43 anni per “Heroes”, masterpiece di Bowie che fonde rock ed elettronica d’avanguardia
There’s Old Wave. There’s New Wave. And there’s David Bowie…
(frase con cui la RCA pubblicizzò l’album)
di Skatèna
Nella seconda metà dei seventies Bowie non se la passava per niente bene: era infatti sprofondato in uno dei momenti più oscuri della sua esistenza a causa dell’abuso di sostanze stupefacenti, in primis cocaina.
Joe il leone
Entrò nel bar
Un paio di drink della casa ed era
“Un indovino”, disse
“Crocifiggimi sulla mia macchina
e ti dirò chi sei”
Per disintossicarsi e ritrovare se stesso David dismise i panni della rockstar glamour e dissoluta, e si rifugiò a Berlino, dove il 14 ottobre 1977 pubblicava su etichetta RCA Heroes, il suo 12° album, nonché il secondo della cosiddetta “trilogia berlinese” assieme a Low e Lodger.
Registrato presso l’Hansa By The Wall Studio a Berlino Ovest, situato a circa 500 metri dal muro, esso vide, oltre che il notevole supporto di Brian Eno (reduce dalle sperimentazioni elettroniche di “Another Green World”), anche la partecipazione di Robert Fripp, il geniale chitarrista dei King Crimson.
- ... un disco decadente e bellissimo, mai artefatto, dove Bowie canta e piange insieme, realmente disperato per il proprio destino come per quello di due immaginari amanti – nuovi Piramo e Tisbe – divisi dal Muro Est\Ovest. (capital.it)
Di seguito, il clip ufficiale di Heroes, la title track poi divenuta una delle canzoni simbolo di Bowie, nonché un grande classico “senza tempo” della storia del rock, un inno epico, il cui testo parla di una storia d’amore avversata e vede due giovani amanti incontrarsi di nascosto sotto il muro di Berlino, monumento all’Europa disgregata dalla Guerra Fredda, sognando di poter respirare insieme la libertà (cit. metallized):
La title track è stata reinterpretata da numerosi artisti nel corso degli anni. Da folle amante dei Velvet Underground quale sono, non posso non proporvi la cover realizzata da Nico (nel video che segue, Nico la canta durante un concerto al Warehouse di Preston, in Inghilterra, nel 1982):
- Inebriante allucinazione, tra onirismi, sonorità ambient, sintetizzatori e vibrazioni visionarie, “Heroes” lascia trapelare qua e là anche qualche raggio di luce, laddove “Low” era solo nera tragedia. (onda rock.it)
Nonostante il secondo lato di Heroes contenga solo brani strumentali dall’atmosfera cupa, anche se con un sound meno avanguardistico e sperimentale della side-b di Low, il disco fu visto come una dichiarazione artistica più positiva rispetto ai lavori precedenti di Bowie.
Pubblicato il: 14/10/2020 da Skatèna