In ricordo del Maestro Luis
di Romualdo e Massimiliano Montenz
da Allende a Greenpeace, La Più Bella Storia d’Amore..
Ci è stato detto che in queste ultime ore, il grande Maestro Luis sia morto a causa del piccoletto “covid-19”. Ovviamente è un FAKE! Semmai volessimo fare corretta cronaca dovremmo aggiungere che gli esseri Umani di oggi si sono rivelati inadeguati ed al cospetto di “Madre NATURA” hanno rivelato tutte le loro debolezze ed inadeguatezze. E semmai è lo scrittore, il poeta, l’Uomo di mille battaglie, che ha deciso che stavolta NON valeva la pena combatterne un’altra… A far dell’ironia potremmo aggiungere che L’Uomo che ha scritto La más bella historia de amor certo non si trovava Bene a vivere nell’epoca del “distanziamento sociale”. Ed ha lasciato per la seconda VOLTA – ma forse MAI per sempre- la sua compagna di tutta la Vita, l’altra poetessa, Carmen Yanez, sposata due volte. E stavolta il VIRUS ha commesso un errore. E non si tratta di fare una pietosa classifica delle morti. Semmai raccontare in questo piccolo spazio, chi è stato Sepulveda. Ed allora guardiamo all’Uomo che – nato in Cile, in un Sud America stretto fra Panama e Capo Horn, non poteva NON essere influenzato da questa terra, in cui la natura è immensa, strepitosa, affascinante: chi ama questa natura, preferisce l’Amazzonia alle grandi metropoli, sceglie i grandi ghiacci del “Perito Moreno” alle piazze affollate, i grandi fiumi ai concerti stipati o agli stadi pieni.
Questo luogo magico ha prodotto uomini e donne che hanno avuto nel loro cuore l’amore per la libertà, proprio perché Natura coincide con Libertà: il fascino di questi spazi è simile a quello che gli occidentali provano per il mitico oriente (basta ricordare le tante Madame Butterfly), esaltando la diversità culturale; qui la natura ha prodotto invece aneliti di ammirazione, che grandi e (a volte) poco noti scrittori hanno esaltato prima del grande Luis Sepulveda: il cacciatore di balene Francisco Coloane, cileno come Luis, ha lasciato mitici racconti delle sue esperienze patagoniche (Terra del Fuoco, Capo Horn ecc.) sulle orme degli stessi luoghi amati e studiati da Darwin; i notissimi Gabriel Marquez, Isabelle Allende e cento altri, si scoprono solo amando questi luoghi; basterebbe pensare a Nanni Moretti, nel suo ultimo “Santiago, Italia” che valorizza con ammirazione quel rapporto tra Italia e il Cile del 1973, dopo la uccisione di Salvador Allende, di cui il poco più che ventenne Sepulveda, era guardia del corpo (Grupo de Amigos Personales il GAP); tragico dovere che gli costò arresto e torture, in specie perché non nascondeva l’ammirazione di tutto ciò che rappresentava Allende, tra cui quel mitico “Che”, ucciso quando Luis aveva solo 18 anni, ma che ha sempre tenuto fisso nei suoi pensieri di uomo di origini “mapuche”. L’amore di noi italiani per il paese di Luis, si manifestò quando lui abbracciò il nostro Erri De Luca, tratto in arresto per la sua lotta contro il buco della Tav: c’era Luis a consolare De Luca e a condividerne la lotta!
Per chi ha avuto la fortuna e la ventura di trovare la strada in cui nacque il “Che” (Entre Rios n° 8 a Rosario), immagina accanto a se Luis, ed ecco che l’ammirazione per il “Che” diventa l’ammirazione per “Luis”; bisogna leggere il suo “Patagonia Express” – molto probabilmente il suo miglior libro – per ricordare il suo attaccamento a quella natura libera, da conquistare giorno per giorno; ricordavamo prima Carmen che amò e sposò prima della prigionia di Pinochet e che credette morta, anche lei catturata e torturata dallo sporco regime: Luis scappò ad Amburgo dove conobbe un’altra donna equadoregna – Margarita Seven – che sposò e da cui ebbe 4 figli, donna che festeggiò il suo divorzio da Luis, insieme alla ritrovata Carmen, che sposò per la seconda volta. Un uomo che davvero nella sua vita NON si è fatto davvero mancare mai nulla, non poteva non credere nella LIBERTA’ della donna e nell’amore LIBERO. Ci piace ricordare – in questi giorni di anniversari dove si è riparlato di un altro nostro Maestro, Gianni Rodari – che in carcere Luis si era avvicinato alla lingua e cultura tedesca imparando a studiare ed amare i romantici… fra cui quel NOVALIS che affiancò anche l’opera di Rodari appunto, MAI veramente valorizzato dalle nostre parti. Chiudiamo ricordando – e non può NON fare piacere a noi appassionati di RADIO – che il Maestro Luis iniziò a 17 anni proprio in un emittente dell’Etere a Valparaiso. Finirà il suo Lungo Viaggio nella sua terra che ha sempre amato. La Sua Carmen ha promesso di riportarlo in PATAGONIA, Là dove finisce la terra…
Pubblicato il: 18/04/2020 da Massimiliano Montenz