Jeff Buckley: Hallelujah | Nihon Seinenkan | Tokyo, Japan | 1/31/1995
Well I’ve heard there was a secret chord
That David played and it pleased the Lord
But you don’t really care for music, do you?
Well it goes like this
The fourth, the fifth, the minor fall and the major lift
The baffled king composing Hallelujah
Memphis, Tennessee, 29 maggio 1997 – il figlio del grande Tim Buckley, Jeff, scompare durante una nuotata nel Wolf River, un affluente del Mississippi. Il suo corpo viene ritrovato qualche giorno dopo tra i rami di un albero sotto il ponte di Beale Street, su segnalazione di un passeggero del traghetto American Queen.
Beale Street è la strada più famosa di Memphis, quella costellata di numerosi locali di musica dove si esibiscono le più grandi leggende del blues e del rock e dove anche Elvis Presley era solito bighellonare.
Jeff Buckley, in quel momento storico forse l’artista emergente più famoso del mondo, che con la sua voce angelica ha conquistato tutti con un solo disco, Grace, tra l’altro l’unico che ha inciso da vivo, viene riconosciuto grazie ad un piercing all’ombelico e alla maglietta che indossava dal suo tour manager Gene Bowen. Nessuna traccia di alcool o droghe risulta dall’autopsia.
Anche il padre di Jeff, il cantante Tim Buckley, uno dei più grandi della storia del rock, è morto più o meno alla stessa età del figlio, trent’anni, ma di overdose.
Un’eredità maledetta che lascia il mondo della musica sotto shock.
Jeff stava incidendo il suo secondo album, dopo l’esordio fulminante avvenuto tre anni prima con Grace.
Dopo la sua morte uscirono i suoi dischi postumi con pezzi abbozzati in studio e live, molti dei quali solo per sfruttamento commerciale.
Oggi voglio ricordarlo con la sua cover (in versione live) di Hallelujah di Leonard Cohen, brano che riscosse così tanto successo che in molti pensano sia stato scritto da Jeff.
L’immagine in evidenza è uno screenshot del video postato.