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Sono così Indie che ti faccio una Cover-Rivalutazione Indie del Cantautorato Made In Italy

Sono così Indie che ti faccio una Cover-Rivalutazione Indie del Cantautorato Made In Italy

C’era una volta il Cantautorato Pop italiano: c’erano Battisti, Bruno Lauzi, Gino Paoli Franco Califano e Little Tony; ma c’erano anche, più di recente, il pop di Luca Carboni Vasco Rossi e 883.

Poi succede che un certo tipo di artisti/band, che per comodità chiameremo “INDIE”, ha preso ad attingere a piene mani dal repertorio dei suddetti per svecchiare e dare nuova vita a brani popolarissimi ma probabilmente misconosciuti all’unico target ormai davvero interessante per le case discografiche: I MILLENNIALS.

I Millennials, ovvero i nati dal 2000 in poi,  coloro che non hanno bisogno di comprare dischi e forse nemmeno di andare ai concerti, perchè sono coloro ai quali basta un click per ascoltare, visualizzare, mettere like, commentare, condividere, dire la loro, insomma coloro che alimentano con le loro azioni virtuali il fenomeno dell’HYPE di cui ormai la musica, o almeno un certo tipo di musica, si nutre.

Quindi , dicevamo, accade che artisti come Cosmo, Calcutta, Colapesce, Giancane, i Cani, i Voina, giusto per citarne alcuni, si cimentano nella reinterpretazione a modo loro dei brani di una certa tradizione musicale nostrana rendendo finalmente COOL pezzi che fino ad un attimo prima erano “roba da vecchi“; in realtà è come se questi brani fossero stati appena creati, partendo dal presupposto che parte del target di riferimento ignora persino l’esistenza dell’ORIGINALE.

In questo senso quello che potremmo chiamare “Processo di rivalutazione Indie del Pop Made In Italy” produce un duplice risultato: da una parte la stima di di chi i brani originali li conosceva già ma li apprezzerà di più nella nuova versione, dall’altra quella di un pubblico che, non conoscendo l’originale, esprimerà il proprio gradimento e consenso nei confronti di quello che viene recepito come “il nuovo brano di”.

La tradizione viene quindi rielaborata e svecchiata per poter essere finalmente superata, facogitata dagli indici di gradimento propri dell’Epoca 2.0, e infine dimenticata di nuovo quando si deciderà di attingere ad altro materiale del passato, insegnandoci che “Non vi è nulla di nuovo sotto il sole“, ergo che si ripetono le stesse situazioni e gli stessi fatti e, dunque, Nulla (o quasi) è veramente una novità.

Ecco alcuni delle reinterpretazioni Made In Indie che abbiamo ascoltato nella puntata di BRAND NEW DAY del 21.05

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Maya A.

Pubblicato il: 27/05/2018 da Redazione Radio Città Aperta