Ricordando Gianni Rodari: “In principio la Terra era tutta sbagliata”
Io considero mio committente il movimento operaio e democratico più che il mio editore
Il 14 aprile del 1980 moriva a Roma Gianni Rodari, il più grande scrittore di favole e filastrocche del Novecento italiano.
Da anni le sue opere ci raccontano una realtà sempre attuale, descrivendo lucidamente sentimenti ancora veri, e nella loro semplicità geniale ci fanno riconoscere. Sono storie moderne, ma incastonate in una forma ‘classica’, e per questo universale ed eterna.
- Lo amavano i bambini, i maestri che amano l’insegnamento e milioni di lettori sparsi in tutto il mondo. Molto meno i critici di professione, che lo consideravano con sussiego. (Il Sole 24 Ore)
Rodari è stato un rivoluzionario, un visionario. Educare al rispetto, alla tolleranza, alla pace, all’armonia i bambini attraverso il linguaggio ludico delle filastrocche è geniale.
- Critico nei confronti della scuola («riformatorio a ore» la chiama nel 1968) lo scrittore si avvicina al Movimento di cooperazione educativa e immagina una nuova figura di insegnante. L’idea di intellettuale collettivo mutuata da Antonio Gramsci lo accompagnò per tutta la vita. (Il Manifesto)
Per omaggiare Rodari, vi propongo la lettura di queste sue poesie:
- In principio la Terra era tutta sbagliata/ renderla più abitabile fu una bella faticata/ Per passare i fiumi con c’erano ponti,/ non c’erano sentieri per salire sui monti./ Ti volevi sedere? Neanche l’ombra di un panchetto./ Cascavi da sonno? Non esisteva il letto./ Per non pungersi i piedi, né scarpe, né stivali./ Se ci vedevi poco, non trovavi gli occhiali. Per fare una partita, non c’erano palloni;/ mancavan la pentola e il fuoco per cuocere i maccheroni,/ anzi, a guardar bene, mancava anche la pasta./ Non c’era niente di niente: zero più zero e basta./ C’erano solo gli uomini con due braccia per lavorare,/ e agli errori più grossi si poté rimediare./ Da correggere, però, ne restano ancora tanti:/ rimboccatevi le maniche, c’è lavoro per tutti quanti!
- Gli uomini blu. Giovannino Perdigiorno, girando intorno a Corfù,capitò nel paese degli uomini blu. Vedendo un uomo bianco quelli si spaventarono: lo legarono mani e piedi e in gabbia lo ficcarono. Poi dodici professori e duecento studenti lo studiarono in lungo e in largo, gli contarono i denti. Misurarono la sua testa, scoprendo con stupore che aveva due occhi, un naso e il raffreddore. Lo fecero camminare, parlare del meno e del più, e conclusero: “Ma guarda, sei un uomo pure tu! Credevamo fossi un mostro perché non sei turchino: tante scuse per lo sbaglio, vieni, bevi un bicchierino…”.
- L’arcobaleno
Va per la strada una bambina
con un ombrello di sette colori,
sotto la pioggia grigia cammina
con quel piccolo arcobaleno:
e nel suo cuore c’è sempre il sereno.
Breve bio
Nato a Omegna nel 1920, dopo aver conseguito il diploma magistrale, Gianni Rodari per alcuni anni insegnò nelle scuole. Dopo la seconda guerra mondiale, intraprese la carriera giornalistica, collaborando con diversi periodici, tra cui «L’Unità», il «Pioniere», «Paese Sera». A partire dagli anni Cinquanta iniziò a pubblicare anche le sue opere per l’infanzia, che fin da subito ottennero un enorme successo sia di pubblico che di critica. I suoi libri sono stati tradotti in tante lingue e hanno meritato diversi riconoscimenti, fra cui, nel 1970, il prestigioso premio «Hans Christian Andersen», considerato il «Nobel» della letteratura per l’infanzia. Negli anni ’60 e ’70 Rodari prese parte a conferenze e incontri nelle scuole con insegnanti, bibliotecari, genitori e alunni, e proprio dagli appunti raccolti in queste circostanze vide la luce, nel 1973, Grammatica della fantasia, punto di riferimento per quanti si occupano di educazione alla lettura e di letteratura per l’infanzia. Tante sono le forme che Rodari ha saputo dare alla fantasia, tramite invenzioni che rimangono insuperabili. Tra le sue opere più significative: Le avventure di Cipollino, Gelsomino nel paese dei bugiardi, Filastrocche in cielo e in terra, Favole al telefono, Il libro degli errori, C’era due volte il barone Lamberto.
[Fonte: 100giannirodari.com]
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Pubblicato il: 14/04/2024 da Skatèna