AIR: 25 anni fa usciva il loro gioiello electro-pop “Moon Safari”
Il 27 gennaio 1998 il duo parigino di musica elettronica AIR composto da Nicolas Godin e Jean-Benoit Dunckel pubblicava per la Source Moon Safari, pietra miliare electro-pop che li rese famosi in tutto il mondo.
Ad ispirare gli AIR, oltre alla musica di Pink Floyd, Debussy ed Ennio Morricone, anche i generi più disparati, dal trip hop al lounge, dal pop al synth rock, dal funk al soul, fino ad arrivare alla new wave e alla musica per sintetizzatore degli anni sessanta.
- Nell’elettronica di Godin e Dunckel lo spazio per campionamenti e spunti danzerecci è ridotto all’osso; il desiderio del duo non è far ballare, bensì far sognare e innamorare i propri ascoltatori. Una volontà che si nasconde dietro lo stesso nome Air, acronimo per Amour, Imagination, Rêve (Amore, Immaginazione, Sogno in italiano) […] Un capolavoro sospeso in una sognante atemporalità, nel quale suoni tipici del passato vengono recuperati e reinterpretati in chiave moderna e “spaziale” senza mai incorrere nel rischio di stucchevolezza o noia. (Indie for Bunnies)
Durante le recording sessions, avvenute a Parigi, gli AIR si servirono, oltre che dei classici “strumenti da band” (chitarra acustica, batteria, armonica a bocca), anche di un glockenspiel, un synth Moog, un Mellotron e un vocoder.
- Una terapia, una lezione. “Moon Safari” ci insegnò che i pezzi strumentali non erano una palla di piombo come il prog di papà, ci insegnò che si poteva fare pop elettronico senza suonare anni 80, che il pop non è un jingle, ma è sogno, è arte che rincorre l’idea di amore […]. Ma soprattutto, sia lode a Dunckel e a Godin, “Moon Safari” ci diede una buona ragione per bruciare la camicia di flanella. (Onda Rock)
Di seguito, un video con la prima traccia del disco, La Femme d’Argent, brano strumentale dalle atmosfere oniriche e psichedeliche:
- “Moon Safari” degli Air è un caso più unico che raro per la musica realizzata negli Anni Novanta, tante sono le influenze di generi e artisti provenienti da diverse epoche a collidere in un album d’esordio imprescindibile alla nascita del filone downtempo. I primi sintomi elettronici in collaborazione con Etienne de Crécy hanno infatti lasciato spazio ad una visione pop più ampia che si avverte fin dalle prime note de “La Femme D’Argent”, in quel moog a braccetto di un funk sincopato debitore di Edwin Starr. (Kalporz)
Pubblicato il: 27/01/2023 da Skatèna