprono come i portafogli dei fedeli a Pietrelcina, facendo passare PB in mezzo a un tunnel umano (a favore di telecamera). Una volta giunto, PB scavalca (a favore di telecamera) la ringhiera della balconata (a favore di telecamera) e raggiunge il pover’uomo (che avrebbe avuto il tempo di buttarsi e risalire almeno tre volte prima che PB arrivasse da lui).
Le prime parole che Pippo Baudo rivolge al suicida (aspirante) sono: “Qual è la ragione?”. Baudo si offre come negoziatore. Mentre l’uomo blatera una serie di lettere senza senso che dovrebbero, in teoria, formare una parola/frase (tra cui “Pippo mi butto”), Pippo Baudo si rivolge nuovamente a lui. Stavolta cerca di stabilire una vicinanza emotiva, affettiva e in parte anche sessuale: “Vieni qui, dammi un bacio”. Parole forti in una situazione forte. Da quel momento tutto cambia. Pippo Baudo e l’uomo si abbracciano (fondamentalmente Pippo Baudo tira a sé l’uomo con una morsa stile Randy The Ram Robinson). Continuano a parlare (a favore di telecamera) e Pippo Baudo lo stringe talmente bene, che la testa dell’uomo si posiziona sul torace del presentatore in modo quasi botticelliano, con la bocca perfettamente in linea con il microfono di Pippo Baudo. Grazie a questo intervento divino e grazie ai tecnici audio che non hanno pensato nemmeno per un secondo “forse è il caso che chiudiamo i microfoni la situazione non è bella”, tutti abbiamo potuto sentire lo scambio di parole avvenuto quella notte. Compresa la garanzia di Pippo Baudo di non far arrestare l’uomo. “Fidati, ti dò la mia parola!” tuona lo storico presentatore RAI. Alla fine, purtroppo, il tutto si è concluso in modo assai banale: l’uomo torna sui suoi passi, standing ovation del pubblico presente in sala e Pippo Baudo ricomincia a condurre il Festival (a favore di telecamera).
A proposito di voci su un evento orchestrato ai fini di audience, Pino Pagano (l’aspirante suicida) anni dopo dichiarerà: “Non ho contattato direttamente Pippo, ma persone vicine a lui.. ..Dopo il gesto Baudo mi diede 500 mila lire.. ..A Sanremo volevo un trampolino di lancio. Volevo diventare famoso e smettere di fare consegne in Emilia. Non era vero che ero disoccupato“.
La verità appartiene solo a Dio. E a Pippo Baudo. E a qualche dirigente RAI. Probabilmente anche al regista del Festival. Eventualmente anche ai tecnici di palco. Verosimilmente anche ai tecnici audio. E alla cartellina del presentatore con la scaletta.