“Sunday Bloody Sunday”: una domenica senza vincitori né vinti
di Davide Calcabrina
Lo scenario e? quello dell’Irlanda Del Nord.
Era il periodo a cavallo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio del decennio successivo.
Nella porzione piu? a nord dell’isola d’Irlanda si instauro? un aspro conflitto per ottenere l’indipendenza dal Regno Unito.
Non fu una questione esclusivamente territoriale, ne? soltanto, come alcuni la fecero passare, una guerra di religione tra la cattolica Irlanda Del Nord e la protestante Gran Bretagna. Fu una battaglia di matrice sociale, un popolo che si sveglio? odiato dai suoi fratelli, fratelli che non ne riconoscevano piu? diritti civili e umani.
Le strade delle citta? nordirlandesi furono costantemente occupate dalle truppe inglesi in assetto da combattimento 24 ore su 24 e con veicoli pesantemente blindati.
Londra, i suoi palazzi della politica, emanarono decine tra leggi e misure restrittive; fra le tante norme speciali per sedare l’ondata d’indipendentismo, una in particolare aveva suscitato reazioni forti e riguardava l’internment, ovvero la possibilita? per le forze di polizia di trattenere in detenzione un sospetto a tempo praticamente indefinito, senza che vi fosse obbligo di rispettare tempi procedurali per l’apertura del processo.
Ne seguirono giorni di fuoco, manifestazioni, sommosse, scontri…
Domenica 30 gennaio 1972, a Derry, durante una manifestazione, i paracadutisti comandati dal Colonnello Wilford, ricevettero l’ordine di disperdere i manifestanti ed iniziarono ad aprire il fuoco.
La folla inizio? a disperdersi nel tentativo di sfuggire alle pallottole.
26 corpi finirono a terra.. alcuni di loro colpiti mentre tentavano di fuggire, altri con le braccia alzate in segno di resa, altri ancora mentre tentavano di soccorrere i feriti.
14 morti in tutto.
Bernard McGuigan venne ucciso mentre sventolava un fazzoletto bianco e cercava di aiutare Patrick Doherty, che ferito strisciava per mettersi al riparo. John Johnston non era un manifestante e fu ucciso perche? in quel momento si trovava da quelle parti.
Quel giorno e? stata una drammatica domenica di sangue e di terrore.
Dopo diverse indagini e processi, la sentenza definitiva arrivo? trentotto anni dopo, nel 2010, in un documento di 1000 pagine. L’allora premier inglese Tony Blair dopo la sentenza affermo?: “Anche se sono un patriota e non parlero? mai male del mio paese… si?, quella domenica e? stata maledetta, ingiusta, ingiustificabile e sbagliata!”
Quella maledetta domenica Paul David Hewson, alias Bono Vox, aveva undici anni viveva nella periferia di Dublino in un quartiere degradato e malfamato, suo padre era cattolico e sua madre protestante. Sentendo quella notizia, di cui parlavano tutti alla radio, in famiglia e a scuola, rimase colpito. Nella sua adolescenza incontro? per strada gang di ragazzini, ma lui riusci? a rimanerne fuori e a coltivare ogni giorno di piu? una sensibilita? che gli ha fatto sempre odiare e combattere la violenza, l’ingiustizia e l‘oppressione. In quel periodo nacque un sodalizio artistico con un gruppo di amici che incontro? alla Mount Temple School di Dublino, frequentata da protestanti e cattolici.
Il 20 settembre 1976 il giovane Larry Mullen affigge nella bacheca della scuola un messaggio per trovare giovani musicisti con i quali formare una band. Paul rispose all’annuncio insieme ad Adam Clayton, David Howell Evans, suo fratello Dick Evans e formarono una band musicale di liceali.
Qualche anno piu? tardi divennero gli U2.
Nel 1982, dieci anni dopo quella domenica di sangue, la canzone “Sunday Bloody Sunday” fu cantata per la prima volta in un concerto a Belfast.
Non era una canzone di ribellione ma di monito, un avvertimento a non dimenticare, a non odiare. Un canto generazionale teso a biasimare l’inumana tendenza a battaglie fratricida, qualsiasi siano le motivazioni alla base di quell’odio.
Bono la presentò al pubblico astante con queste parole:
“Si chiama Sunday Bloody Sunday, parla di noi, parla dell’Irlanda. Ma se non piacera? a voi, non la suoneremo mai piu?”.
Al termine dell’esecuzione fu accolta da un’ovazione, un lunghissimo, interminabile applauso e da quel momento in poi venne eseguita in quasi tutti i loro concerti.
Il brano divenne la prima traccia nell’album War, pubblicato nel marzo 1983.