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Lou Reed, “Perfect Day” e il parallelismo con “Per Elisa” di Alice/Franco Battiato

Lou Reed, “Perfect Day” e il parallelismo con “Per Elisa” di Alice/Franco Battiato

Just a perfect day
You made me forget myself
I thought I was
Someone else, someone good

 

di Karol Lapadula

2 marzo 1943 – Nasce a New York il rock’n’roll animal per antonomasia, l’artista di culto Lou Reed: “un’icona, un archetipo, un mito” come è stato definito dalle pagine di Onda Rock, una leggenda purtroppo non più vivente, visto che ci ha lasciati nel 2013 che aveva 71 anni.

In suo omaggio voglio proporvi l’ascolto di Perfect Day:

Incisa il 31 agosto 1972 ai Trident Studios di Londra durante le session di Transformer, Perfect Day (come poi anche il resto dell’album) venne prodotta da David Bowie e Mick Ronson, quest’ultimo all’epoca chitarrista degli Spiders from Mars oltre che autore dell’arrangiamento e dell’accompagnamento al pianoforte.
La canzone venne dunque pubblicata su 45 giri il 24 novembre 1972 come lato B di Walk on the Wild Side.
Di rado Lou Reed la eseguì durante i suoi concerti: tuttavia essa divenne molto celebre negli anni ’90 grazie soprattutto alla sua citazione nel film di Danny Boyle Trainspotting (in particolare, nella scena in cui Renton va in overdose, sprofondando nell’incoscienza). Nel 1997 Lou Reed incise una nuova versione di Perfect Day per scopi benefici (evento pro UNICEF organizzato dalla BBC), a cui presero parte David Bowie, Bono, Elton John, Laurie Anderson e Tom Jones registrando un verso della canzone a testa.
Quanto alla genesi del pezzo, esso fu scritto da Lou dopo una giornata trascorsa a Central Park insieme alla fidanzata (e futura prima moglie) Bettye Kronstad.
Il testo è stato spesso interpretato come attinente a una storia d’amore, ma alcuni vi hanno visto una romanticizzata metafora della dipendenza di Reed dall’eroina (e qui calza a pennello il parallelismo con Per Elisa, la canzone di Battiato cantata da Alice e di cui potete leggere qualche curiosità su un altro mio articolo).
Tante sono le ragioni per le quali una giornata può definirsi perfetta: per esempio, può esser tale una giornata se vissuta con la compagnia giusta, quella che ci fa vibrare e sentire vivi più di ogni altra cosa, o che ci fa dimenticare per un po’ dei problemi che ci attanagliano quotidianamente…
  • Che la compagnia giusta sia una persona o una siringa di eroina è una “sfumatura” lasciata alla libera interpretazione dell’ascoltatore. «Non puoi chiedermi di spiegarne il testo, perché non lo farò». È così che risponde Lou Reed in questa intervista su The Guardian, schivando la domanda diretta sul significato della canzone. Il testo, infatti, si presta alla celebrazione di una giornata perfetta, ma “perfect day” è anche un’espressione gergale che indica il cosiddetto sballo da eroina. Il titolo di questa canzone non è, probabilmente, l’unico indizio sapientemente seminato da Reed nell’ambito del brano che possa suggerire un’interpretazione focalizzata sull’uso di una qualche sostanza. Complice è anche il modo “cantilenante” con il quale la canzone viene cantata: un tono che lascia pensare ad una quieta euforia, ad un felice lasciarsi andare; ad un abbandonarsi, finalmente, alla sensazione totalizzante e appagante scaturita da una giornata perfetta… o da un perfect day. (unamusicapuodire.it)

Il brano si conclude col ripetersi, a mo’ di avvertimento, dello stesso verso, che recita:
You’re going to reap just what you sow
ossia raccoglierai ciò che hai seminato.

Fonte immagine in evidenza https://www.flickr.com/photos/home_of_chaos/10555316443 Attribution 2.0 Generic (CC BY 2.0)
Pubblicato il: 02/03/2021 da Skatèna