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In ricordo di Gene Clark, “the Byrd that flew alone”

In ricordo di Gene Clark, “the Byrd that flew alone”

Eight miles high 

And when you touch down 
You’ll find that it’s 
Stranger than known

 

To every thing there is a season, and a time to every purpose under the heaven

 

di Skatèna

24 maggio 1991 – Muore a Los Angeles Gene Clark, cantautore e membro dei Byrds, considerato tra i fondatori del genere folk rock.

 

È curioso come Clark sia morto proprio lo stesso giorno (di anni diversi ovviamente) in cui è nato Bob Dylan. A ben vedere, però, si tratterebbe di una coincidenza non tanto strana, forse una dimostrazione del fatto che le loro anime musicali sono state sempre ed in qualche modo collegate (i Byrds realizzarono infatti numerose cover del menestrello di Duluth in chiave elettrica).

Clark, “the Byrd that flew alone“, nacque a Tipton, un paesino del Midwest, il 17 novembre 1944. Quando si trasferì a Los Angeles, conobbe Roger McGuinn e David Crosby coi quali formò il trio The Jet Set e in seguito i Beefeathers, prima incarnazione dei futuri Byrds. Oltre a cantare, con questi ultimi suonava anche il tamburello e l’armonica, e sempre quando stava con loro scrisse alcune delle loro canzoni più memorabili, come la super psichedelica Eight Miles High, in cui sono forti le influenze musicali di Ravi Shankar e John Coltrane, che qui vi propongo in sua memoria:

Qui sotto, invece, un raro video registrato dei Byrds che eseguono Eight Miles High quando ci stava ancora David Crosby, durante un’apparizione televisiva all’American Bandstand nel 1967 (all’epoca Gene era già andato via dal gruppo, ma riporto il video perché davvero merita di essere visto, e i motivi li scoprirete da soli… ) :

Alla composizione della canzone Eight Miles High lavorarono sia Clark, che McGuinnCrosby. Essa fu pubblicata come singolo nel marzo del 1966 ed inserita poi nell’album dal titolo e dalle musiche psichedelici Fifth Dimension. La registrazione ebbe luogo a gennaio 1966, ai Columbia Studios di Hollywood, sotto la guida del produttore Allen Stanton.

Il singolo raggiunse la posizione numero 14 della Billboard Hot 100 e la numero 24 in Gran Bretagna. Nel testo, si parla del viaggio in aereo verso Londra fatto dai Byrds nell’agosto 1965 in occasione del loro primo tour britannico. Gli aerei di linea volano solitamente ad altitudini di non più di 6 o 7 miglia, ma la band pensò che “eight miles high” suonasse meglio come titolo, anche perché richiamava Eight Days a Week dei Beatles.

Con i Byrds Clark ha preso parte ai primi tre dischi, “Mr Tambourine Man” (1965), “Turn! Turn! Turn!” (1965), “Fifth Dimension” (1966), tutti bellissimi. È sua la firma in songs epiche ed atmosferiche come I’ll feel a whole lot betterHere without youI knew i’d want youSet you free this time ma soprattutto la struttura portante di Eight Miles High, uno dei più grandi singoli di tutti i tempi e non solo dell’era psichedelica.

Di questo pezzo Clark scrisse l’indimenticabile melodia e gran parte delle liriche, integrate dal notevole lavoro della Rickenbacker 12 corde di Mc Guinn che, parole sue, “venne usata come fosse il sassofono di John Coltrane“.

I Byrds, per il testo di questa canzone, che comunque fa riferimento al volare alti 8 miglia, e dunque ricorda gli effetti di un viaggio sotto LSD, furono accusati di voler promuovere l’uso di droghe, per cui fu messa al bando in numerose stazioni radio americane. All’epoca i membri della band negarono ogni riferimento alle sostanze stupefacenti, e solo a posteriori ammisero che la canzone non solo si riferiva agli effetti psichedelici da acido, ma addirittura che fosse stata scritta sotto quegli effetti.

Clark si separò dai Byrds nel 1966 a causa di rivalità interne, in primis perché, per una scelta della produzione, i singoli e le numerose cover di Bob Dylan furono affidate alla voce solista di McGuinn, ma anche per l’invidia strisciante per le sue composizioni e per la sua cronica paura di volare – sottraendosi così ai tour della band. Decise così di intraprendere la carriera solista.

 

I Byrds (Los Angeles, 1964-1973) furono, nei primi anni ’60, i rappresentanti di un vecchio mondo, quello della grande tradizione americana country/folk e blues.

  • I Byrds trovano le proprie radici al di là e prima del rock n’ roll: non negli anni 50, ma negli anni 40 del bluegrass e nei 20 del folk e del country: il vecchio mondo dei Byrds è il mondo della musica dei bianchi; non è quello del blues (ed è per questo che non è nemmeno quello del rock n’ roll). La musica dei Byrds (come quella dei Beatles) è la musica per antonomasia opposta a quella nera e a quella di tutta la tradizione afro-americana: non a caso, più che di blues, nei Byrds si ritrovano retaggi jazz (musica ampiamente fatta propria e teorizzata dai bianchi) e di elettronica, allora nascente. (Onda Rock).

Di seguito, un’altra grande performance dei Byrds che eseguono Turn! Turn! Turn! con un Gene Clark alla voce formidabile:

Turn! Turn! Turn! (sottotitolo: to Everything There Is a Season), in realtà fu composta negli anni cinquanta dal cantante folk Pete Seeger. Il testo, adattato – eccetto il verso finale – da un passo biblico del Qoelet (o Libro dell’Ecclesiaste), fu portato al successo nel 1965 dai Byrds, che ne fecero la title track per l’album omonimo Turn! Turn! Turn!

 

Pubblicato il: 24/05/2020 da Skatèna