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“Per Elisa”, brano stupefacente frutto di un’alchimia perfetta: Alice & Battiato

“Per Elisa”, brano stupefacente frutto di un’alchimia perfetta: Alice & Battiato

… per lei ti metti in coda per le spese
e il guaio è che non te ne accorgi

Il 26 settembre 1954 nasce a Forlì la bella e tenebrosa Carla Bissi in arte Alice, possente contralto dalla seducente eleganza e dalla presenza scenica ineccepibile.

Alice inizia a cantare da giovanissima partecipando a vari concorsi per nuovi talenti: nel 1971 debutta a Castrocaro e si aggiudica il Concorso per Voci Nuove interpretando Tanta voglia di lei dei Pooh.

Ma è nel 1980 che avviene la svolta decisiva per la sua carriera musicale, quando ha la fortuna di imbattersi nel genio artistico dell’immenso maestro Franco Battiato e di comporre assieme a lui, a Giusto Pio (direttore d’orchestra e violinista venuto a mancare di recente) e a Francesco Messina Il vento caldo dell’estate, pezzo dalla struttura tripartita e dal ritornello in tipico stile da acchiappo immediato (cit. Onda Rock), suo primo vero successo “scalaclassifiche” (in seguito pubblicato nell’album Capo Nord) che arriva a partecipare anche al Festivalbar di quell’anno.

Nel 1981 è poi la volta della meravigliosa Per Elisa, scritta sempre assieme a Battiato e a Giusto Pio: un abito musicale cucito su misura proprio per Alice (se ci pensate, Alice in inglese si legge Elis…), capace di esaltarne personalità e doti vocali, il cui contenuto sembra il lamento graffiante e furioso di una donna che è stata tradita e poi rimpiazzata da un’altra che ha reso l’uomo conteso uno schiavo d’amore senza dignità.

Il successo è impressionante, anzi, sarebbe meglio dire stupefacente (per restare in tema, e a breve capirete il perché), e la canzone diventa immediatamente pietra di paragone per chiunque avesse voluto imparare a scrivere un perfetto pezzo pop. 

Di seguito, un video esilarante in cui Alice e Battiato vengono intervistati da un conduttore di un programma TV in Lussemburgo in occasione dell’Eurofestival del 1984:

È il produttore Angelo Carrara a suggerire ad Alice di presentare Per Elisa al 31° Festival di Sanremo e, come da pronostico, la canzone vince, arrivando a surclassare pezzi del calibro di Maledetta primavera della Goggi, Sarà perché ti amo dei Ricchi e Poveri e Ancora di Edoardo De Crescenzo.

Sotto, l’indimenticabile performance di Alice che canta Per Elisa al 31º Festival di Sanremo:

Il testo di Per Elisa è pensato e costruito in antitesi alla famosa bagatella di Beethoven che porta il suo medesimo titolo e il cui tema ricorre nell’incipit della canzone:

Come accennato supra, nel brano di Alice, Elisa è l’amante che, pur non essendo bella, è riuscita comunque a portar via l’uomo a un’altra donna, e quest’ultima è per questo invidiosa, perché Elisa non solo ha plagiato l’uomo facendogli fare qualsiasi cosa, ma gli ha finanche preso la dignità. Sembra si parli, dunque, del classico triangolo amoroso. Eppure Per Elisa viene scritta e interpretata proprio durante l’epidemia dell’abuso di eroina che investì l’Europa intera negli anni ’80, tanto che secondo alcuni il testo può essere interpretato come un’accorata denuncia di ciò che comporta la dipendenza da sostanze.

  • C’è una generazione perduta. Decimata. Quella che a cavallo tra gli anni ’70 e ’80 aveva poco meno di venti anni. Una generazione massacrata dall’eroina. Eroina di Stato. Immessa sul mercato a prezzi stracciati per decimare giovani antagonisti, sedare le proteste, devastare tutto quello che si muoveva a sinistra del Pci. Dell’operazione Blue Moon ormai si sa quasi tutto. Condotta dal governo italiano, dai servizi segreti americani e con la collaborazione “straordinaria” della criminalità italiana. Un tris d’assi. L’eroina è stata venduta all’inizio (1975/77), a quattro soldi. Ha invaso il mercato con una azzeccatissima operazione di marketing. Arriva l’eroina, sparisce la morfina. E viene imposta a suon d’arresti una stretta violenta al consumo di hashish e marijuana. Ovvero: via libera al buco. Il risultato è stato devastante. E si è protratto a lungo (con il prezzo dell’ero poi schizzato alle stelle). Molto oltre la stessa operazione Blue Moon. Risultato: una intera generazione fatta a pezzi. Già, perché agli inizi degli anni ’80 il consumo di eroina si è allargato. Non solo gli antagonisti. Ma giovani di ogni estrazione politica e ceto sociale. Consumo di massa. E migliaia di morti. Che sono solo la punta del dramma. (…)” (ottopagine.it)

Si diffuse dunque l’ interpretazione secondo cui Elisa avrebbe simboleggiato l’eroina, e che quindi la canzone fosse una riflessione sulla dipendenza dalla “roba” : ed è proprio in tale veste che essa è cantata da Cesare Ferretti insieme agli altri protagonisti in una scena di Amore tossico, uscito al cinema nel 1983 per la regia di Claudio Caligari, un film sconvolgente sotto vari punti di vista, che fa il punto sulla situazione dell’eroina tra i giovani dell’epoca. Un film senza filtri, con turpiloqui e scene di pere nude e crude, con tutti gli attori presi dalla strada, tra tossici o ex eroinomani della zona tra Ostia e Roma, senza alcun background o scuola di recitazione: quasi tutti gli attori principali moriranno prematuramente negli anni seguenti all’uscita del film, chi per overdose, chi per altri problemi comunque connessi alla droga.

Questa lettura della connessione tra Per Elisa e “le pere” è stata in seguito smentita dalla stessa Alice:

  • Il brano parla di una donna, una donna vera, la quale incarna, a sua volta, il concetto di “dipendenza”. Dipendenza assoluta, e non necessariamente fisica, da qualsiasi cosa o persona. Il parallelismo col mondo della droga, sviluppato dal pubblico, è stato un atto spontaneo e tristemente “di cronaca”: erano gli anni ’80 e quel tema riguardava da vicino parecchie persone. Mi scrissero in molti per ringraziarmi di averla fatta, quella canzone. Dicevano che li aveva aiutati a ricacciare la schiavitù dall’eroina. Ero incredula, commossa” (intervista rilasciata da Alice a Luca Fiorini per il blog Retro’ su Vanity Fair).

Dal sito ilsigarodifreud.com ho estrapolato i seguenti passaggi di un articolo, in cui la canzone Per Elisa viene, in un certo senso, “psicanalizzata” :

  • Indipendentemente dal fatto che questa chiave di lettura sia esatta o meno, e che facciate parte di coloro che vedono in questa canzone una denuncia sociale, oppure no, il brano può essere visto come una vivida e sofferta descrizione di una relazione di dipendenza. Una dipendenza patologica, in cui l’Io del protagonista non può più vivere senza l’oggetto della sua ossessione, in una ricerca disperata dell’altro visto come unico regolatore degli stati del Sé. Ovvero che senza l’altro non riusciamo a funzionare:

Senza di lei ti manca l’aria.

Non esci neanche a prendere il giornale.

Riesci solo a dire due parole

  • Una conferma in questo senso arriva anche dal campo delle neuroscienze. Le relazioni caratterizzate da dipendenza patologica creano dipendenza da un punto di vista chimico. Ogni esperienza affettivamente intensa è accompagnata da rilascio di endorfine. In questo senso, la dipendenza può essere interpretata come la ricerca di un apporto esterno di cui il soggetto ha bisogno per il proprio equilibrio e che non può trovare a livello delle sue risorse interne. Quindi l’uomo cantato da Alice potrebbe aver trovato un oggetto d’amore del quale essere dipendente per funzionare, di cui non può fare a meno per esistere, esattamente come se si trattasse di una sostanza psicotropa. Come nel 1981 questa canzone era attuale perché, involontariamente o meno, raccontava il dramma dei suoi giorni, anche oggi “Per Elisa” racconta il disagio della dipendenza patologica dall’altro, in un mondo di relazioni sempre più estreme, caratterizzate da un lato dal controllo totale dell’altro, nella vita quotidiana e nel sesso, fino all’abbandono completo e alla trascuratezza emotiva. (ilsigarodifreud.com)

Pubblicato il: 26/09/2019 da Skatèna