I 125 anni de La Bohème di Puccini
Più invecchio, più mi convinco che La Bohème è un capolavoro e che adoro Puccini, il quale mi sembra sempre più bello, Igor’ Fëdorovič Stravinskij, Venezia 1956
di Skatèna
La Bohème è un’ opera in quattro quadri di Giacomo Puccini, su libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica, ispirato al romanzo di Henri Murger Scene della vita di Bohème.
Il 1º febbraio 1896 fu rappresentata per la prima volta al Teatro Regio di Torino, con Evan Gorga, Cesira Ferrani, Antonio Pini-Corsi e Michele Mazzara, diretta dal ventinovenne maestro Arturo Toscanini, con buon successo di pubblico, mentre la critica ufficiale, dimostratasi all’ inizio piuttosto ostile, dovette presto allinearsi ai generali consensi.
Ancora oggi La Bohème di Puccini è l’ opera più rappresentata ogni anno a livello mondiale.
- […] la nostalgia moderna appare pienamente riconoscibile verso la fine dell’Ottocento, agli albori della società di massa. È in quel periodo – l’età di Bergson e Proust (con la Recherce alle porte) – che prendono forma le grandi elaborazioni artistiche e filosofiche della memoria, mentre il malinconico senso di perdita si trasforma in uno stile e in una moda. Se prendiamo per buona questa tesi, ne viene che il primo caso significativo di nostalgia “mediale” e di massa in musica (arte nostalgica per eccellenza), lo dobbiamo a Giacomo Puccini. La bohème rientra in effetti nel disegno di un decadente patetismo che contrassegna la fin de siècle e vede affermarsi un codice sentimentale e nostalgico-musicale adatto a una nuova condizione sociale e culturale. Quando Giacomo Debenedetti scrive che Puccini erige “un monumento a tutte le sartine d’Italia” si riferisce proprio all’irruzione di un nuovo soggetto sulla scena del melodramma: la piccola borghesia. Il punto è che la vita, i sentimenti e l’ideologia di quella classe sociale vengono da Puccini non solo rappresentati, ma scoperchiati, denudati e sviscerati con un cinismo e un sadismo impressionanti che culmineranno in Madama Butterfly. Certo La bohème non tocca ancora certe catastrofi. È piuttosto uno sguardo alla giovinezza perduta, alla sua crudeltà, ma anche alla sua allegria e ai suoi sogni. Insomma, un trionfo dell’“effetto nostalgia”. [connessiallopera.it]
Pubblicato il: 02/02/2021 da Skatèna