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Kraftwerk @ Rock in Roma: “Ciao, buonasera, auf wiedersehen”!

Kraftwerk @ Rock in Roma: “Ciao, buonasera, auf wiedersehen”!

Kraftwerk 3d Rock in Roma, Teatro Romano di Ostia Antica 27/06/2019
(di Eleonora Tagliafico)

Ci siamo, è il giorno dello show in 3d della band tedesca pioniera della musica elettronica per eccellenza: i Kraftwerk.

Dopo aver fatto uscire nel 2017 il cofanetto The Catalogue 3-D, che comprende i loro otto dischi in versione ridotta e completamente risuonati, la band ha fatto partire un tour mondiale che è stato ospitato dal Teatro romano di Ostia Antica il 27 ed il 28 giugno 2019.

All’arrivo al Teatro il benvenuto, dopo il controllo biglietti, lo danno dei ragazzi che distribuiscono una confezione rossa targata Kraftwerk con all’interno gli occhialetti bianchi di carta con lenti 3d, che serviranno per assistere allo show.

Inizia quindi il percorso lungo il viale che porta al teatro che sembra nascosto nella fitta vegetazione marittima. Man mano che ci si avvicina si iniziano a sentire dei suoni elettronici in mezzo alla luci poste per illuminare il cammino lungo il ciottolato e la sabbia tra le rovine romane. Le persone iniziano ad affrettarsi perché il concerto è già iniziato e sembra che non si riesca mai ad arrivare; finalmente si imbocca un piccolo corridoio all’aperto che sbuca direttamente a lato del palco e subito si avverte l’estremo contrasto, tra l’ambiente antico e profondamente suggestivo che ci circonda ed il palco ultra moderno, con un grande schermo posto in fondo, che trasmette colori e linee geometriche che si creano a ritmo della musica, generata da questi quattro umani in tuta nera a quadri fosforescenti, ognuno posizionato dietro la propria consolle; l’antico ed il futurista.

Ma un’altra cosa che lascia abbastanza a bocca aperta consiste nel girarsi verso gli spalti e vedere una distesa di occhialetti bianchi rivolti verso il palco; sembra quasi di assistere ad una di quelle pubblicità anni ’90 che partivano prima dei cartoni animati Disney, in cui era pubblicizzato uno dei primi cinema 3d dentro al parco divertimenti parigino. Effetto stupefacente e al limite dell’inquietante, anche se non si può far a meno di girarsi ogni tanto durante lo show, per ammirare quella distesa di occhi, anche quando il buio inizia ad avvolgere la location.

Durante le due ore esatte di spettacolo che non è solo un concerto, ma un’esperienza audiovisiva totalizzante, ci si immerge in una dimensione parallela, fatta da molte grafiche che si succedono, dagli elettrocardiogrammi pulsanti di Computer Love alle immagini dello spazio che partono dopo The Man Machine; ad un certo punto arriva anche una navicella che porta sopra l’Italia resa a cartina geografica per poi approdare a Roma, tra le rovine e quindi dentro al teatro; si alternano scritte a forme colorate e ovviamente alle grafiche più famose della band tedesca, che sono quelle dell’autostrada di Autobahn, del logo radioattivo di Radioactivity e del treno di Trans Europe Express. Le immagini sono tanto importanti quanto lo è la musica.

Il pubblico non si muove più di tanto, accenna qualche movimento più deciso quando partono ritmi più profondi dalle casse o quando inizia a sentire i temi più famosi. Sembra una platea quasi finta, d’altronde è un concerto diverso da quelli a cui siamo abituati, dove tutti cantano a squarciagola insieme al cantante di turno le canzoni di repertorio, scatenandosi.

Delle proiezioni di biciclette precedono Tour de France e subito dopo partono ritmi sempre più profondamente elettronici, in cui si riconosce sempre però il loro tipico sound fatto dai riconoscibili colpetti di synth; ci si riesce anche ad astrarre e a fare pensieri profondi, esistenzialisti, mentre uomini con camicie rosse e cravatte nere, in perfetto stile Kraftwerk, fanno da sfondo al “we are the robots” di The robots. Quando inizia Aéro Dynamik le tute dei quattro si tingono di un acceso blu e verde elettrico.

Al termine del concerto, rimane solo Ralf Hütter che dopo essersi inchinato più volte, si accomiata dal suo pubblico con un “Ciao, buonasera, auf wiedersehen” e se ne va mentre si continua a sentire come un mantra “Musique non stop”.

E ce ne andiamo via anche noi del pubblico, lasciando nuovamente da solo il suggestivo teatro romano, tra commenti sulla precisione dei tedeschi, dialoghi in lingue straniere e dopo aver mangiato un po’ di sabbia mista a colori elettronici, ma consci di aver assistito ad uno show unico, la cui arte, si vede e si sente, è nata quasi 50 anni fa.

Pubblicato il: 29/06/2019 da Redazione Radio Città Aperta