Senti come suona “SxM”, il capolavoro dei Sangue MistoCon le iene di dietro e i cani sciolti davanti…
Lo stile e la moda legati all’universo trap sono probabilmente tra gli argomenti che più hanno fatto discutere negli ultimi tempi. Un universo percepito spesso come assolutamente incompatibile con quelli che sono stati i gusti della mia generazione, abituata ad ascoltare in adolescenza altri generi – dal rock al metal al reggae al punk passando per l’old school hip hop – che facevano dell’opposizione ai valori del mainstream uno dei cardini del loro “successo”.
Trap a parte, si sta assistendo ad un ritorno in auge del fenomeno hip hop (anche se talvolta in chiave fashion/modaiola), in particolar modo di una delle sue 4 discipline, ovvero l’MCing, anche noto come rap.
Si fa rap ovunque e lo si sente dappertutto, dalle pubblicità in televisione a Sanremo. Su YouTube ultimamente sono stati caricati diversi tutorial con consigli e tecniche per imparare a rappare. Insomma, tutti segnali che ci mostrano come il fenomeno sia tornato prepotentemente sotto i riflettori, ragion per cui merita di essere riscoperto nelle sue origini.
Il discorso potrebbe farsi certo molto interessante, ma anche “un tantino” lungo. Cercherò di concentrami allora su quella che è la scena nostrana andando a rispolverare una delle perle se non proprio il capolavoro per eccellenza dell’hip-hop italiano, SxM dei Sangue Misto.
Carneade, chi era costui?
(Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi)
E in chiave moderna, noi ci chiediamo: i Sangue Misto, chi erano costoro?
Cerchiamo di scoprirlo inquadrandoli storicamente e partendo da un fatto di cronaca… in cui c’entrano nientepopodimeno che… quelli della banda della Uno bianca…
Abbiamo avuto il piombo, il fango ed ogni giorno
la dose quotidiana di merda che ci cade attorno
(Sangue Misto, Cani Sciolti)
Siamo nell’Emilia Romagna di fine anni Ottanta, e una banda di individui semina il panico commettendo rapine, estorsioni ed omicidi. Ma un fatto in modo particolare colpisce l’opinione pubblica: una pattuglia di tre carabinieri viene trovata crivellata di colpi al Pilastro, quartiere periferico di Bologna. I giornali dell’epoca parlano di omicidio commesso da killer professionisti. Solo anni più tardi si scoprirà che gli autori – insieme a tutta una serie di altri crimini – sono stati invece commessi da appartenenti alle forze dell’ordine servendosi di una Uno bianca.
Di seguito, un documentario sulla “banda della Uno bianca“:
Fu così che a Bologna la presenza delle guardie si intensificò e ad esser presi di mira furono anche i centri sociali, che vivevano costantemente sotto la minaccia dello sgombero. Tra questi, l’Isola nel Kantiere, spazio occupato nel centro della città nel 1988, uno dei luoghi più vivaci della scena underground italiana dell’epoca, in cui erano soliti esibirsi gruppi musicali, con rassegne di b-movies, skating e happening cittadini; il Kantiere ospitava inoltre una speciale serata Ghettoblaster dedicata alla musica rap.
Dall’Isola furono organizzate anche manifestazioni a carattere socio-politico, tra le quali Stop al Panico, in risposta al clima di tensione dovuto alla “banda della Uno bianca”.
Eravamo tutta gente che veniva dal Hc, dal punk… poi con i Public Enemy, NWA, Beastie Boys, EPMD ci siamo innamorati nel rap. Abbiamo preso il microfono e chi si è intrippato a fare basi, a fare il dj e abbiamo iniziato a fare questa cosa qui. (Ghoper D)
Stop al Panico era anche il titolo di una canzone rap di Treble, Speaker Deemo, Deda e Ghoper D tutti facenti parte dell’Isola Posse All Star, crew formata in pratica da tutti artisti che gravitavano all’ interno dell’Isola del Kantiere.
Dopo Stop al panico, Treble lasciò la crew, ma arrivarono nella formazione Papa Ricky, Dj Gruff e Neffa (quest’ultimo aveva militato nei Negazione come batterista) che rilasciarono un nuovo singolo, Passaparola (Century Vox), con cui parteciparono ad Avanzi, trasmissione in onda su Rai 3 condotta da Serena Dandini.
Da questa traccia si comincia a intravvedere quello che sarà poi lo stile di SxM dei Sangue Misto, con Dj Gruff agli scratch e produzioni, e la perfetta intesa lirica di Neffa e Deda.
- L’Hip Hop e la “cultura dello stile” furono un veicolo importante per rinnovare le modalità della lotta sociale dall’autoreferenzialità del modello stile-anni ’70. Nel corso della seconda metà degli anni ’90 però, l’HH si è allontanato dai movimenti, e con la progressiva divisione delle quattro discipline, la scena doppia H degli anni 2000 è stata sostanzialmente estranea a forme di organizzazione e coinvolgimento socio-politico. Da qualche anno, forse a causa della crisi economico-partitica e dei vari #occupy, ma anche di una rinnovata attenzione alla memoria e alla conoscenza delle origini della cultura, la scena italiana ha riacquistato una inattesa amalgama militante. I centri sociali tornano ad ospitare jam e battles, e la il ponte fra old/new school garantito dalla generazione dei “nuovi trentenni”, forma una coscienza collettiva basata non solo sull’havin’ fun. (Nexusmoves)
I Sangue Misto e SxM
I Sangue Misto sono stati, dunque, uno dei primi gruppi hip hop italiani: sappiamo che si sono formati a Bologna nei primi anni Novanta, che ne facevano parte Neffa e Deda (rappers), e DJ Gruff (rapper, DJ, producer), e che tutti e tre provenivano dalla storica crew Isola Posse All Stars, nata alla fine degli anni ’80 come espressione del centro sociale Isola Del Kantiere di Bologna.
Il loro unico album SxM (Century Vox Records, 1994) é entrato a pieno diritto nell’olimpo delle pietre miliari musicali, con le sue dodici bomb-tracks (compresa l’intro) che hanno cambiato per sempre il corso dell’hip hop italiano: tutti pezzi scritti da Neffa e Deda che, in questo lavoro, si sono dilettati a surfare tra l’hardcore hip-hop, il raggamuffin, il boom bap e il conscious, prediligendo suoni jazz e funk dai risvolti psichedelici.
SxM fu prodotto a Bologna tra via Irnerio 18 e il grattacielo Massarenti, e registrato presso il Fonoprint Studio: un disco seminale, il cui stile si avvicina molto a quello dell’East Coast rap statunitense, un gioiello che non solo “rivoluzionò il mondo del rap italiano per sempre“, ma rese i Sangue Misto “una delle band più influenti a metà anni Novanta“.
- Il disco di Sangue Misto è partito dal fatto che volevamo fare musica e fumare, e confezionare spinelli, come dice la intro: ‘E fumare, e fumare’. Lì proprio c’è, credo che ci sia tutto. Poi ovviamente, ai tempi, era anche un po’ fare il finto fricchettone, cioè l’idea era anche si però intanto si parlava dei ‘Cani Sciolti’, di queste cose qua, non è che fosse solamente ‘sì, facciamoci le canne e vaffanculo al mondo’. No, noi nel mondo volevamo ancora starci dentro e fare qualcosa. (Dal documentario “Numero Zero – Alle origini del rap italiano”)
Al momento della pubblicazione l’album non riscosse alcun successo a livello commerciale, soprattutto per via di un mercato ancora incapace di accettare l’hip-hop come una musica di pari dignità rispetto agli altri generi.
- La scena italiana restava spesso ai margini della radio e della Tv: scettica, incompresa […] Perfino un album perfetto e avanguardista come ‘SxM’ dei Sangue Misto non venne celebrato ovunque come avrebbe meritato. E anche oggi non è cambiato poi molto. (Paola Zukar sui Sangue Misto, tratto da “Rap – Una storia italiana”).
SxM é stato ristampato tre volte: nel 2000, nel 2005 e nel 2018, in quest’ultimo caso in vinile dalla Tannen Records con l’aggiunta di una versione deluxe contenente un poster ufficiale del tour dei Sangue Misto del 1995, a testimonianza del culto intorno all’opera guadagnato negli anni.
- Negli anni SxM è diventato un fenomeno di culto che ha travalicato il mondo hip hop, passato da quella fase pionieristica ai numeri da capogiro di oggi, per diventare per molti “il disco della vita”. (Rolling Stone Italia)
Il vinile uscì in 3.000 copie, mentre il cd poco di più: una tiratura super minimale. Noi di base eravamo roba di nicchia, per niente radio-friendly. Provammo a fare un singolo e un video, ma furono passati qualche volta su MtV o su Radio Dj e poi basta. E anche ai live a volte capitava che non ci fosse tantissima gente. Cento strippati sotto al palco. Non che a noi importasse più di tanto. Eravamo nel “viaggio super b-boy” e ci interessava soltanto fare due ore di freestyle. (Deda intervistato per Rolling Stone Italia)
Di seguito, l’official videoclip di Senti come suona, la sesta traccia dell’album:
Dicono di SxM…
- […] non ci sono solo le canne dietro, ma una selezione musicale raffinata ed eclettica, con campioni stilosi e mai volgari, e una palette bella vasta: si va dagli echi West Coast e ragga di La Parola Chiave all’orgia di scratch nel ritornello della minimale Cani Sciolti; e poi l’acid jazz di Senti Come Suona (con uno splendido solo di sax in coda), il tiro soul-funk di In Dopa con feat. di Soulee B, il liquido evaporare di Fattanza Blu. Le rime dei tre sono agili, fluide e divertenti, inserite in un flow che scorre morbido e raffinato e declinate anche attraverso tutta una serie di gerghi e neologismi entrati poi stabilmente nel lessico di ogni buon drogatello che si rispetti (sdruso, trombarduolo, gremare, plasticone, giansugoso). (Sentire Ascoltare)
- Il lavoro del trio è sensazionale, fortemente caratterizzato da suoni allucinati, storditi, drogati, intrisi dei fumi densi della marijuana. Più che un ascolto musicale tipico, l’album è un trip visionario, un esempio di come la scena italiana potesse esprimere una declinazione dell’hip-hop tutt’altro che formulaica e stereotipata (uno stigma che ancora oggi si porta dietro, non sempre corroborato dai fatti). Il clima cupo, minaccioso e angosciato che viene narrato dal primo disco dei Sangue Misto è quello di una Bologna dei centri sociali chiusi dalla repressione delle forze dell’ordine, è il testamento spirituale di una generazione di giovani ai margini della società, afflitti da un malessere psicologico asfissiante. (Onda Rock)
- Il suono era cupo, angosciante e ipnotico. Le rime ora erano decisamente “conscious”, come in Lo straniero o Cani sciolti – a testimoniare la precedente militanza dei membri del gruppo nell’Isola Posse All Stars e nel circuito delle occupazioni -, ora tendevano al cazzeggio. Tra le barre saltavano fuori di continuo geniali rapsodie, e citazioni iconiche che ancora oggi capita di sentire sulla bocca di qualcuno oppure sui social network. Perché negli anni SxM è diventato un fenomeno di culto che ha travalicato il mondo hip hop, passato da quella fase pionieristica ai numeri da capogiro di oggi, per diventare per molti “il disco della vita”. (Rolling Stone Italia)
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Articolo a cura di Karol Lapadula.
Fonte immagine in evidenza: https://commons.m.wikimedia.org/wiki/File:Sangue_Misto.jpg, autore Orlando Riccardo, licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 4.0 International.
Pubblicato il: 07/04/2020 da Skatèna