NEW ORDER: 40 anni fa usciva “Power, Corruption & Lies”
And I’m not the kind that likes to tell you
Just what you want me to
You’re not the kind that needs to tell me
About the birds and the bees
Il 2 maggio 1983 i New Order pubblicavano Power, Corruption & Lies, il loro secondo album in studio.
Il disco, che prende il nome dai graffiti che l’artista Gerhard Richter aveva realizzato con degli spray all’esterno della Kunsthalle durante una mostra nel 1981, è totalmente differente dal precedente lavoro della band, Movement, in quanto vede un uso maggiore di synth e la presenza di sonorità più lontane da quelle dark-wave che avevano contraddistinto i Joy Division.
La copertina dell’album è una riproduzione della tela impressionista del 1890 “A Basket of Roses” dell’artista francese Henri Fantin-Latour, sapientemente scelta da Peter Saville, il creative designer della Factory Records – l’etichetta indipendente di Manchester che all’epoca raccoglieva le band più interessanti della fervente scena della città -, dopo averla vista raffigurata su una cartolina acquistata alla National Gallery.
Era un’idea meravigliosa. I fiori suggerivano come potere, corruzione e menzogne si infiltrano nelle nostre vite. Sono seducenti. (Peter Saville)
- Parallelamente alla critica ai vizi striscianti della società Saville decide di aggiungerne un’altra, molto cara a Factory Records: la mercificazione dell’arte, la produzione standardizzata che viene spacciata per opera fine a se stessa ma che in realtà è destinata alle masse. Più in generale, il capitalismo. Qui Saville si inventa una specie di codice a barre, senza barre e cifre, che si può decifrare grazie a una ruota cromatica messa sul retro della copertina. Una volta risolto, il codice cromatico restituisce la scritta “FACT 75”, cioè la 75esima release di Factory Records. (Rolling Stone Italia)
La migliore canzone del disco resta il vorticoso “Age of Consent”, gioiello synth-pop e classico apripista post-punk che di seguito potete gustare in versione live:
- In primo piano le percussioni ossessive di Stephen Morris, preciso e robotico come una drum machine. La sezione ritmica si esalta grazie all’apporto del basso di Hooky, a costruire il tappeto sonoro su cui si innestano gli intrecci di chitarre e sintetizzatori. (Alfonso Cernelli)
I New Order intervistati da Mike Andrews su Riverside TV nel 1983:
Immagine in evidenza da https://en.wikipedia.org/wiki/Power,_Corruption_%26_Lies#/media/File:New_Order_-_Power,_Corruption_&_Lies.png
Pubblicato il: 02/05/2023 da Skatèna