Caterina Caselli – Nessuno Mi Può Giudicare (Movie Version)
Dovresti pensare a me
E stare più attento a te
C’è già tanta gente che ce l’ha su con me, chi lo sa perché?
Il 5 febbraio 1966 Caterina Caselli era prima in classifica con Nessuno mi può giudicare, brano che la lanciò come cantante beat di grande successo, prima dell’abbandono della musica cantata a favore della musica prodotta. La Caselli divenne infatti, negli anni successivi, una delle principali imprenditrici del disco operanti in Italia.
L’impatto della canzone (scritta da autori del Clan Celentano come Pace, Panzeri, Beretta e Del Prete per il Festival di Sanremo del 1966) fu molto forte.
- […] un elemento di grande rilievo era il titolo, che echeggiava antagonismo e rabbia giovanile. Un altro elemento derivava dal passaggio dal maschile al femminile, nella interpretazione della Caselli la traditrice consapevole e determinata, che tiene il futuro della coppia nelle mani, è la donna, e questo faceva un effetto notevole nell’Italia del 1966 (inizio 1966), che si affacciava timidamente alla rivoluzione dei costumi che sarebbe partita da lì a poco, nel 1968. A questo si aggiungeva una parte musicale molto efficace, pienamente beat e dal ritmo incalzante, veicolo ideale per il successo, e il look indovinato della Caselli ventenne, affidato ai parrucchieri di Milano Vergottini, dal direttore artistico della CGD, Franco Crepax. I Vergottini inventarono per lei una pettinatura a caschetto biondo platino, in stile vagamente Op-Art, che valse alla Caselli da quel momento in poi il soprannome “casco d’oro”. (Musica & Memoria)
Nessuno mi può giudicare arrivò al secondo posto a Sanremo, dietro Dio come ti amo di Domenico Modugno e Gigliola Cinquetti, ma rimase al primo posto nelle vendite fino a tutto aprile.
- La carica protestataria della canzone non si è esaurita con gli anni ’60. La spavalda affermazione della propria individualità e la noncuranza delle convenzioni e del giudizio della gente non è sfuggita a un soggetto sociale che negli ultimi anni si è posto l’obiettivo di affermare il proprio diritto alla diversità. Alludiamo ovviamente al movimento gay, che ha fatto di Nessuno mi può giudicare il proprio inno, risuonante in versione disco ad ogni manifestazione “gay pride”. (Musica & Memoria)