Richard Benson e il mitico sacrificio del pollo “nel Natale del male”
Compie gli anni oggi Richard Benson (Woking, 10 marzo 1955), chitarrista, cantante e personaggio televisivo italiano di origine britannica.
Attivo nell’underground romano dei primi anni ’70, ha anche condotto diverse trasmissioni televisive e radiofoniche a sfondo musicale, anzi è tra le figure storiche delle emittenti private romane, avendo costruito la sua fama soprattutto grazie ai suoi spettacoli, nei quali spesso è stato vittima di insulti e lanci di oggetti sul palco.
Ed è in riferimento ad uno di questi episodi che oggi voglio festeggiare il suo compleanno, proponendovi la visione di un video divertentissimo in cui il nostro, dopo aver ricevuto un pollo lanciatogli da uno spettatore, lo prende in mano ed urla:
“Un pollo, un pollo! Possiamo sacrificare questo pollo a Satana! Nel Natale del male…”.
Ma se pensate che Benson sia stato solo questo, vi sbagliate alla grande.
Quando con la sua famiglia si trasferì dall’Inghilterra in Italia, a Roma, Richard, pressoché ventenne, iniziò a militare in varie band di rock sperimentale e progressive, tra cui i Buon Vecchio Charlie, con cui fece anche un disco.
- Un disco intenso, pervaso da quella vena acoustic folk prog rock degli anni ’70 – c’è qualcosa dei Black Widow di “Come to the sabbat”, si sentono le influenze dei Genesis, ovviamente dei Pink Floyd dell’iniziale periodo psichedelico e c’è qualcosa della P.F.M. dei tempo migliori e del Banco Del Mutuo Soccorso – ed è un piacere da ascoltare. Il disco è stato un successo in Giappone ed è stato l’ultimo disco di questa meravigliosa band. (fonte: synapsisblog)
Di recente, nel 2015, Benson ha dato alle stampe un nuovo disco: L’inferno dei vivi.
La produzione, il missaggio ed i videoclip dei singoli estratti sono opera di Federico Zampaglione e Francesco Zampaglione dei Tiromancino.
Il primo singolo, “I Nani”, divenne una specie di hit e fece milioni di visualizzazioni su YouTube.
Da ultimo, riporto una riflessione di Filippo Pellegrino su Benson:
- […] Un altro aspetto che rende Benson immortale e unico nel suo genere è il sempre vago confine tra persona e personaggio. Accusato di raccontare montagne di frottole, nel corso degli anni – proprio grazie allo stesso internet responsabile del suo massacro – sono emerse testimonianze che affermano quanto lui raccontò in interviste e trasmissioni (la sua origine britannica, le sue svariate donne e altri aneddoti sparsi). Nonostante qualche certezza in più, è ancora difficile definire un netto confine. Richard Benson è un uomo dotato di una sensibilità artistica fin troppo rara in Italia e nel suo scimmiottare la cultura rock lascia sempre una genuina scia di verità. Benson è un Andy Kaufman nostrano prestato al mondo della musica e simbolo di una controcultura il cui aspetto viene deriso poiché troppo difficile da accettare e comprendere. Capire Benson richiede infatti un enorme sforzo empatico con cui poche persone provano a confrontarsi, spaventate dalla loro mancanza di mezzi per farlo. Ed ecco che inevitabilmente si cede allo sfottò e al riso, le uniche meschine armi a nostra disposizione per difenderci dall’ignoranza dei sentimenti. La grande frode comica di Benson è un tesoro che è stato a lungo abbandonato a sé stesso e trafugato ripetutamente da chi non sapeva riconoscerne il valore. Se al medesimo destino dovessero essere lasciate anche altre sincere espressioni d’arte, come diceva il buon Richard, dovresti spaventarti.
Pubblicato il: 10/03/2020 da Skatèna