Il 1969 è stato un anno leggendario per il rock, che all’epoca si impose come genere di rottura e delle masse.
Come dimenticare album di artisti come Led Zeppelin, Santana, MC5, Who, Pink Floyd e Stooges?
Solo per citare alcuni di quei mitici gruppi che col loro sound segnarono la storia della musica, dando vita a dischi/capolavoro destinati a dettar legge ancora oggi. E nel mentre ci fu anche il Festival di Woodstock con la sua tre giorni di pace, amore e musica…
La rivista On stage ha stilato la seguente classifica: cosa ne pensate? Siete d’accordo? Cambiereste o aggiungereste qualcosa?
Buon ascolto!
(Fonte: onstage.com)
Frank Zappa Mothers of Invention – Uncle Meat; Frank Zappa – Hot Rats
Frank è stato uno dei più grandi compositori del Novecento. In queste due opere il genio dell’artista si muove senza freni tra free jazz, rock, classica, fusion e quant’altro. Impossibile descrivere a parole il contenuto degli album, così come è inutile tentare di isolare tracce e canzoni. Uncle Meat, King Kong e Peaches En Regalia sono probabilmente i tre pezzi più conosciuti.
Grateful Dead – Aoxomoxoa; Grateful Dead – Live/Dead
Improvvisazioni, acid rock e lisergia assoluta. Tra studio e live album i Grateful incidono i propri capolavori assoluti. La più grande jam band di sempre si supera specialmente sull’inno Dark Star.
Joe Cocker – With A Little Help From My Friends
La combinazione tra questo album e la partecipazione di Joe a Woodstock, permetterono all’artista di diventare immediatamente uno dei cantanti più popolari (e particolari) dell’epoca.
Sly And The Family Stone – Stand!
Sly Stone prende la soul music e la fonde con soul, r&b, rock e psichedelia, con i primi ibridi irresistibili di funk. Sex Machine fa storia a sé e rimane da allora uno dei loro più grandi successi.
Pensate oggi a un supergruppo che riesca nell’impresa di avvicinare i giovani a una proposta prettamente folk. Impossibile visti i tempi, ma allora è esattamente ciò che David Crosby, Stephen Stills e Graham Nash iuscirono a fare. E mancava ancora Neil Young…
Neil Young – Everybody Knows This Is Nowhere
I Crazy Horse accompagnano per la prima volta Neil Young ed è subito capolavoro. Uno dei più grandi cantautori di sempre si cimenta in questo album con folk, country, rock e anche hard rock. Imprescindibile per conoscere meglio l’immortale artista.
Jethro Tull – Stand Up
Ian Anderson sale al potere e il mix tra hard rock, blues, folk e sonorità etniche fa esplodere sul mercato la sua band. Il progressive rock ha in questo album un’altra pietra miliare di immensa importanza.
Creedence Clearwater Revival – Green River
John Fogerty e la sua proposta di rock vintage miscelato con blues, folk e country ottiene subito meritati riscontri, pur essendo ben lontana da psichedelia e sonorità acide. Tombstone Shadow e Wrote a Song for Everyone sono forse gli episodi migliori di un album importantissimo.
The Allman Brothers Band – The Allman Brothers Band
I fratelli Allman fondano il southern rock sfidando la tradizione, e imponendo l’improvvisazione in chiave jazz nel mondo del rock e del blues rock. It’s Not My Cross To Bear, Black Hearted Woman, Dreams e Whipping Post sono tra le tracce più emblematiche del lavoro.
Rolling Stones – Let It Bleed
L’album contiene le ultime volontà di Brian Jones, che morirà poco prima la pubblicazione del disco. Il platter contiene picchi assoluti come Gimme Shelter, Let It Bleed, Midnight Rambler e Monkey Man, ma in generale conferma gli Stones tra i sovrani assoluti dell’epoca.
Beatles – Abbey Road
Non sarà il loro album migliore, ma un disco che contiene Come Togehter, I Want You (She’s So Heavy) e Here Comes The Sun deve necessariamente essere inserito tra i lavori imprescindibili di un anno irripetibile.