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Sex Pistols: i 45 anni di “Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols”

Sex Pistols: i 45 anni di “Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols”

We’re so pretty, oh so pretty! / Vacant / But now… / And we don’t care!

 

di Karol Lapadula

Il 28 ottobre 1977 i Sex Pistols pubblicavano per la Virgin Never Mind the Bollocks, Here’s the Sex Pistols, il loro unico album ufficiale in studio, che debuttò direttamente al 1° posto della Official Albums Chart guadagnando il disco d’oro nel Regno Unito

Il titolo dell’album, dal significato evidentemente provocatorio (Never Mind The Bollocks potrebbe tranquillamente tradursi con un “sbattitene i coglioni”), suscitò scalpore in Gran Bretagna, tanto che il disco fu oggetto di censura sia da parte dei mass media che dei rivenditori, creando non pochi problemi di distribuzione.

  • Se c’è un disco che simboleggia meglio di ogni altro il mutamento di un’epoca, è questo. (Rockol)

All’epoca, la polizia fece irruzione nel negozio di dischi della Virgin di Londra intimando ai rivenditori di non esporre in pubblico immagini pubbliciatarie/manifesti raffiguranti la copertina dell’album dove si leggeva la parola bollocks per evitare una denuncia per oltraggio al pudore. Tuttavia, il 9 novembre 1977 il London Evening Standard mise in prima pagina la notizia “Polizia irrompe in un negozio di dischi punk”, e riportò come il manager della Virgin Records di Nottingham fosse stato arrestato per aver esposto in negozio copie del disco.

  • [Never Mind The Bollocks] ha fatto definitivamente esplodere il fenomeno punk in tutto il mondo […] e la sua influenza si avverte ancora oggi. (Ondarock)

I brani in esso contenuti sono stati in seguito inseriti in ordine sparso in varie compilation e raccolte. Alcune canzoni, successivamente, faranno parte, seppur in versioni differenti, della colonna sonora del film The Great Rock ‘n’ Roll Swindle, e del relativo album pubblicato nel 1979.

Indubbiamente i Sex Pistols sono stati una fashion punk band: d’altronde furono portati alla ribalta da quel geniaccio iconoclasta del loro pittoresco manager e partner in affari Malcolm McLaren, all’epoca compagno della stilista Vivienne Westwood.

Di seguito, il singolo God Save the Queen:

Sapevate che l’album avrebbe dovuto originariamente intitolarsi God Save Sex Pistols? La grafica di copertina fu affidata a Jamie Reid che evitò di piazzarvi la solita foto della band optando, invece, per un originale collage di scritte in stile punk.

Il titolo dell’album cambiò, in seguito, verso la metà del 1977, e fu ispirato ad una frase detta da Steve Jones, che raccontò di aver preso l’espressione Never Mind the Bollocks da due fan che se la ripetevano di continuo.

  •  [con questo album i Sex Pistols] sfondarono il muro di un decadente prog rock, ne recisero le velleità neoclassiche e vi opposero una studiata propaganda anarchica attraverso un veicolo sonico tutt’altro che approssimativo […] la band spedisce ai posteri un’arrogante, distorta (ma orgogliosa) idea di inglesità, una dimostrazione più reale e potente della Regina, un messaggio che entrerà a pieno titolo nella cultura e nella tradizione popolare del Paese.

Di seguito, la clip ufficiale di Pretty Vacant, il terzo singolo dei Sex Pistols pubblicato dalla Virgin il 2 luglio 1977. Il riff del basso di Glen Matlock è ispirato a quello della canzone S.O.S. degli ABBA:

Con Pretty Vacant la band fece la sua prima (ed ultima) apparizione nel programma musicale inglese Top of the Pops:

La B-side di Pretty Vacant è una cover di No Fun degli Stooges che dura ben sette minuti, ovvero il doppio della versione originale, e di seguito ve la propongo in versione live (1/14/1978 – Winterland – San Francisco, CA):


 

Pubblicato il: 28/10/2022 da Skatèna