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“Facelift”, l’esordio discografico degli Alice in Chains

“Facelift”, l’esordio discografico degli Alice in Chains

Name your god and bleed the freak 
I’d like to see 
How you all would bleed for me

di Skatèna

28 agosto 1990: esce per la Columbia Records Facelift, album d’esordio degli Alice in Chains.

L’album, dedicato ad Andrew Wood, cantante dei Mother Love Bone, fu pubblicato circa un anno prima di Nevermind dei Nirvana, grazie al quale Seattle divenne l’epicentro mondiale del rock.

Facelift presenta già in buona parte quello che sarà in seguito il sound caratteristico del gruppo, con influenze metal miscelate al suono grezzo e sporco del grunge: gli Alice in Chains degli inizi sono cupi, crudi, pesanti e la voce di Layne Staley li rappresenta appieno, con il suo inconfondibile tocco di malinconica inquietudine.

  • Ci sono ritmiche, riff che avremmo potuto trovare su un disco degli Skid Row ma quello che traeva in inganno il popolo dello scapoccio facile era che apparentemente brani come We Die Young si muovevano su un quattro quarti pomposo e lascivo ma dopo l’impatto iniziale tutto finiva per sgretolarsi in una serie di linee vocali spettrose incentrate sulla morte e la sofferenza, non sul dare fuoco a una città o scoparsi la maestra (Francesco Ceccamea, sdangher.com).

Di seguito, il clip ufficiale di Bleed the Freak scritta da Jerry Cantrell:

 

 

 

 

Pubblicato il: 28/08/2019 da Skatèna