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MERCOLEDI' MORNING con GIANLUCA POLVERARI

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MERCOLEDI' MORNING con GIANLUCA POLVERARI

John Lennon racconta della sua prima volta con l’LSD

John Lennon racconta della sua prima volta con l’LSD

Non ho paura di morire, sono preparato alla morte perché non ci credo. Penso che sia solo scendere da un’auto per salire su un’altra.

 

di Karol Lapadula

La sera dell’8 dicembre 1980 alle ore 22.51, al termine di un pomeriggio trascorso al Record Plant Studio, mentre John Lennon si accingeva a rincasare con Yoko Ono e si trovava di fronte all’ingresso del Dakota Building (il lussuoso palazzo in cui risiedeva, sulla 72ª strada, nell’Upper West Side a New York), un giovane di 25 anni, Mark David Chapman, esplose contro di lui cinque colpi di pistola colpendolo alle spalle quattro volte (il quinto colpo non andò a segno) mentre esclamava: «Hey, Mr. Lennon».

Soccorso da una pattuglia di polizia, Lennon perse conoscenza durante la corsa verso il Roosevelt Hospital, dove fu dichiarato morto alle 23:15.

Come ogni anno, per l’anniversario della sua morte, tanti sono gli articoli e i documentari che lo celebrano e lo ricordano. Tra i docufilm che ho scandagliato in mattinata, mi ha simpaticamente attratto quello che segue, in cui è lo stesso poeta di Imagine a raccontare della sua prima volta “on acid”.

Era la primavera del 1965. Lennon, assieme a George Harrison e alle rispettive mogli Cynthia e Pattie Boyd, erano stati invitati a cena a casa dell’amico dentista John Riley a Londra. A fine cena quest’ultimo, assieme alla ragazza Cindy Bury, offrì agli ospiti, a loro insaputa, un caffè “corretto” con l’LSD. Quando le coppie finirono il loro caffè, Riley confessò a Lennon che le zollette di zucchero che avevano usato contenevano LDS, una droga dagli incredibili effetti allucinogeni.

Lennon disse: “How dare you fucking do this to us!“, mentre George ricorda che in quella occasione “The dentist said something to John, and John turned to me and said, ‘We’ve had LSD.’ I just thought, ‘Well, what’s that? So what? Let’s go!’“.

Cynthia Lennon fu molto più sensibile all’evento, a proposito del quale ricorda: “It was as if we suddenly found ourselves in the middle of a horror film, the room seemed to get bigger and bigger...”.

This fella was still asking us to stay,” George ha continuato, “and it all became a bit seedy, it felt as if he was trying to get something happening in his house; that there was some reason he didn’t want us to go. I think he thought that there was going to be a big gang bang, and that he was going to get to shag everybody. I really think that was his motive.”

Fatto sta che i due Beatles e le loro mogli schizzarono via dalla casa di  John Riley per rifugiarsi all’Ad Lib Club, dove l’acido continuò a “salire” e dunque a fare effetto. Come Lennon ha ricordato, “We were just insane. We were just out of our heads. We all thought there was a fire in the lift, but it was just a little red light, and we were all screaming, all hot and hysterical!

Mentre John stava letteralmente dando i numeri, George ebbe un’esperienza completamente differente. “I had such an overwhelming feeling of well-being, that there was a God, and I could see him in every blade of grass,” disse “It was like gaining hundreds of years of experience in 12 hours.

La notte fini a casa di George in Esher, dove John cominciò a riconsiderare il suo atteggiamento verso l’acido. “God, it was just terrifying, but it was fantastic, George’s house seemed to be just like a big submarine,” disse. Qualche mese più tardi, durante il secondo tour dei Beatles negli USA, John e George decisero di assumere di nuovo l’LSD durante la loro tappa per Los Angeles…

Ma questa è un’altra storia…

Pubblicato il: 08/12/2020 da Skatèna