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2030: il futuro distopico “profetizzato” dagli Articolo 31 è realtà?

2030: il futuro distopico “profetizzato” dagli Articolo 31 è realtà?

di Skatena

2030 è un singolo degli Articolo 31 pubblicato nel 1996 come terzo estratto dal loro terzo album in studio Così com’è.
Il testo della canzone sembra ben adattarsi a quello che sta avvenendo proprio in questi giorni di emergenza da #coronavirus.

Roma 28 Febbraio 2035 ore 18
Archivio Nucleo Operativo Comitato Censura Audio
Sequestro n.61440031, brano di contenuto sovversivo n.2354779
Provenienza Milano blocco Venier, Baraccopoli smantellati
Autori processati e condannati a riprogrammazione neuronica
In data 5 Agosto 2031, mix completo
Corre l’anno 2030
E mi ritrovo che di anni quasi ne ho 60
Il mio pizzetto è grigio, e di capelli sono senza
E Ambra è il primo presidente donna
(Uhu) Il cielo quasi non si vede più
Si esce con la maschera antigas
Sull’autobus c’è la business class
E per entrare in chiesa, (uhu), ci vuole il pass
Ormai si parla solo tramite Internet
E il parlamento c’ha la sede ad Hammamet
Ci si spara nella metropolitana
Fra Nord e Sud c’è la dogana
Però tutti si veste Dolce & Gabbana
E la mia mente indietro vola
Veloce fila a prima del 2000
Tanti anni fa quando si era in tempo, adesso no
E oltre contro c’erano i pro, perciò ho
Tanta nostalgia degli anni novanta
Quando il mondo era l’arca e noi eravamo Noè
Era difficile, ma possibile
Non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perché
C’era chi aveva voglia, c’era chi stava insieme
C’era chi amava ancora nonostante il male
La musica, c’era la musica, ricordo
La musica, la musica, c’era la musica
Siamo nell’anno 2030
Loro controllano televisione e radio
C’è un comitato di censura audio
Valutano, decidono, quello che sì, quello che no
Ci danno musica innocua, dopo il collaudo
Sanremo lo presenta Mike Bongiorno insieme a Baudo
Con i fiori e la scenografia spettacolare
Quest’anno ha vinto Bossi che è tornato a cantare
Corre l’anno 2030
L’Italia ha venduto il Colosseo alla Francia, Venezia affonda
2030 e un giorno sì e uno sì scoppia una bomba
2030 e stiamo senza aria
Ma odio ce ne abbiamo in abbondanza
Prima divisero Nord e Sud, poi città e città
E, pensa, adesso ognuno è chiuso nella propria stanza
L’intolleranza danza, non c’è speranza, ho
Tanta nostalgia degli anni novanta
Quando il mondo era l’arca e noi eravamo Noè
Era difficile, ma possibile
Non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perché
C’era chi aveva voglia, c’era chi stava insieme
C’era chi amava ancora nonostante il male
La musica, c’era la musica, ricordo
La musica, la musica, c’era la musica
Questo è l’anno 2030 qui chi pensa è in minoranza
Ma non ha importanza non serve più (uhu)
2030 l’indifferenza è una virtù
I cyber-nazi fanno uno show in TV
I liberatori picchiano barboni in nome di Gesù, (uhu)
L’inno nazionale suona tipo marcia funebre
Il sesso virtuale è più salubre in quanto che c’è
Un virus che si prende tramite il sudore
E in 90 ore si muore
L’HIV in confronto sembra un raffreddore
È un esperimento bellico sfuggito
E il risultato è che nessuno fa l’amore
E io sono fuorilegge in quanto di questo parlo
In quanto penso a quando questo
Potevamo anche fermarlo
Adesso è tardi, per un poeta pirata che spera i bei ricordi e ha
Tanta nostalgia degli anni novanta
Quando il mondo era l’arca e noi eravamo Noè
Era difficile, ma possibile
Non si sapeva dove e come, ma si sapeva ancora perché
C’era chi aveva voglia, c’era chi stava insieme
C’era chi amava ancora nonostante il male
La musica, c’era la musica, ricordo
La musica, la musica, c’era la musica
Tipo senti qua

Video e analisi della canzone

Il brano parte con un pezzo parlato, che simula la registrazione fatta nel 2035 da un agente del “nucleo operativo censura audio” mentre archivia un brano dal contenuto sovversivo, e per questo sequestrato. L’agente fa riferimento anche alla condanna degli autori, che sarebbero stati processati e condannati a riprogrammazione neuronica, nel 2031.
2030 parla di un futuro distopico, sconvolto da vari accadimenti che fanno ripensare con nostalgia agli anni novanta: tra i vari elementi che caratterizzano l’Italia del 2030 emergono un clima di notevoli tensioni sociali (“Ci si spara nella metropolitana”, “Per entrare in chiesa ci vuole il pass”, “Un giorno sì e uno si scoppia una bomba”, “I liberatori picchiano i barboni in nome di Gesù”), una netta differenza tra ricchi e poveri (“Sull’autobus c’è la business class”), lo smembramento dello Stivale in tanti staterelli a seguito delle spinte secessioniste (“Fra Nord e Sud c’è la dogana”, “Prima divisero Nord e Sud, poi città e città”), una crescente alienazione sociale (“Ormai si parla solo tramite Internet”) dovuta anche alla diffusione di una malattia infettiva altamente contagiosa e dal rapidissimo decorso (“Un virus che si prende tramite il sudore, e in novanta ore, si muore, l’HIV in confronto sembra un raffreddore”) e il carattere inerte e conformista della maggior parte della popolazione (“Qui chi pensa è in minoranza, ma non ha importanza, non serve più”, “2030, l’indifferenza è una virtù”). L’ambiente è inquinato tanto che “il cielo quasi non si vede più”, e il potere è stato assunto da un’élite che cerca di mantenerlo con il monopolio dell’informazione e dell’intrattenimento (“C’è un comitato di censura audio, valutano, decidono, quello che sì, quello che no, ci danno musica innocua dopo il collaudo”).
Di fronte a un simile sconforto, gli Articolo 31 credono di potersi consolare solo aggrappandosi ai ricordi degli anni novanta, quando ancora questo cupo scenario non si era realizzato, e la musica avrebbe ancora potuto salvare il mondo.
Il video termina con Ax e Jad che vengono deportati dal gruppo di una sorta di soldati donne, probabilmente per aver denunciato nella loro canzone l’orribile scenario del 2030.
Pubblicato il: 13/03/2020 da Skatèna