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Tracy Chapman: “Ho visto angeli camuffati da persone che vivono vite ordinarie”

Tracy Chapman: “Ho visto angeli camuffati da persone che vivono vite ordinarie”

Don’t you know
They’re talkin’ ‘bout a revolution
It sounds like a whisper

While they’re standing in the welfare lines
Crying at the doorsteps of those armies of salvation
Wasting time in the unemployment lines
Sitting around waiting for a promotion

 

di Karol Lapadula

Il 5 aprile del 1988 usciva per la Elektra Records l’album di debutto della cantautrice folk/rock statunitense Tracy Chapman, artista che si è contraddistinta per la sua umiltà e per il suo impegno nel sociale.

Il 2 luglio di quello stesso anno, in Inghilterra, quell’album balzava al primo posto delle classifiche, rimanendoci per almeno altre tre settimane consecutive.

Tracy proviene dai sobborghi industriali di Cleveland, Ohio, una città ricca di contraddizioni razziali e di tensioni sociali, dove però ella, in giovane età, grazie ad una borsa di studio, imparò a suonare l’organo, il clarinetto e a comporre i suoi primi testi.

Sempre grazie ad una sovvenzione pubblica, riuscì ad avere accesso alla Wooster School nel Connecticut, una scuola progressista che contribuì alla formazione della sua coscienza politica.

In quei giorni”, ricorda Tracy, “c’erano studenti e insegnanti politicamente impegnati. Si discuteva di argomenti scottanti come lo smaltimento delle scorie nucleari o l’incremento delle armi atomiche: il Senato americano stava approvando leggi assurde”.

Circondata da questo clima, la Chapman iniziò a scrivere canzoni che riflettevano le sue idee e quelle dei suoi coetanei.

Ero talmente apprezzata”, ricorda, “che il cappellano della Wooster (il reverendo Robert Tate) ha promosso una colletta per comprarmi una chitarra nuova”.

Nel 1987, dopo un’esibizione in una coffee house di New York, Tracy Chapman venne messa sotto contratto da una major.

Non lo avrei mai creduto possibile”, dice oggi, “una canzone come Talkin’ Bout Revolution in piena era disco music mi sembrava un controsenso: ero sicura che nell’industria discografica non ci fosse posto per me”.

Invece l’album ha venduto 5 milioni di copie e vinto 3 Grammy: possiamo dire che la rivoluzione di Tracy sia riuscita in pieno!

L’album contiene le indimenticabili tracce Talkin’ ‘bout A Revolution, Fast Car e Baby Can I Hold You, che qui vi proponiamo nei rispettivi videoclip ufficiali.

Di Baby Can I Hold You la Chapman in seguito registrò una nuova versione, in duetto con Luciano Pavarotti, nell’album Pavarotti and Friends for Cambodia and Tibet del 2001.


Articolo a cura di Skatèna

Crediti immagine in evidenza: Brett Jordan

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Pubblicato il: 05/04/2021 da Skatèna