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Johnny Cash, l’uomo in nero della musica country

Johnny Cash, l’uomo in nero della musica country

I wear the black for the poor and the beaten down,
Livin’ in the hopeless, hungry side of town,
I wear it for the prisoner who has long paid for his crime,
But is there because he’s a victim of the times


12 settembre 2003 – Muore all’età di 71 anni Johnny Cash, soprannominato “the man in black” perché spesso, durante i suoi concerti, usava vestire di nero. Era nato il 26 febbraio 1932. Dagli anni ’50 ai ’70 fu tra i più grandi autori e interpreti della country music, nonostante il suo stile e le tematiche affrontate nei suoi testi fossero molto lontani da quelli della scena mainstream.

BREVE BIOGRAFIA DI JOHNNY CASH

Johnny Cash nacque il 26 febbraio 1932 a Kingsland, in Arkansas.
Nel 1944 suo fratello Jack morì ucciso da una sega elettrica e il padre addossò le colpe a Johnny, arrivando a dirgli che avrebbe preferito che a morire fosse lui. Questo episodio contribuì a renderlo più introverso di quanto già non fosse, ma fortunatamente riuscì a trovar conforto nella musica, in particolare in quella country e nel blues.

Il suo primo lavoro uscì per la Sun Records a Memphis nel 1955 e cinque anni più tardi incise un album di musica gospel per la Columbia, raggiungendo un ottimo successo. In contemporanea cominciò ad abusare di varie sostanze stupefacenti, in particolare di anfetamine, e ciò lo portò ad avere più volte problemi con la legge, finendo in cella per ubriachezza e possesso di droghe.

Dopo un tentativo di suicidio avvenuto nel 1968, decise di farla finita con quello stile di vita “sballato” (anche se la pausa durò circa una decina di anni) e iniziò a cantare brani in difesa dei nativi americani, in totale controtendenza con il filone mainstream della country music americana.
Nei primi anni ’70, all’apice della sua carriera, si diede anche al cinema, mentre negli ’80, nonostante il suo successo fosse notevolmente diminuito, continuò ad essere comunque tra i protagonisti della scena musicale country.
Sul finire del decennio iniziò però ad avere gravi problemi cardiaci, tanto che venne sottoposto nel 1988 a un intervento di doppio bypass coronarico. Si trattò del primo di una lunga serie di problemi di salute, che lo costrinsero negli ultimi anni di vita a muoversi su una sedia a rotelle.

Nel 1995 il produttore discografico Rick Rubin, suo grande fan, “resuscitò” la carriera di Cash facendo conoscere la sua musica alle nuove generazioni. Dalla loro collaborazione nacque American Recordings (album acustico che trionfò anche ai Grammy nella categoria per il Miglior Album Folk), di cui vi propongo l’ascolto di uno dei maggiori successi, God’s Gonna Cut You Down:

Immagine in evidenza di https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:JC1970.jpg.

 

Pubblicato il: 12/09/2019 da Skatèna