Håkon Gebhardt – Still life without Motorpsycho
di Federica
Ci sono musicisti con un valore aggiunto che, pur non facendo più parte della “tua” band, ti rimangono nel cuore. E’ il caso di Håkon Gebhardt, per tutti Geb, che alle sue insindacabili doti di compositore affianca una simpatia e una solarità che ti fanno dimenticare le sue origini vichinghe. Conosciuto dai più come il terzo Motorspycho, dal 1991 al 2004 ha contribuito alla creazione dell’aurea magica che ancora oggi circonda la band di Trondheim componendo, tra gli altri, quelli che a tutt’oggi rimangono gli album più memorabili (Demon Box; Timothy’s Monster; Blissard; Angels and Daemons at Play; Trust Us). Ufficialmente accreditato come batterista, da subito si distingue per le sue doti di polistrumentista (Banjo in primis) e i pezzi a sua firma conquistano per una vena pop surrealista che spesso rimandano ad un’illustrissimo (…S.B)
Nel 2000, ancora con i Mp, dà prova della sua carica espressiva con un album solista “Gebhardt play with himself” pubblicato dalla stessa Stickman Records ma numerose sono le sue collaborazioni con musicisti Norvegesi.
A volte un grande amore non basta a tenere insieme personalità tanto eclettiche, così nel 2004 le strade si dividono e Gebhardt può dedicarsi ai suoi progetti. Decide di mettere in gioco le sue capacità di musicista e soprattutto la sua professionalità per produrre altre band e nel 2006 fonda il Das Boot Studio .
Ora, per molti di noi la Scandinavia, in particolare la Norvegia, è uno di quei luoghi mitici dove voler emigrare : natura incontaminata, storie epiche, welfare, buona musica e.. il fascino del vikingo/a che non guastano. Probabilmente è quello che pensava anche lui dell’Italia (a parte qualche piccolo particolare..), visto che nel 2017 ha venduto casa, caricato tutta la sua strumentazione e si è trasferito a Firenze insieme alla sua Marì (Fiorentina doc) partner nella vita e nel lavoro.
Ma come è andata veramente la storia ve lo racconterà Håkon in persona, Venerdì 5 Giugno durante Elephant Talk, dalle 12 alle 14, solo su Radio Città Aperta
Pubblicato il: 04/06/2020 da Federica Pietrantoni