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Ricordando Nick Drake, genio invisibile: “Fly”

Ricordando Nick Drake, genio invisibile: “Fly”

Now if it’s time to recompense for what’s done
Come, come sit down on the fence in the sun
And the clouds will roll by
And we’ll never deny
It’s really too hard for the fly

 

di Skatèna

 

Il 25 novembre 1974 moriva a Tanworth in Arden per un’overdose di antidepressivi Nick Drake, poeta e chitarrista inglese, autore di canzoni dai testi spesso ermetici, criptici e minimali. Era nato il 19 giugno 1948 a Yangon, Myanmar (Birmania). 

La musica di Nick Drake, romantica e allo stesso tempo decadente, ha tratto ispirazione dai poeti maledetti della letteratura europea dell’Ottocento e, ancora oggi, continua ad esercitare una notevole influenza su numerosi artisti.

Solitario e sensibile, introverso e timido, intenso e taciturno, Drake non riscosse successo quando era in vita e, come spesso accade quando si tratta di artisti geniali, il suo talento fu riscoperto ed apprezzato solo dopo la sua morte: egli divenne infatti un vero e proprio mito per generazioni di musicisti e appassionati.

I testi delle sue canzoni parlano di amori perduti, solitudine, voglia di infinito e speranza, e sono tutti attraversati dalla sua depressione, dalla sua enorme insicurezza, dal suo tormento interiore: Drake riuscì infatti a trasporre in musica non solo le sue emozioni, ma soprattutto il dolore che aveva provato quando era in vita.

Per ricordarlo, vi propongo l’ascolto di Fly, canzone contenuta nel suo secondo album del 1970 Bryter Layter, in cui Drake é accompagnato da alcuni elementi del gruppo folk dei Fairport Convention (nella canzone compare la viola di John Cale dei Velvet Underground!):

 

 

Pubblicato il: 23/11/2020 da Skatèna