“Non pervenute”: come la quarantena ha fatto sparire le donne dal dibattito pubblico [Intervista a Oria Gargano, Pres. Coop. Befree]
di Valentino De Luca
“Prima le donne e i bambini !”.
Questo grido risuona nei vecchi film e nei romanzi con disastri navali ad esempio per indicare, alla folla che sta vivendo un pericolo, le categorie che meritano una priorità nel salire sulle scialuppe di salvataggio.
Eppure, dall’inizio della pandemia ed il conseguente lockdown a causa del quale da quasi 3 mesi siamo chiusi a casa, se proprio dovessi indicare due soggetti che sono totalmente spariti dal dibattito pubblico, direi le donne e i minori.
Le prime, complici le scuole chiuse, si sono viste ri-assegnare come fosse insito nell’ordine naturale delle cose il ruolo storico di “angeli del focolare“: domestiche, mamme, mogli, cuoche, badanti (nel caso di parente anziano a casa) mantenendo comunque il proprio lavoro da remoto (lo smart working di cui si sente tanto parlare) perchè 2 stipendi servono.
I secondi invece sono semplicemente spariti.
Nei famosi DPCM si parla di cani e del diritto alle uscite per compiere i propri bisogni e non vi è nessun riferimento ai diritti dei bambini piccoli: diritto alla passeggiata, all’aria aperta, a giocare sotto casa, a 1 ore di sole.
Sono semplicemente stati lasciati alla cura delle proprie famiglie (mamme?) e quindi, di fatto, abbandonati davanti a uno schermo 10 ore al giorno.
Ma che impatto ha avuto la quarantena nella vita delle donne ai margini della nostra società?
Le donne vittime di violenza in ambito domestico, i soggetti più poveri o deboli, le donne straniere oggetto di tratta delle schiave per la prostituzione, le donne migranti senza permesso di soggiorno o semplicemente le donne che hanno portato in questi mesi il peso della casa e della famiglia sulle proprie spalle?
A Decameron -novelle in quarantena ne parliamo con Oria Gargano, presidente della Cooperativa sociale Befree
Pubblicato il: 08/05/2020 da Valentino De Luca