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Qualche curiosità su “Good Vibrations”, gioiello pop dei Beach Boys

Qualche curiosità su “Good Vibrations”, gioiello pop dei Beach Boys

I’m pickin’ up good vibrations
She’s giving me the excitations (oom bop bop)

 

Brian Wilson nel 1966 doveva fare 24 anni, ma era un tipo già con le idee chiare: si era messo in testa di rivoluzionare il rock! Bisogna riconoscere che ci riuscì alla grande, prima con l’album/capolavoro dei Beach Boys, Pet Sounds, e poi, durante le sessioni di registrazione di quest’ultimo, con un brano, Good Vibrations, che fu pubblicato come singolo indipendente, e soltanto l’anno seguente inserito nell’album Smiley Smile.

Il 10 ottobre 1966 i Beach Boys pubblicavano su 45 giri Good Vibrations (insieme allo strumentale Let’s Go Away for Awhile).

Good Vibrations è stata scritta, prodotta ed arrangiata da quel genio indiscusso di Brian Wilson, con le lyrics partorite da Mike Love, che a tal proposito ha affermato:

C’erano numerose versioni del brano e solo dopo alcuni mesi mio cugino Brian si decise su quale doveva essere quella giusta e mi affidò la cura di scrivere il testo. Ci vollero cinque minuti e l’ispirazione mi venne mentre guidavo con accanto mia moglie Suzanne, incinta, che scriveva il testo sotto mia dettatura”.

Nella sua autobiografia I Just Wasn’t Made for These Times, Wilson ha raccontato come mai ha deciso di intitolare la canzone Good Vibrations: da bambino, sua madre gli diceva che i cani possono percepire le “vibrazioni” degli esseri umani, per cui se un cane abbaia, a volte, è perchè un umano emana cattive vibrazioni.

Good Vibrations fu senza ombra di dubbio “la più costosa e complessa produzione di musica pop di quel periodo“: infatti venne creata impiegando una tecnica di registrazione mai sperimentata in precedenza (si dice ci siano volute circa 90 ore di nastro registrato!). Furono incise numerose sezioni musicali sparse, successivamente unite insieme e ridotte al formato classico della canzone pop da 3 minuti di durata (nella fattispecie, 3 minuti e 35 secondi).

Carol Kaye, la session woman bassista, in una intervista ha ricordato:

Era come se Brian stesse girando un film. Tutto quel tempo per Good Vibrations – ogni session durava tre ore almeno – è tanto, tantissimo tempo per solo una canzone. Era tutto molto insolito. Tutti noi sapevamo, però, che lui stava provando a perfezionare una grande hit. E sapevamo pure che lo stava facendo alla grande”.

Per il PR dei Beach Boys, Derek Taylor, già responsabile del marketing dei Beatles, Good Vibrations rappresentò una sorta di “sinfonia tascabile”. Essa divenne il maggior successo commerciale della band, raggiungendo la vetta delle classifiche sia in Gran Bretagna che negli Stati Uniti.


Fonte immagine in evidenza: https://it.wikipedia.org/wiki/The_Beach_Boys#/media/File:The_Beach_Boys_(1965).png


 

Pubblicato il: 10/10/2020 da Skatèna