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In ricordo di Stefano Cucchi

In ricordo di Stefano Cucchi

Da Cannibali e Re (Cronache Ribelli) 

IL 22 OTTOBRE 2009, A 6 GIORNI DALL’ARRESTO, STEFANO CUCCHI MUORE DOPO UN VIOLENTO PESTAGGIO DA PARTE DEI CARABINIERI

Stefano Cucchi, prima di essere l’immagine straziante di un corpo senza vita pieno di tumefazioni, era il ragazzo nella foto.
Classe 1978, geometra, lavorava a Roma nel quartiere Casilino. La sera del 15 ottobre del 2009 viene arrestato dai carabinieri per possesso di sostanze stupefacenti, nello specifico 20 grammi di hashish e una modica quantità di cocaina. Il ragazzo viene portato a casa dei genitori, dove viene effettuata una perquisizione senza esito: lì i genitori notano che è in buone condizioni fisiche. In seguito Stefano viene condotto in caserma dove trascorrerà la notte, durante la quale viene allertato il 118 per verificare il suo stato di salute. Dai resoconti Cucchi avrebbe rifiutato la visita. Il giorno seguente si tiene l’udienza per la convalida dell’arresto. I carabinieri consegnano il giovane alla polizia penitenziaria, che richiede una visita medica dalla quale emergono lesioni alla regione sacrale e alle gambe. I verbali riferiscono che Stefano non accetta una visita accurata. Il giudice intanto stabilisce la convalida dell’arresto e la detenzione a Regina Coeli. Lì riceve come da prassi la visita del medico del carcere che richiede immediatamente il ricovero all’ospedale Fatebenefratelli. Cucchi rifiuta e viene dimesso con diagnosi di fratture e numerose ecchimosi. Secondo i referti la causa di tutto sarebbe una caduta dalle scale.
Il giorno seguente gli viene imposto il ricovero, questa volta presso il reparto di medicina protetta del Pertini di Roma. L’amministrazione penitenziaria impedisce alla famiglia di fare visita al giovane che morirà alle 6 del mattino del 22 ottobre. Dopo il decesso e l’autopsia, le indagini preliminari dichiarano che la morte è conseguenza delle negligenze dei medici. Ma una perizia di parte civile evidenzia subito il nesso tra le mancate cure e le fratture/ecchimosi all’origine del decesso. Seguirà un lungo iter giudiziario che vedrà più volte, tra Appello e Cassazione, ribaltare i giudizi sulle responsabilità dei medici del Pertini. Nel 2018 con la riapertura delle indagini e un processo bis il carabiniere Francesco Tedesco, uno degli imputati, accusa i colleghi del pestaggio e sostiene di aver informato dell’accaduto alla stazione Appia con una nota. Nota che poi sarebbe stata fatta sparire. Alcuni militari e ufficiali dell’Arma entrano quindi come indagati nell’inchiesta. Nel luglio 2019 gli imputati sono stati rinviati a giudizio per vari reati legati al depistaggio delle indagini sulla morte di Cucchi. Mentre nel processo penale bis i medici sono stati assolti per prescrizione del reato di omicidio colposo, i carabinieri Alessio Di Bernardo e Raffaele D’Alessandro sono stati condannati per omicidio preterintenzionale.
Nel corso di quest’anno diversi appartenenti all’Arma dei Carabinieri sono stati condannati per vari reati tra cui depistaggio, falso ideologico, omessa denuncia, calunnia e favoreggiamento.

Cronache Ribelli


 

Pubblicato il: 22/10/2022 da Skatèna