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A L’Ottavo Giorno il “Decreto Salvini” spiegato per bene

A L’Ottavo Giorno il “Decreto Salvini” spiegato per bene

di Valentino De Luca

Ci siamo, il decreto Salvini è approdato al Quirinale per la firma di Mattarella.
Al netto del giallo dell’ultima ora, il testo è sostanzialmente quello licenziato dal Consiglio dei Ministri che ha unito insieme misure per la sicurezza e per l’immigrazione.

Finora quando una persona straniera entrava in Italia, non importa se legalmente o meno, aveva diritto a fare richiesta di protezione internazionale allo Stato italiano. Una volta fatta richiesta, la domanda può prendere due forme: l’asilo politico – cioè lo status di rifugiato – e la protezione sussidiaria. A queste si aggiunge la protezione umanitaria, una forma di tutela introdotta in Italia nel 1998  come spiegato per bene qui.

Lo spirito che anima il decreto fortemente voluto dalla Lega è quello di ridurre la presunta facilità di concessione, da parte della Repubblica, dello status di rifugiato che avrebbe come conseguenza, nella mente del legislatore, quello di attirare, quasi di invogliare, un’immigrazione selvaggia verso le nostre spiagge.

Il decreto, come spiega bene “L’Internazionale“, prevede di fatto l’abrogazione della protezione per motivi umanitari sostituendolo con un permesso di soggiorno per alcuni “casi speciali”, cioè per alcune categorie di persone: vittime di violenza domestica o grave sfruttamento lavorativo, per chi ha bisogno di cure mediche perché si trova in uno stato di salute gravemente compromesso o per chi proviene da un paese che si trova in una situazione di “contingente ed eccezionale calamità”. È previsto infine un permesso di soggiorno per chi si sarà distinto per “atti di particolare valore civile”.

E’ previsto inoltre un prolungamento di permanenza degli stranieri nei Centri di permanenza per il rimpatrio (Cpr), ex Cie, da 90 a 180 giorni.

Saranno allestiti degli hotspot alle frontiere dove trattenere i richiedenti asilo per identificarli ed è prevista la revoca dello status di rifugiato o della protezione sussidiaria se il soggetto commette una serie di reati o se, nel frattempo, torna per un periodo di tempo nel proprio paese d’origine.

I richiedenti asilo non potranno essere iscritti al registro anagrafico e dunque avere la residenza su territorio italiano e si passerà dallo Sistema diffuso di gestione dei migranti da parte dei comuni coinvolti (Sprar) ad un controllo da parte delle questure.

La cittadinanza, punto questo tra i più controversi per i costituzionalisti, potrà essere revocata se il soggetto beneficiario verrà condannato per terrorismo.
Inoltre è prolungato fino a 48 mesi il termine per la concessione della stessa cittadinanza sia per residenza sia per matrimonio.

Ma tutte queste misure serviranno davvero a contrastare un’immigrazione che, nella narrazione di chi ha pensato queste norme, è illegale e fuori controllo, simile forse ad un’invasione?
La Corte Costituzionale farà passare tutti i provvedimenti contenuti del decreto o ne bloccherà per manifesta incostituzionalità una parte?
L’effetto pratico della legge sarà davvero quello di disincentivare l’immigrazione verso il nostro Paese o avrà solo l’effetto pratico quello di aumentare a dismisura gli irregolari?

A queste ed altre domande ci risponde con chiarezza Salvatore Fachile, avvocato dell’ASGI, l’Associazione per gli Studi Giuridici sull’Immigrazione.

Pubblicato il: 02/10/2018 da Redazione Radio Città Aperta