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Linkin Park: 19 anni dalla nascita di Hybrid Theory

Linkin Park: 19 anni dalla nascita di Hybrid Theory

di Davide Calcabrina

Una delle date da ricordare nella storia della musica del nuovo millennio è sicuramente il 24 ottobre del 2000.
Per completezza d’informazione, il salto temporale che dovremmo fare dovrebbe essere di qualche anno in più.

Los Angeles, 1996.
Mike Shinoda, Brad Delson e Rob Bourdon
, tre amici e compagni di liceo, accomunati dall’amore per la musica, decidono di formare un gruppo: nascono così i SuperXero.
È il 1996, siamo a Los Angeles, città culla dell’hip-hop, fazione west coast, ma anche città che da sempre accoglie creatività e multiculturalità, non solo nella musica.

Al trio di cui sopra si aggiunge Mark Wakefield, per un idillio che dura meno di due anni.
Con l’uscita di scena di Wakefield, fu chiamato nella line-up Chester Bennington.
Il nome della band fu nuovamente cambiato, ma questa volta fu scelto il nome Hybrid Theory, con cui diedero alle stampe l’omonimo EP nel 1999.

Non è ancora l’Hybrid Theory di cui oggi ricorre l’anniversario ma è impossibile non riscontrarvi la genesi.

Il nome non andava bene, a dire il vero non andarono benissimo neanche i primi live.
C’erano problemi di diritti: gli “Hybrid”, gruppo britannico, esistevano già e il mercato discografico non avrebbe dato il giusto credito ad un progetto che suonava come un mezzo plagio, almeno nel nome.

Chester Bennington veniva da Phoenix e, nel tratto di strada che percorreva per arrivare agli studi, era solito passare di fronte al Lincoln Park di Santa Monica, ora Christine Reed Park.

“Saremo i Lincoln Park” disse agli altri e l’idea piacque; in ogni città americana c’è un Lincoln Park, andarli a sentire ovunque sarebbe stato un ritrovarsi a casa.

Non andò proprio così.

Era il periodo in cui si cominciava ad affermare il concetto “non esisti se non esisti su internet” e nel registrare il nuovo sito, si accorsero che c’erano centinaia di domini registrati col nome “lincolnpark”.
Gli serviva un collegamento multimediale tra loro e il mondo, un link… “LINKIN PARK”… detto fatto.

Qualche altro live e arriva la telefonata della Warner.
La line-up cambierà ulteriormente prima di sedersi in studio per registrare il primo LP.

Arriviamo alla fatidica data. È il 24 ottobre 2000, in sala d’incisione si presentano Chester Bennington, Mike Shinoda, Brad Delson, Rob Bourdone, Joseph Hahn… i LINKIN PARK. Prende vita “Hybrid Theory”, uno tra gli album più importanti del nuovo millennio.

Prodotto da Don Gilmore, già produttore di altri mostri sacri tra i quali i Pearl Jam, l’album ha venduto oltre 30 milioni di copie nel mondo, dischi di platino e dischi d’oro come se piovessero.

Fatta eccezione per “Cure For The Itch” (strumentale) tutti i brani sono una miscellanea tra Rock e Hip Hop.

La canzone più nota resta “In The End” ma nell’album troviamo capolavori quali “Crawling”, “Runaway”, “Papercut” e tante altre… “Rap’n Roll” qualcuno lo definì.

Categorizzazioni che non piacquero mai alla band.

Sta di fatto che fu solo l’inizio di una storia che proiettò i Linkin Park nell’olimpo delle Rock Band e fece di “Hybrid Theory” uno dei 10 album d’esordio più venduti della storia della musica.

Pubblicato il: 24/10/2019 da Redazione Radio Città Aperta