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Sonic Youth: 34 anni fa usciva “Daydream Nation”, pietra miliare del noise rock

Sonic Youth: 34 anni fa usciva “Daydream Nation”, pietra miliare del noise rock

Teenage riot in a public station
Gonna fight and tear it up in a hypernation for you

 

Quello dei Sonic Youth è uno stile musicale che mi ha conquistata “prima di subito”, sin dagli ascolti iniziali.

Ho sempre “sentito” in loro l’anima dei Velvet Underground, anzi, credo che il suono pesante e allo stesso tempo minimalista della “gioventù sonica” non si sarebbe completamente evoluto senza l’esistenza di quel gruppo della seconda metà degli anni Sessanta capeggiato da Lou Reed il quale, grazie anche all’appoggio rilevante di Warhol, aprì la strada a miriadi di formazioni punk.

Il 18 ottobre 1988, i chitarristi e cantanti Thurston Moore e Lee Ranaldo, il batterista Steve Shelley e la cantante e bassista Kim Gordon diedero alle stampe il doppio LP Daydream Nation (Enigma Records),

una commistione miracolosa tra baccano e armonia, tra rumore e canzone (Storia della Musica),

che tra dissonanze, avanguardia, suoni grezzi e un pizzico di attitudine hardcore, ha rappresentato il manifesto delle generazioni più inquiete, disincantate e arrabbiate degli anni Ottanta.

La copertina di Daydream Nation dei Sonic Youth.

  • I suoi monumentali 70 minuti sono il grido di un’America sotterranea che si affacciava ringhiando all’epilogo dell’era Reagan: rabbia e squilibrio convergono in un manifesto folle, una discesa angosciante verso l’abisso (“I wanted to know the exact dimensions of hell”) che mette in scena tanti picchi luminosi di creatività che hanno definito il concetto stesso di musica indipendente. (Storia della Musica)
  • Il miracolo di Daydream Nation sta proprio nel piegare le armonie dissonanti tipiche della band al formato rock, anziché a contorte sinfonie del degrado. Anche il clima cambia, si fa più variegato, con atmosfere di più ampio respiro che vanno dall’inno generazionale alla sfuriata punk al trip lisergico, con la costante di un mood spaesato e malsano, che serpeggia tanto tra le righe dei versi stranianti e surreali, quanto tra le colate di rumore di Lee Ranaldo. (Onda Rock)

Di seguito, la prima traccia di Daydream Nation, l’inno in salsa power/noise rock Teen Age Riot, che inizia in tranquillità, soffice e delicato, per poi velocizzarsi e trasformarsi nella classica “rumorosa melodia” che contraddistingue il sound della band newyorkese:

Nel 2018, per celebrare i 30 anni di Daydream Nation, i Sonic Youth hanno avuto una serie di date negli States per l’evento “30 Years of Daydream Nation”, durante il quale sono stati proiettati estratti dal film concerto di Lance Bangs “Daydream Nation”, il documentario del 1989 “Charles Atlas” sulla scena noise di New York, e “On Rust”, altro docufilm che ci mostra dei giovanissimi Sonic Youth ospiti di un programma televisivo olandese.

Di seguito, il trailer del film concerto “Daydream Nation”:

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Fonte immagine in evidenza: https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:Sonic_Youth_live_20050707.jpg


 

Pubblicato il: 18/10/2022 da Skatèna