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Andy Warhol: 11 celebri copertine disegnate dal guru della pop art

Andy Warhol: 11 celebri copertine disegnate dal guru della pop art

di Skatèna

Alex Steinweiss, graphic designer statunitense, è stato l’inventore delle moderne copertine dei dischi.

Alex Steinweiss a New York nel 1947 (fonte https://it.m.wikipedia.org/wiki/File:Alex_Steinweiss,_New_York_ca._Apr._1947_crop.jpg).

Fino agli anni Quaranta le c.d. cover erano tutte uguali tra loro, per cui i vinili venivano venduti in anonimi involucri marroni. Steinweiss ebbe la brillante idea di creare delle copertine artistiche, e nel 1939, quando aveva solo 22 anni, venne assunto dalla Columbia Records a cui propose di disegnare, appunto, le copertine dei dischi da essa prodotti.

Volevo che le persone guardando le copertine potessero ascoltare la musica. (Alex Steinweiss)

Nel 1940 Steinweiss disegnò la prima copertina illustrata per la Columbia. Si trattava di un 78 giri con una collezione di canzoni di Rodgers & Hart, e la copertina raffigurava il tendone di un teatro dai titoli illuminati stagliato sull’immagine di un vinile stilizzato. L’idea di Steinweiss ebbe un enorme successo e in pochi mesi la Columbia incrementò le vendite.

Risultati immagini per Alex Steinweiss Rodgers e Hart,

La prima copertina illustrata nel 1940 da Steinweiss per un 78 giri con una collezione di canzoni di Rodgers & Hart.

Se Steinweiss è l’inventore delle copertine dei vinili, Andy Warhol è tra gli artisti che ne hanno accolto l’eredità in modo esemplare.

In quest’articolo mi propongo di farvi conoscere 11 album (che ho scelto tra i circa 60 in totale) le cui copertine sono state disegnate dal guru della pop art degli anni Sessanta, ma non senza prima fare la seguente considerazione.

Le nuove generazioni non possono capire cosa si provava una volta nel collezionare musica, non hanno contezza della fatica che si faceva nella ricerca spasmodica dei tanto agognati vinili. Oggi la musica la si fruisce in maniera veloce e spesso gratuita: grazie allo sviluppo tecnologico, la si può ascoltare dappertutto e  su svariati supporti, dal pc agli smartphone, su youtube, spotify, ecc. Fino a qualche anno fa la si poteva scaricare gratuitamente grazie a programmi di free download come emule o torrent, ma oggi nemmeno si perde più tempo col download per collezionarla, visto che la si trova “bella e pronta” e a disposizione in rete. Si è perso in un certo senso il gusto del cercarla e, una volta trovata, del custodirla gelosamente, è come se ogni singola track avesse perso valore proprio perché facilmente reperibile ed accessibile da parte di chiunque e in mille modi diversi. Ma una volta non era così semplice. Procurarsi un vinile, o anche solo registrare un musicassetta da un vinile o da un cd, richiedeva, oltre che passione ovviamente, tanto impegno, impiego di tempo prezioso e denaro. I vinili poi, per lungo tempo, hanno costituito non solo supporti musicali, ma anche oggetti artistici, infatti il c.d. “packaging fu spesso carattere distintivo di un album, un modo per riconoscerlo, al di fuori del proprio contenuto”.

  • Ciò che ne traspare è un concetto di copertina vista come concreta opera d’arte, un modo per completare l’essenza musicale dell’album, per fissare meglio il messaggio voluto dalla band, allontanandosi così dal classico involucro di cartone e divenendo vero e proprio oggetto da collezione. Un fascino che pian piano si è perduto a partire dagli anni ’90, con l’avvento dei CD, e quasi totalmente sovrastato dall’uso sempre più diffuso di iPod e similari. (Revolart)

Le cover, inizialmente anonime, col passare del tempo divennero sempre più colorate ed accattivanti. Esempio lampante è stata la copertina di Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club dei Beatles del 1967, realizzata da Jann Hawort e Peter Blake su suggerimento di Paul McCartney, la quale vinse anche un Grammy come “miglior copertina per album”. Per la prima volta la copertina si apriva a libro e sul retro vi erano stampati i testi delle canzoni.

Venne così inaugurata una nuova era: quella delle cover artistiche…

Sempre nel 1967 uscì un album straordinario (tra l’altro, il mio preferito in assoluto!), la cui copertina fu certamente innovativa e rivoluzionaria: sto parlando del mitico The Velvet Undergound & Nico, con la celebre banana realizzata nientepopodimeno che da Andy Warhol, “padre nobile del pop e autentica fabbrica di icone visive destinate a incidere con particolare efficacia sull’immaginario contemporaneo”.

La banana su sfondo bianco “era in realtà un adesivo che, una volta rimosso, rivelava un’immagine provocatoria ed altamente evocativa”. Sulla copertina, infatti, vi è scritto “peel slowly and see“.

Ho pensato di stilare per voi un mini elenco (in ordine rigorosamente cronologico) di 11 delle circa 60 copertine in totale disegnate da Andy Warhol, con relativo link all’album musicale corrispondente presente sul canale youtube.

Si tenga presente che il lavoro di Warhol nel disegnare le cover dei vinili lo accompagnò durante tutta la sua carriera, dalle origini (la sua prima copertina risale al 1949) fino agli ultimi anni della sua vita. E fu proprio durante i fabulous sixties che il mercato musicale esigeva ormai un’immagine al passo con una società in continua evoluzione verso il consumo di massa, per cui il packaging acquistò sempre più valore ed importanza.

  • Una produzione che consta in più di 60 opere e che si intreccia con la sua stessa evoluzione artistica, quasi ne fosse uno specchio. (revolart)

1. The Velvet Underground & Nico, 1967: la più famosa delle copertine realizzate da Warhol. Il c.d. “banana album” raffigurava appunto una banana che poteva essere sbucciata e ne usciva fuori un frutto rosa, evidente allusione al pene. Warhol non solo disegnò la cover dell’album, ma lo produsse anche. Si noti che sulla cover non troviamo nè i nomi dei Velvet Undreground e di Nico, nè quello della casa discografica. E’ presente soltanto il nome di Andy Warhol.

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2. Rolling Stones: Sticky Fingers, 1971: la fotografia, opera di Billy Name, uno dei tanti collaboratori di Warhol, ritrae, sulla parte frontale, un paio di jeans con un evidente rigonfiamento sull’area genitale con tanto di vera zip funzionante cucita sulla stessa. Quella di Sticky Fingers è sicuramente una delle copertine più celebri della storia del rock.

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3. Paul Anka: The Painter, 1976

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4. Rolling Stones: Love You Live, 1977: una miscela esplosiva di colori tra disegno e fotografia per la seconda delle copertine realizzate per i Rolling Stones. Gli scatti ritraggono i membri della band che si mordono fra di loro. L’album presenta due dischi registrati live.

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5. Loredana Bertè: Made in Italy, 1981

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6. Liza Minelli: Live at Carnegie Hall, 1981

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7. Diana Ross: Silk Electric, 1982

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8. Billy Squirer: Emotion in Motion, 1982

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9. Miguel Bosè: Milano/Madrid, 1983

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10. Aretha Franklin: Aretha, 1986

11. John Lennon: Menlove Ave, 1986: è il secondo album postumo di John Lennon uscito grazie al contributo di Joko Ono.

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Fonte immagine in evidenza: https://snl.no/Andy_Warhol


 

 

 

 

 

 

 

 

Pubblicato il: 21/02/2021 da Skatèna