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ANARCHO-PUNK/PEACE PUNK: “FREEDOM, PEACE & UNITY” – NEUROTIC VIBES/NECROTIC MINDS

ANARCHO-PUNK/PEACE PUNK: “FREEDOM, PEACE & UNITY” – NEUROTIC VIBES/NECROTIC MINDS

Nei precedenti articoli della neonata ma ormai rodata rubrica NEUROTIC VIBES/NECROTIC MINDS, approdata sul sito di Radio Città Aperta solo a metà del mese scorso, abbiamo avuto il piacere di leggere, attraverso l’analisi attenta e scrupolosa e il racconto appassionato che ne ha fatto Alessandro Kola, di tre grandi gruppi musicali appartenenti al circuito dell’Anarcho-Punk, ovvero i Crass, i Rudimentary Peni e gli Amebix.

Con il presente scritto, che non ho esitato a definire MOSTRUOSO ED EMOZIONANTE sia per la mole che per i contenuti, gli aneddoti e la dovizia di particolari, Kola ci accompagna verso la tappa finale, che è anche un po’ la summa di questo viaggio travolgente all’interno di un movimento, noto anche come Peace Punk, che è stato rivoluzionario a vari livelli – da quello musicale e culturale, a quello sociale e politico -, ma lo fa con sollecitudine e premurosa attenzione, quasi prendendoci per mano, con la sapienza, la cura, l’entusiasmo e la consapevolezza propri solo di chi, come lui, ne ha fatto realmente parte, per cui anche chi è profano, non può che esserne solleticato, incuriosito ed irrimediabilmente attratto.

(Skatèna)

 

 

Articolo di Alessandro Kola ↓

(tutte le foto presenti riguardano materiale appartenente al suo archivio personale)

“FREEDOM, PEACE & UNITY”

Zig-Zag :

Dopo aver scritto dei Crass (qui*), riluttanti padri del Peace-Punk, degli enigmatici e misteriosi Rudimentary Peni (qui*) e degli ancestrali Amebix (qui*) – per chi scrive tre delle più influenti bands nella propria vita, ora è il momento di una panoramica generale sull’intero movimento, nato come risposta al Punk della prima ora, ove al nichilismo, al No-Future, e soprattutto alla non autenticità e alla non coerenza di bands che furono quasi da subito fagocitate dal grande circo del Rock’n’Roll, gli Anarcho-Punk risposero con coscienza e consapevolezza, attivismo politico, attenzione per il pianeta, per i diritti animali, cibo “Cruelty-Free, antimilitarismo, rifiuto del nucleare, rifiuto di una società verticistica e gerarchica, maschilista, patriarcale, occupando spazi per suonare e per vivere, dalle comuni agli squat, insomma, per citare uno degli slogan più celebri della scena in quegli anni, “Freedom, Peace and Unity”. Gli “Anarcho-Punk” misero dei contenuti di sostanza nei loro testi e nei loro progetti, invece di urlare soltanto “Anarchy” oppure “Against System” senza dare a queste espressioni nessun seguito pratico, come avevano fatto i loro predecessori. Anche musicalmente si differenziarono molto da questi ultimi, visto che la proposta dei Peace-Punk spaziava in diverse soluzioni musicali, non semplicemente nel ruvido, veloce ed esasperato brano da due minuti: erano infatti presenti gruppi con sonorità melodiche, c’era chi usava strumenti elettronici come i Synth, chi le tastiere, a volte si recitavano poemi e spoken-word per sensibilizzare ancora di più chi andava a vedere i concerti, dove non c’era più divisione tra chi era sul palco e chi sotto, ci si confrontava, si discuteva in modo diretto ed egualitario, non c’era nessuna differenza. L’epicentro di tutto questo fermento era ancora una volta l’Inghilterra, ed ovviamente le città i centri nevralgici, in primis, manco a dirlo, la capitale Londra. Gli anni, dal 1978 alla metà degli anni ’80. Ed è proprio in quel di London che il 18-12-1982 si tenne un “All-Day” event, dopo che venne occupato il club ormai in disuso ZIG-ZAG sito in Westbourne Park.

In realtà, questo importante evento avrebbe dovuto svolgersi nel famigerato Rainbow Theatre, in Finsbury Park, ma i Crass, insieme a diversi squatters che lo avevano occupato, vennero sgomberati il mercoledì di quella settimana. Il gig che si svolse il sabato seguente di quel dicembre del 1982 fu un vero evento, divenuto leggendario. La line-up presentava la “crème de la crème” della scena, dove oltre agli organizzatori CRASS, erano presenti DIRT, CONFLICT, OMEGA TRIBE, AMEBIX, FLUX OF PINK INDIANS, POISON GIRLS, LACK OF KNOWLEDGE, APOSTLES, SLEEPING DOGS, NULL AND THE VOID, FACTION, THE MOB e vari altri.

Tutto si svolse in modo eccelso, la partecipazione fu enorme, l’entrata libera con possibilità di fare offerte per coprire le spese dell’organizzazione, c’erano cibo vegetariano e bevande gratuite per tutti, nessuna rissa, nessun episodio di violenza. Ci furono dichiarazioni, riguardo il sacrificio dei soldati, per la stupida e odiosa guerra delle “Falklands”, che si stava combattendo proprio in quegli anni. Vennero proiettati video e filmati contro il nucleare, il tutto in un’atmosfera avvolgente, benevola, dove si respirò l’energia positiva che la cooperazione, l’uguaglianza, il DIY(Do It Yourself, fallo da solo, l’ABC del movimento punk) possono sprigionare, se alimentati da menti ed esseri ispirati, coerenti e convinti di quello in cui credono.*

  • FLUX OF PINK INDIANS :

Veniamo ora alle bands. Sicuramente uno spessore di primo piano, dopo la triade citata e ampiamente documentata negli articoli precedenti, ce l’hanno i FLUX OF PINK INDIANS. Figli adottivi dei CRASS, inizialmente nati con il nome di THE EPILEPTICS FIT per passare fin quasi da subito ad un più diretto THE EPILEPTICS ed in seguito divenuti semplicemente FLUX, spaziarono tra diversi generi musicali, dal Punk al Noise, passando per il Dub ed il Tribal. Il loro primo singolo “Neu Smell”, uscito per la CRASS RECORDS nel lontano 1981, fu responsabile di aver fatto diventare vegetariani migliaia di Punx. Uscito nell’estate del 1981, arrivò al n.2 della Indie-Charts, superato solamente dal singolo “New Life” degli emergenti DEPECHE MODE, arrivò addirittura a posizionarsi al n.11 della classifica nazionale mainstream.

 

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Il 7″ “NEU SMELL” su
Crass records.

 

 

Dopo questo singolo fondarono la propria label, la SPIDERLEG RECORDS. Presenti e letteralmente stregati da un gig dei CRASS nel lontano 1978, decisero di fondare un gruppo, anche se nessuno di loro sapeva propriamente suonare uno strumento, ma spinti dall’entusiasmo e dalla determinazione, riuscirono nell’intento. Insieme ai CRASS parteciparono a due edizioni dello Stonehenge-Free-Festival, la prima volta con il nome THE EPILEPTICS, anche se in questa occasione, data la mancanza totale di organizzazione nell’evento, alla fine decisero di non suonare, e l’anno successivo come FLUX OF PINK INDIANS. Anche in questa occasione le cose non andarono per il meglio, visto che ci furono varie risse tra Bikers e Punx, che divennero veri e propri Riot, e con la band costretta a lasciare il palco. La storia dei Flux continuò per qualche anno ancora, registrando spesso ai Southern Studios dove i Crass erano di casa. Continuarono anche i problemi durante i loro live, da situazioni con organizzazione pessima, come la sera del 04-10-1982, in quel di Sheffield, dove furono letteralmente ricoperti da catarro, sputi e vari oggetti arrivati sul palco durante il loro set, da parte di un’audience per lo più di giovani kids strafatti di colla, aggressivi e attaccabrighe. Come disse Derek Birkett, il bassista dei Flux, erano soltanto degli idioti. Altre volte, invece, dove parte delle persone accorse ai loro gigs chiedevano plettri e autografi e, immancabilmente, Colin Latter, il singer, si rifiutava e cercava di spiegare la sua filosofia, con risultati il più delle volte negativi. Coloro che chiedevano cimeli e non ricevevano nulla, credevano ancora di più che il motivo fosse perché i componenti del gruppo si sentivano delle vere stars. Dopo queste vicissitudini la band era stanca di far parte di una scena, un movimento, in cui l’energia e gli ideali che avevano contraddistinto i primi anni si stavano esaurendo. Avvennero anche diversi cambi di formazione, con l’entrata di due chitarre, Timothy Luke e Lou, che poco dopo formarono la band DIRT. Ma anche questa line-up non funzionò. Così Colin e Derek proseguirono il loro percorso musicale orientati verso sonorità più “Noise”, e questa direzione fece sì che, nel 1984, uscisse THE FUCKING CUNTS TREAT LIKE PRICKS.

Il disco venne alla ribalta per il suo titolo provocatorio, mentre i brani che ne facevano parte erano composti da vari rumori stratificati, con voci che recitavano invece che cantare. Quindi con l’assenza di brani composti e strutturati, tradizionalmente con riff, chorus, riff, ossia strofa, ritornello, strofa.

 

I pareri tra i membri restanti della band furono discordanti, la teoria di Derek era che con musica del genere, ossia abbastanza inascoltabile, le persone avrebbero fatto più attenzione alle voci e in generale ai testi. Colin afferma di non aver incontrato, ancora oggi, nessuno che gli abbia mai detto di essere stato influenzato da quel disco, mentre tantissime persone citano “NEU SMELL” come fonte di ispirazione.

Passarono altri due di anni, e dopo un altro paio di produzioni per niente essenziali le strade si divisero nel 1986. Derek Birkett fondò la Label ONE LITTLE INDIAN, in cui una giovane Björk, la quale aveva esordito con la sua prima band punk K.U.K.L. (Stregoneria), uscita su CRASS RECORDS, proseguì la sua carriera con un nuovo progetto chiamato THE SUGARCUBES, i quali album uscirono tutti sulla label indipendente del bassista dei FLUX OF PINK INDIANS, Colin Latter diede vita al progetto HOTALACIO, orientato sull’Industrial Metal/Funk, sostanzialmente Crossover.

  • DIRT :

Ho citato i DIRT, visto che due dei loro componenti, per un breve periodo, fecero parte anche dei Flux. Questa band si formò nel 1980 (fu fondata dal chitarrista Gary Buckley) ed il suo nome, che è la parola inglese per “sporco”, ossia come la società mainstream vede il movimento Punk, poco dopo divenne un acronimo che sta per “DIRT – Death-Is-Reality-Today”. Affascinato dalle bands female-fronted”, come POISON GIRLS, PENETRATIONS e X-RAY SPEX, fin dall’inizio Gary fu affiancato da una presenza femminile alla voce. Nei primissimi giorni di vita del gruppo fu una sua amica, Mo, ma ben presto, anche per la differenza di età abissale tra lei e il resto della band, questa lasciò, venendo rimpiazzata alla voce dall’iconica Deno. Con l’arrivo di un’altra ragazza alla chitarra, Louise Bell detta “Lou”, e altri 3 componenti facenti parte della stessa famiglia, nello specifico due fratelli e il loro padre, ma senza che questi né si rivolgevano tra di loro come famigliari né lo dissero agli altri componenti del gruppo per un periodo di tempo piuttosto lungo, finalmente la band fu pronta per esordire live, il 06-06-1980, all’ “Africa Center”, in quel di Covent Garden. Seguirono altri gigs, alcuni di supporto con i            The Sinyx e con The Eratics, ed uno, in cui fecero da opening per la band Skinhead/Oi “The Last Resort”, la quale propose di andare in tour con gli Infa-Riot, ma questo, alla fine, non si concretizzò. Peccato, perché sarebbe stata un’alleanza quanto meno particolare, una band Peace-punk e le altre due Oi/Skinheads. Poco dopo furono contattati dai Crass per un tour insieme di 10 date in U.K., e dopo questa esperienza, la naturale evoluzione fu far uscire un EP per la Crass-Records, il singolo di 4 tracce Object-Refuse-Reject-Abuse.

 

Dopo poco anche nei DIRT si perse l’entusiasmo iniziale, complici le divergenze interne, le produzioni seguenti non ottimali, sia come qualità che di contenuti. Volendo trovare un nesso, con questo sentimento e asincronia che in quel periodo coinvolgeva la band, mi sembra doveroso citare il titolo dell’album uscito nel 1985 ed intitolato “Just An Error”. Insomma, anche in questo caso, il fuoco si spense presto. Tornarono dopo diversi anni, nei primi ’90, con line-up nuova, si era aggiunto infatti Stick, proveniente dai DOOM, e a rimpiazzare Deno, visto che ormai erano anni che con Gary c’erano problemi, avendo loro due, oltre alla band, una relazione d’amore, arrivò ancora una ragazza alla voce, Stacey, dei Mankind?. Riuscirono a suonare ancora qualche anno, facendo uscire 2 Eps molto validi come “Scent Of The Kill”, uscito nel 1992 su Skuld Release, e il successivo split Dirt/Mankind? “Beast or Burden”, uscito per la Tribal War nel 1994. Fecero anche un tour con gli americaniFINAL WARNING, l’anarcho-punk band di NYT, non gli omonimi di Portland. Ci sarebbero dovuti essere anche gli MDC, “Millions Of Dead Cops”, storica Punk/HC band texana ma ricollocata fin quasi da subito in California, ma due di loro vennero respinti all’aeroporto, una volta arrivati in terra inglese. Così DIRT e FW fecero qualche data insieme, fino all’ultimo show dei DIRT, in quel di Cork, Ireland, il 10-06-1995.

  • OMEGA TRIBE

Nella galassia del “Peace-Punk”, ci fu un trio formato nel 1981, originari di Barnet, chiamati inizialmente “DEADLY-GAME”, per poi cambiare nome in OMEGA-TRIBE, i quali, insieme a testi di denuncia sociale, rabbia e delusione verso il sistema, e di contrasto con lo status-quo, univano una melodia unica nel loro genere. Il loro primo live fu sempre nel 1981, l’anno della loro fondazione, e come secondo gig, si ritrovarono a suonare nel prestigioso “100-Club” di Londra, di spalla al famoso gruppo Psychobilly THE METEORS. Questo episodio alquanto particolare avvenne semplicemente perché il batterista degli Omega, Pete Shepherd, era un loro amico. Alla voce e chitarra Hugh Vivian, con il suo timbro melodico molto particolare, la sua abilità a scrivere i testi e il suo amore per la poesia, ben presto per i tre di Barnet, l’altro componente era il bassista Daryl Hardcastle, fu chiaro che la band, fu il volano delle loro vite, in quel momento. Anche loro, come quasi tutte le altre bands di allora nel giro Anarcho-Punk, inviarono un demo ai Crass, che finì nella compilation “Bullshit-Detector, Volume 2”, e poco dopo, i Crass li invitarono a suonare nel grande evento allo Squat “Zig-Zag”. L’incontro con il collettivo anarchico avvenne quando Daryl, che al tempo curava una fanzine dal nome “The Realities Of Society”, chiese se questi avrebbero voluto essere intervistati. Alla risposta affermativa, si fece l’intervista nella casa dei Poison Girls, altra band di cui parlerò in seguito, e quel numero della Fanza uscì con le interviste ad entrambi i gruppi, che in realtà erano veri e proprio collettivi. Così gli Omega cominciarono a frequentare sia i “Crass” che “Poison Girls”, soprattutto Vi-Subversa, cantante dei “PG”, e Penny Rimbaud, dei “Crass”. Usando il basement dei “PoisonGirls” per le prove e lo studio alla “Dial-House”, fu naturale l’uscita dell’Ep di 4 tracce, “Angry-Songs”, per la “Crass-Records”. 

 

  • Anche se non in linea con il master finale della registrazione, visto che Rimbaud contribuì molto in studio, per far uscire il suono più sporco possibile, la band era comunque più che grata di far parte della grande famiglia “crassiana”. Nel mentre si era aggiunto nella formazione un quarto elemento, Pete Fender, colui che risiedeva in pianta stabile presso i famigerati “Southern Studios”. Daryl ricorda lo strano effetto che gli fece vedere il singolo alla posizione N.4 della Indie—Charts e i ben più famosi e storici Damned, dopo di loro, alla quinta posizione. Dopo essere andati in tour con gli amici “CONFLICT”, con i quali condivisero sia il palco che il van per girare il paese, erano pronti per produrre e far uscire quello che è considerato una vera gemma Pop-Punk, intriso di armonie e melodie sopraffini, ma anche di rabbia e urgenza di comunicare quello che non andava in quegli anni, il bellissimo “NO LOVE LOST”. Registrato in uno studio di un amico di Pete Fender, chiamato “Heart And Soul”, dotato di un 24 piste, non solo riuscirono a risparmiare quello che era il loro budget iniziale di 500£, ne spesero solamente 300£, ma, visto che lo studio era letteralmente a due passi dalla casa dove vivevano i Poison Girls, le sessioni furono molto piacevoli e l’atmosfera unica e irripetibile. Forse uno degli ingredienti per l’ottimo risultato finale dell’album, essendo questo, rimasto un classico negli anni dove ogni song evoca una potente reazione, che sia di gioia, tristezza, euforia o addirittura paura.

Anche gli Omega suonarono per ben due anni consecutivi, nel grande raduno del Festival di Stonehenge, precisamentenegli anni 1983 e 1984, davanti a decine e decine di migliaia di persone. Sicuramente l’audience più vasta davanti alla quale suonarono in tutti gli anni di vita della band. Poco dopo fu la volta di tornare nuovamente presso i “Southern Studios”, per la registrazione di un nuovo singolo, “It’s a Hard Life”, anche questo, come il loro unico Full-Lenght, su “Corpus-Christi”, la sussidiaria della “Crass-Records”. Anche se le tematiche restarono le stesse dei loro precedenti lavori, il sound si fece più artificioso, trasudava la poca urgenza e la poca ispirazione di quel periodo, e questo portò la band ad allontanarsi dalla scena, alla quale fino ad allora avevano fatto riferimento. Anche le dinamiche tra i componenti del gruppo cambiarono e questo portò, inevitabilmente, al loro scioglimento. Daryl proseguì nel mondo musicale, mettendo su un’altra band,chiamata semplicemente The Tribe, con sonorità “SKA”,una sezione di ottoni, insomma, molto distante dagli Omega. Pete Sheperd andò a vivere in Spagna, dove nel frattempo si era trasferita anche Vi-Subversa. La band si riformò nel 1995 per festeggiare il 60° compleanno di Vi, suonando all’”Astoria” di Londra, il 2 giugno di quell’anno. Dopo altri anni di iato, finalmente nel 2020 gli ex-ragazzi di Barnet hanno dato alla luce uno stupendo 10”, contenente 6 brani, dal titolo “Out Of My System”, la quale copertina riporta i colori della “Rainbow-Flag”, per solidarietà alla comunità “LGTBQ+”. Sempre inerente alle questioni di Gender, tra le 6 songs è presente il toccante, commovente e bellissimo brano “Dandara Dos Santos”, il nome di un Transgender brutalmente torturato e ucciso in pieno giorno nel centro di Fortaleza, città capitale dello stato Cearà, in Brasile.**

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Il grande ritorno in formato 10″.

 

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Disco “Turquoise Marble” + testi e grafica.

 

 

  • POISON GIRLS :

Un’altra band del circuito “Anarcho-UK”, che ha da sempre affrontato con i suoi testi tematiche femministe, anti-machiste, di militanza antifa e anticapitalista, rimanendo integri nel corso degli anni, sono stati i POISON GIRLS. Con alla voce Vi-Subversa, già madre di due figli e in avanti con l’età, rispetto alla media delle formazioni Punks di allora, questa formazione era attiva già dal 1975, senza ancora il nome con il quale sarebbero stati conosciuti negli anni a seguire. Inizialmente attivi nel circuito Post-Hippy e dell’ “Off-Theatre”, il loro primo lavoro fu proprio per uno spettacolo sperimentale e di improvvisazione teatrale, chiamato “The Body Show”. Fu presentato all’“Edinburgh Fringe Festival” nel 1975, e la recensione del più importante Newspaper scozzese, il “The Scotsman”, lo definì con il seguente titolo:“Worse Than Two Hours Of Toothache”!Celebrando i suoi 40 anni cantando in pubblico, Vi iniziò la sua inarrestabile ascesa nel mondo “DIY”. Tornati a Brighton nel 1976, cominciarono a fare diverse prove come band, e finalmente, il 17 Marzo del 1977, con una line-up solida, esordirono dal vivo con il nome “Poison Girls”, al leggendario “Vault” di Brighton, unico spazio che dava voce ai Punx in quegli anni nella cittadina costiera. Gli anni a seguire videro la loro stretta collaborazione con i “CRASS”, suonando insieme quasi 100 concerti, per la precisione 97, tutti benefit, come il 7” split che realizzarono con i compagni crassiani, “Person Unknown”, il quale vendette più di 20.000 copie nella prima settimana, facendo entrare più di 10.000£ per il “Wapping Autonomy Center”. 

Affrontando, come ho già scritto, spesso tematiche femministe e anti-patriarcali, il loro brano “Bully Boys”, con testo anti-macho, portò la band ad essere attaccata da membri del “National Front”, organizzazione nazi inglese molto attiva in quegli anni.

 

 

Dopo un tour in quella che era ancora la Germania divisa, iniziarono a sentirsi frustati vedendo principalmente, in chi veniva ai loro concerti, soltanto punk maschi bianchi, e, complici anche diverse vedute musicali, la prima formazione si sciolse. Nel 1982, con una nuova line-up, registrarono l’album dal titolo “Where’s The Pleasure”, per la loro label, la “Xntrix Records”. Presero parte, anche loro, al già citato evento allo “Zig-Zag”, e poi partirono per un Tour in Olanda. Nel 1983 presero contatti con il collettivo “Alternative Cabaret”, in cui erano presenti poeti, comici, attori, e questo fece sì che i “Poison” si allontassero dalle sonorità tipicamente Punx della prima ora. Continuarono con Tours in giro per l’Europa, l’America del Nord e il Canada. Esibizioni in vari Festivals, tra cui il maestoso Glanstonbury nel 1985. Sempre nel 1985, Vi festeggiò il suo 50° compleanno presso il “Ritz” di Brighton. Nel 1988 produzioni teatrali come AIDS-THE MUSICAL, presso il “Chats Palace” in East-London, venne recensita anche dal prestigioso “The Guardian”. Ancora Tours fino alla loro ultima data, nel 1989, allo Spider Hall dell’Università di Zagabria, in un paese tesissimo e ancora per poco chiamato Jugoslavia.

 

  • PART 1 :

Nella galassia dell’Anarcho-Punk c’era una band molto simile ai Rudimentary Peny, a livello di estetica, testi, immaginario oscuro e attitudine esoterica in senso lato. Questi erano i Part 1, e difatti la parte posteriore grafica del loro unico Full-Length, “Pictures Of Pain”, fu curata proprio da Nick Blinko, singer deiRudimentary, e uscì su Pusmort, la label di Pushead (qui*).

 

Dopo aver dato vita a diverse bands in età acerba nelle quali Mark Farelly, Bob Leith e Sean Finns si divertivano cercando di essere simili a Sex Pistols e Clash, i loro primi input quando ancora frequentavano la scuola, fu con l’ascolto di “Reality Asylum” dei CRASS che si accese la miccia del creare qualcosa di profondamente personale, sia musicalmente, che di contenuti. Letteralmente ossessionati, subito dopo dai P.I.L. e dal loro “Metal-Box”*** e da bands come UK/DECAY, BAUHAUS e SIOUXSIE AND THE BANSHEES, il loro percorso musicale virò in modo deciso per una sorta di “Goth-Rock/Punk”. Farelly aveva una curiosità morbosa per tutto ciò che era decadente, tetro, horror e sapeva di morte, ma questo molto prima che il termine “Goth” e la scena musicale  ad corrispondente nascessero. Era ancora il 1975. Va da sé che i loro testi, quando si formarono i PART 1, avevano come titoli “Tomb”, “The Graveyard Song”, “Black Mass”, “Possessed”, “Ghost”… Il loro debutto avvenne ad ottobre del 1980, e dopo aver registrato un paio di demo e aver presenziato in altri gigs, dove il più delle volte avvenivano Riots e disordini, nei primi mesi del 1982 condivisero il palco per ben 4 volte con i Rudimentary Peni , vista la morbosa passione che accomunava sia Blinko che Farelly. E furono proprio Nick e Grant, voce/chitarra e basso dei Rudimentary, che, grazie ai proventi del loro 7” “Farce”, uscito su “Crass-Records”, riuscirono ad aiutare finanziariamente i “Part 1”, per il loro Ep di debutto “Funeral Parade”.

 

Fecero altri shows in cui il più delle volte finivano male, sia per risse, sia per organizzazione pessima, sia per la loro attitudine molto diversa rispetto alla così detta scena Punx. Il concerto migliore che ricordano fu con i “SUBHUMANS” (ovviamente quelli inglesi, non i canadesi omonimi), al “Bowes Lyon House”. Mark Farelly ricordando quei tempi dice di non aver particolari rimpianti, né per non aver risposto alla lettera che gli inviò “Jello Biafra” per una possibile uscita sulla sua label “Alternative Tentacles”, né per non aver dato seguito al rapporto che si era creato con “Pushead” e a un possibile tour negli States con i “Septic Death”. L’unica cosa che lo rattrista è il fatto di non aver registrato e fatto uscire altro loro materiale che avevano pronto già ai tempi, tra cui un brano chiamato “Kill The Converts”, della durata di ben 25 minuti, pesante e “Dark” come nessun’altra loro song. Speriamo che prima o poi queste loro perle vedranno luce, anche perché una Reunion c’è già stata qualche anno fa, tra il 2013 e il 2015.

 

  • SUBHUMANS :

Nell’universo Anarcho-Punk o “Peace-Punk”, che dir si voglia, una delle band più in vista, più riconosciute nel mondo e che non ha mai sbagliato né una produzione né un gig, sia quando erano attivi negli anni ’80, sia, con la Reunion, nel 1998, sono i Subhumans. Personalmente li ho visti live al “Köpi”, il famigerato Squat berlinese, nel 2015. C’era un’atmosfera pazzesca, non si riusciva ad entrare per la quantità di gente accorsa, sembrava di essere ad un festival Punk in pieno1983!, altro che 2015Loro, i Sub, fecero un live potentissimo, energico, intenso.

Nati dalle ceneri dei The Mentals, per un breve periodo si chiamarono anche Stupid Human, e finalmente, nel 1980, adottarono il nome con il quale poi hanno proseguito fino ai nostri giorni. Capitanati dal riconoscibilissimo singer, Dick Lucas, il quale negli anni fu conosciuto come Dick Mental, Dick Subhuman e Dick Fish, per via delle sue bands (dopo lo scioglimento dei Sub diede vita ai Citizen Fish, con influenze Ska/Punk). Dopo una manciata di Gigs, uno dei quali insieme a The Mob e Discharge, vennero presi fin da subito sotto l’ala protettiva dei Flux Of Pink Indians, che con la loro label, la “Spiderlegs”, cominciarono a produrre per loro i primi Eps. Come da prassi, una volta immersi nel mondo “DIY”, avviarono la propria label, la “Bluurg”, con la quale fecero uscire tutte le loro produzioni più significative. Divenuti familiari nella scena anche grazie ad una grafica che a tutti gli effetti è considerata il loro logo, un teschio bianco e nero minimale e stilizzato, che urla in un microfono, disegnato da Nick Lant, il loro album d’esordio, “The Day The Country Died”, uscito nel 1982, è uno dei dischi più rappresentativi, ed aggiungo, più belli ed efficaci, dell’intero panorama Anarcho-Punk.

 

Molto attenti anche alle tematiche animaliste, fecero uscire un 7” dal nome “Evolution”, in cui l’artwork presenta un dottore vivisettore che impugna una grande siringa, diversi animali intorno a lui in gabbia e/o con strumenti da laboratorio addosso, ed un muro nello sfondo, su cui sopra si possono leggere varie scritte dell’“A.L.F., Animal-Liberation-Front”.****

 

 

Nonostante la popolarità in crescita costante, nella band continuavano i dissidi interni, e questo portò al loro scioglimento, non prima, però, di registrare e far uscire delle altre piccole perle della loro discografia, il Full-Length “Worlds Apart” del 1985,

 

ed il 12” postumo “29:29 Split Vision”

 

  • CONFLICT :

Una delle band più integre e attive sul fronte delle azioni dirette contro lo sfruttamento animale, e sicuramente i primi, in questo, cronologicamente parlando, sono stati sicuramente i CONFLICT. Tutti i componenti della prima line-up venivano dalle case popolari di South-East-London, e come tutti in quegli anni, furono dapprima sconvolti dal vedere l’arroganza dei Sex Pistols. Chiunque in UK era adolescente in quegli anni, e aveva urgenza di condividere rabbia e frustrazione con i propri coetani, rimase colpito dallo Show televisivo del presentatore Bill Grundy, andato in onda il 1° dicembre del 1976, dove vennero invitati i 4 Pistols con al seguito una manciata di amici/supporters del “Bromley Contingent”, ossia i seguaci della band. Il gruppo, incalzato dalle domande provocatorie del presentatore, non si fece scrupoli e rispose con parolacce e digressioni sconce, fatto mai successo fino ad allora nella televisione nazionale britannica. Una manciata di minuti, forse secondi, prima che il conduttore interrompesse la diretta, ma ormai il danno era fatto. Il giorno dopo tutti i più importanti Tabloids del Paese riportarono la notizia con titoli sensazionalistici. Ed il Punk venne catapultato nel Mainstream. Dopo di che, l’infatuazione vera e propria avvenne con gli immancabiliCRASS. E furono proprio loro a produrli nelle prime uscite. Il primo Ep, “The House That Man Built”, venne registrato l’11 dicembre del 1981, sempre nei rodati “Southern-Studios”. Questo 7” riuscì a vendere 7.800 copie nelle prime 3 settimane dalla sua uscita e rimase, per più di 3 mesi, nelle classifiche indipendenti inglesi.

Al tempo, passavano intere giornate insieme, Paul Friday, nella prima Line-Up dei Conflict, Stig degli Icons Of Filth e Ian Astbury dei Southern-Death-Cult, divenuti in seguito semplicemente The Cult, e Steve Ignorant. Il secondo Ep, sempre uscito per la sussidiaria della “Crass-Records”, la “Corpus-Christi”, si intitolava “To A Nation Of Animal Lovers”, ed insieme a diverse immagini forti di animali torturati, statement animalisti, tra i 3 brani presenti spiccava la traccia di chiusura sul lato b, Meat Still Means Murder, anche questa responsabile di aver fatto cambiare le abitudini alimentari a migliaia di giovani Punx in tutto il mondo, forse anche più di “NeuSmell” dei “Flux”. Fu aggiunta la parola “Still”, perché già nel loro primo album era presente il brano Meat Means Murder, il quale uscì anch’esso su Corpus-Christi”, mentre un altro ep registrato dal vivo durante uno show al “Centro Iberico”, Squat occupato dove suonarono tantissime bands dell’epoca, uscì per la già citata “Xntrix”, la label dei Poison Girls. Dopo queste produzioni, anche i Conflict crearono la propria label, la “MortarHate-Records”, con la quale uscirono tutte le loro produzioni a venire. Mettendosi in primo piano riguardo la lotta animalista, Colin, fondatore e singer, aveva una corrispondenza epistolare molto intensa, sia con chi era militante “A.L.F” e veniva arrestato, sia con chi scriveva alla band semplicemente un “grazie” per avergli fatto aprire gli occhi riguardo le barbarie che si consumano ogni giorno a causa dello sfruttamento dell’uomo sull’animale. I Conflict avevano anche molti amici stretti, sia in galera per azioni dirette, sia attivi nel fare le azioni. Questo ovviamente è stato uno dei motivi per i quali erano abbastanza intransigenti riguardo la causa animalista. Nell’album “Increase The Pressure” (1984 – MortarHate), all’interno era presente una lista con nomi e indirizzi di persone coinvolte nell’uccisone delle foche nelle Isole Orcadi, nell’Arcipelago della Scozia. Questo fece infuriare addirittura i Crass, visto che per loro, in quelle zone, cacciare le foche lo si fa per sopravvivenza e gli abitanti dell’arcipelago non hanno altre opzioni. Anche i Crass come sappiamo erano vegetariani ma molto più tolleranti. Colin non ne voleva sapere, rispose che potevano andare a vivere da altre parti se non c’era alternativa. Un tour di diverse date fu programmato per suonare in varie locations della Gran Bretagna, e 9 volte su 10 ci furono risse, quasi sempre, con i Nazi del National Front. Cominciarono a circolare anche diverse voci riguardo la non affidabilità della band, il fatto che erano violenti, che i loro shows venivano continuamente annullati, ma tutto questo non fermò i ragazzi che venivano dalla zona Sud-Est di Londra più proletaria, e nell’agosto del 1984 volarono negli States, dove la loro prima data fu al rinomato “Olympic Auditorium” di Los Angeles, in occasione del “Nagasaki Festival”, per l’anniversario dei 40 anni, dallo sgancio delle bombe atomiche in Giappone. Dalla registrazione di quello show uscì l’album “Only Stupid Bastard Help EMI”, riferito alla band New Model Army, che avevano rinnegato le loro radici indipendenti e firmato per una Major. Le vendite del disco andarono in benefit al 100% per un centro anarchico, l’”Anarchist Bust Fund”. Anche le altre date americane furono ricche di scontri,ma vedendo migliaia di Kids ai loro shows, i ragazzi inglesi rimasero sorpresi. Infatti in tantissimi conoscevano i testi dello loro songs, quando parlavano con loro, prima o dopo il concerto, e questi erano a conoscenza anche delle azioni animaliste e del resto, insomma, erano ben informati su tutto. Se pensiamo che erano anni in cui non c’era Internet, e la comunicazione avveniva soltanto tramite lettere scritte manualmente e, sì, c’era anche il telefono, ma, dati i costi riguardo una telefonata transatlantica, rimaneva soltanto lo scambio epistolare. Tra altre uscite di Eps e album, tra cui The Ungovernable Force (1986 – MortarHate), che si posizionò al N.2 della Indi-Charts,

 

si arrivò al 1987, organizzando un mega-evento chiamato “Gathering of the 5.000”, alla “Brixton Academy”, in quel di Londra. Con i CONFLICT, quella sera sul palco ci fu anche Steve Ignorant, ed il set del live fu un ibrido tra i brani più rappresentativi delle due bands, Crass e Conflict insieme. Purtroppo, però, anche in questa data i problemi furono diversi, dai soliti Riot, ai problemi organizzativi e di gestione della serata. Con 52 arresti tra i Punx, e diversi feriti tra le forze dell’ordine, il risultato fu un grande indebitamento da parte della band con il Venue, e l’essere bannati dalla maggioranza dei locali di Londra. Tutto questo, insieme ai soliti dissidi interni, cambi di formazione continui, portarono il gruppo a fermarsi per qualche anno.Colin prese confidenza con la nuova scena dei Techno-Free-Party, che proprio in quegli stava nascendo, preferendo di gran lunga i raduni Open-Air, e come ricorda lui stesso, ritrovò quello spirito Punk dei primi anni ’80, quando c’era fermento, energia, fomento e quella magia che contraddistingue la nascita di una contro-cultura. Poi arrivò anche il tempo del ritorno, con nuove produzioni e live un po’ ovunque, persino in Australia. Il loro ultimo Ep, uscito nel 2003 con il titolo “Carlo Giuliani”, è in ricordo del giovane ucciso durante gli scontri per il G8, nel 2001 a Genova.

 Purtroppo ho visto i Conflict dal vivo in una data nella quale la band era priva di energia, praticamente non ho visto nulla di tutto quello che ho scritto fino ad ora. Erano stanchi, demotivati. Anche chi all’apparenza sembra non cedere mai, a volte, invece, crolla. Questo ovviamente non toglie nulla alla loro storia, alla loro militanza, al loro attivismo, alla loro musica. Rimarranno sempre una delle band più importanti dell’intero movimento.

  • CHUMBAWAMBA :

Una delle bands più controverse dell’universo Anarcho-Punk inglese è stata sicuramente quella dei Chumbawamba. Nonostante vivessero in una comune in cui l’autogestione e la visione anarchica della vita e del farlo da soli è sempre stata una loro attitudine, furono sempre poco capiti se non ostacolati dalla loro stessa scena alla quale, almeno nei primi anni, appartenevano. Questo avvenne, in primis, perché da sempre la loro proposta musicale si discostava di molto dal genere musicale di riferimento. Responsabili di diverse azioni, se vogliamo, situazioniste, non risparmiarono nessuno nei loro attacchi, sia il Mainstream che la stessa comunità Punx. Nati per gioco con il nome di “Chimps Eat Banana”, vennero chiamati per un concerto senza che l’organizzatore sapesse che quel nome era solo stato scritto per scherzo e messo in una bacheca dove c’erano annunci di vario genere. Al sentimento rivoluzionario anarchico, hanno da sempre accompagnato l’elemento del divertimento, dello sberleffo e della sovversione, anche, appunto, giocando, e facendo azioni nelle quali sostanzialmente divertendosi, cercavano di sovvertire o semplicemente deridere i loro interlocutori. Debuttarono come Chumbawamba l’8 gennaio del 1982 all’“Hendly Hotel” vicino Colne, nel Lancashire. Da subito il loro approccio fu diverso; fermavano il concerto per proiettare dei video di denuncia, cercavano di parlare con il pubblico spiegando i motivi delle loro canzoni e azioni, insomma, fin dal primo momento era chiaro che non si era di fronte a dei ragazzi che suonavano soltanto del “Rock’n Roll”. Del resto, i componenti della band amavano “Frank Zappa”, e come riferimenti e influenze di quegli anni avevano Adam&The Ants e in particolare l’album“Dirk Wears White Sox”, ancora oggi abbastanza ostico all’ascolto. Nonostante questo, il loro incipit fu comune come le altre bands, ossia vennero inseriti nella compilations “Bullshit Detector Vol.2”, degli onnipresenti Crass. Ma era chiaro che non volevano seguire quello che al tempo era un must per gli Anarcho-Punk, ossia la scia Crassiana. Uno dei sberleffi più riusciti fu la comparsa nella compilation curata dal giornalista musicale Garry Bushell, colui che in quegli anni aveva coniato il termine “OI”. Per l’occasione inventarono un nuovo moniker, “Skin Disease”, presentando il brano “I’m Thick”. Il risultato fu che si ritrovarono insieme a diversi gruppi “Oi/Skinheads” nella compilation “Back On The Streets”, uscitanel 1982 su “Secret-Records”. Continuando la parodia scrissero altri brani “Oi” oriented, e Bushell scrisse loro che avrebbe prodotto il loro album di debutto appena fossero pronti tutti i pezzi. Nelle registrazioni del brano che finì nella compilation si ritrovarono in studio con tutte le altre bands Oi presenti nel disco, tutti Skinheads, che chiedevano a loro di fare anche un singolo, e gli “SkinDisease”, o meglio, i “Chumbawamba”, che si sentivano un po’ a disagio visto che loro erano lì soltanto per prendere in giro questa nuova diramazione del Punk.

 

Nel vero spirito DIY, diedero vita alla propria label, la “Agit-Prop”, con la quale fecero uscire diversi album. Musicalmente lontani dalle sonorità prettamente Punx, non furono ben accolti nella scena. A dare loro visibilità ci pensò il radiofonico e visionario John Peel*****, il quale passò ripetutamente il loro primo album, “Picture Of Starving Children Sell Records: Starvation, Charity And Rock’& Roll – Lies And Tradition”, un chiaro attacco al pomposo “Live Aid” che si era tenuto poco prima dell’uscita del loro esordio con un Full-Length, nella sua trasmissione “John Peel Session” su “BBC-Radio-One”.

 

Nonostante le sonorità particolari e sicuramente non veloci, rabbiose e incazzate, andarono in Tour con gli Heresy, e vennero così influenzati che diedero vita ad un Side-Project, chiamato Antidote, dove erano presenti anche membri della band olandese The Ex, con il quale nome fecero uscire l’Ep “DestroyFascism”, per la label degli Active Minds, la “Looney-Tunes-Records”.

Un altro colpo sferrato sotto mentite spoglie, fu la volta in cui per prendersi gioco del progetto Ferry-Aid, un supergruppo tirato su per un evento di beneficenza, per registrare il singolo Let It be dei Beatles, e sponsorizzato dal tabloid conservatore The Sun, gli anarco-situazionisti divennero Scab-Aid, sponsorizzati da The Scum. Il singolo arrivò nella top-ten della Indie-Charts e fu nominato Single Of The Week dal celebre magazineNME”, New Musical Express, prima che tutti scoprissero chi c’era sotto questa “nuova” band.

 

Mentre minavano dal di dentro le fondamenta della loro stessa scena, continuavano a supportare le giuste cause, facendo benefit, azioni dirette, e contribuendo con loro brani in compilations anarchiche e animaliste, come “A Vile Peace,Mindless Slaughter” e“The Alf Is Watching And There’s No Place To Hide…”.

La lacerazione con il movimento continuava, quando i Chumbawamba decisero di far uscire il 10” “English Rebel Songs – 1381-1914”

 

Si trovavano per la prima volta negli States, era il 1989, e la famigerata Fanzine “Maximum Rock’ N Roll” decise di non intervistarli, perché considerarono il disco non Punk. Per loro era troppo, che una band si dichiarava “Punk” ma cantava canzoni folks a cappella.

Poi ci furono discussioni infinite per la loro prima produzione in CD, nel 1992, in occasione dell’uscita di “Slap!”. Sembra che al tempo, solo Tapes & Vinyls erano considerati Punk.

Poi ci fu la controversia riguardo la copertina di “Anarchy”, l’album del 1994, che raffigurava un bambino che stava nascendo, con solo la testa fuori dalla vagina.

 

Ma tutto questo fu niente, quando, dopo aver preso parte ad una compilation dal titolo Fuck-EMI, si ritrovarono a firmare esattamente con la Major alla quale avevano contribuito al boicottaggio. Questo successe per il singolo Tubthumbing, presente nel Full-Length Tubthumber del 1997. Il singolo in questione vendette più di 5 milioni di copie in tutto il mondo.

 

Ci fu una vera e propria “Shitstorm” nei loro confronti, vennero accusati di aver tradito la causa, di essersi arricchiti, di non essere coerenti, per citare soltanto alcune delle ingiurie più comuni ai tempi. Loro risposero con i fatti, mantenendo prima di tutto il controllo totale su quello che fecero uscire, girando il mondo, suonando ovunque e, soprattutto, usando parte dei soldi ricavati per campagne benefit alle quali loro da sempre hanno dato supporto. All’incontro con i dirigenti EMI, per essere chiari fin da subito, la band portò loro una copia della compilation menzionata prima. Questi, invece di prendersela o rivedere i propri piani al riguardo, diedero subito ai “Chumba” un anticipo di 100.000£! Presenziarono anche, sempre grazie alle vendite stratosferiche di quegli anni, ai Brit-Awards del 1998, dove era presente anche il ministro vice-premier laburista John Prescott, il quale, per le politiche che portarono al grosso licenziamento dei portuali di Liverpool, di cui i Labour erano responsabili, si vide arrivare un secchio pieno di ghiaccio addosso, accompagnato dall’urlo This Is For The Liverpool Dockers. Come hanno dichiarato più volte i Chumawamba, una delle tante possibilità offerte dall’essere entrati nel Mainstream, per poterlo, così, colpire dall’interno. Dopo aver fatto uscire un altro album con la Major “WYSIWYG”, nel 2000, tornarono su etichetta indipendente, sempre loro, chiamata “Mutt-Records”.

 

THE MOB :

 

Se continuerete a leggere arrivando fino alle note di questo articolo, vedrete che c’è la recensione originale in inglese, di Ian Glasper, riguardo l’evento svolto allo ZIG-ZAG con il quale ho cominciato questo articolo. Nella sua testimonianza ad un certo punto riporta le seguenti parole:   “When the Mob came on, the event
became The Event.
Everybody stood up for the Mob, and ‘No Doves Fly Here’
was the moment to treasure the highlight of the day; They
were wonderful.

Perchè i THE MOB, provenienti dal Somerset, sono stata una band incredibile. Diedero alle stampe un solo album, l’immenso, bellissimo, intenso, emozionante, “Let The Tribe Increase”. Uscito nel 1983 sulla label indipendente “All The Madmen Records”.

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Fronte

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Retro

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Un poster come insert.

 

*************************

Siamo giunti alla fine di questo piccolo, seppur intenso, viaggio nel mondo della scena Anarcho-Peace-Punk inglese. Ho descritto soltanto le bands più rappresentative, sia personalmente, sia perché quelle raccontate fino ad ora sono state davvero importanti nel movimento inglese. Ovviamente oltre a quelle che avete letto ora, ci sono le 3 degli articoli precedenti, Crass, Rudimentary Peni e Amebix.

Sono infiniti i gruppi che hanno fatto parte di questa scena. Per ovvie ragioni ho dovuto sia scegliere le bands delle quali raccontare, facendo per altro un riassunto. Una su tutte, è che questa è una rubrica e non un libro.

Voglio comunque riportare qui almeno i nomi delle altre bands, alcune , di quelle che non ho affrontato.

Gli Icons Of Filth, praticamente la famiglia allargata dei Conflict, attivisti e sabotatori anche loro, fecero uscire due EPs e un album brillanti, sia per i testi che per la musica. Gli UK-Decay, con la loro estetica Goth prima che questo termine venisse coniato. I Lack Of Knowledge, Rubella Bullet, Anthrax (non i Thrashers di Nyc), Zounds, gli Antisect, i quali, con un solo album, il bellissimo “In Darkness, There Is No Choice”, scrissero una pagina di storia dell’Anarcho-Punk. E poi The Mob, The Snipers, Thatcher On Acid, The Apostles, The Sinyx, Political Asylum, Andy T., Alternative, gli Oi Polloi, i quali portarono, nello Street-Punk, quindi nella scena “Oi”, la sensibilità e la coscienza del Peace-Punk. I Crucifix, che non erano inglesi, bensì americani, nello specifico della California, ma rientrano a pieno titolo nella scena citata, e non è un caso che il loro unico Full-Length uscì per la Corpus-Christi, come sappiamo, la sussidiaria della Crass-Records.

Questo e tanto, tanto altro è stata la scena Anarcho-Punk.

C’è chi dice che il Punk non abbia mai cambiato nulla, stronzate. Provate a chiedere a chi in quegli anni occupava case sfitte, edifici abbandonati, se dietro non c’era il PUNK. Provate a chiedere a chi con azioni dirette sabotava la caccia, chi entrava nei laboratori dove si praticava la vivisezione, chi riusciva a portare via cani e altri animali da centri di detenzione. Chi andava in strada a combattere contro i Nazi, chi faceva Riot con le guardie, chi viveva in comuni, chi donava cibo Vegan agli Homeless. C’erano sempre Punx o Ex-Punx di mezzo.

Questo movimento ha cambiato la vita a migliaia di persone in tutto il mondo.

PUNX NOT DEAD!!! (Yet).

Un grazie speciale a Ian Glasper e al suo libro “The Day The Country Died”.

 

* Di seguito la recensione in lingua inglese di Winston Smith, presente all’evento: “THIS IS SQUAT WE WANT”

Crass beat the system and play for
free at London’s Zig Zag Club.
WINSTON SMITH was there…

VARIOUS ARTISTS,
Zig Zag Club, London
Christmas 1982

WORD WAS out early last week. Crass (accompanied by
several experienced squatting organisations) were occupying
the Rainbow Theatre at Finsbury Park, and an all-day event
was being planned for Saturday the 18th December. Short, but
sweet . . .
Wednesday morning things had changed; Crass had been
evicted and were searching frantically for an alternative venue.
A hotline was set up and three days later, on the morning itself,
the ansa-phone message was bold, clear and full of optimism:
they were now squatting in the disused Zig-Zag club in
London’s Westbourne Park, and from midday until late it was
round to Crass’s new place, for the party of our lives . . .
‘Squatting this venue is not a last ditch stand to get a gig, the
music business would love us all to be down at the Venue
paying their bar prices: On the contrary, we hope that today’s
gathering will provide inspiration and impetus to people everywhere to
take similar opportunities and open up and take back the property that
belongs to us all …
‘We hope that today we will be able to demonstrate that together we
can begin to reclaim that which is ours . . . Freedom, free food, free
shelter, free information, free music, free ideas . . . Freedom to do
whatever doesn’t infringe on the freedom of others.’
By 2.00pm things were beginning to happen: a large group of people
had already arrived and the free vegetable soup was on the boil and
being distributed to hungry, happy young ragamuffins. Meanwhile down
the Portobello Road, word was spreading like wildfire.
With no admission charge, no age restrictions and no dress regulations
the partygoers arrived in their hundreds; bags of chips, biscuits and all
manner of booze piled up high in their hugging arms and rotting
rucksacks.

AS THE first of many bands came on and the party really
started to swing, police were waiting around outside, no doubt
wondering just what the hell they ought to be doing about it all.
Someone went in and gave them a leaflet, which they did seem
to be genuinely interested in.
‘. . . We have not employed security today, and we believe that
no security will be necessary … It is up to us together to make
it work. Treat others as you would expect to be treated and
leave the place as it was when you arrived. We can only claim
the right to use places if we are prepared to take responsibility
to see that they are well looked after. We are here to be
creative; we can leave destruction to the authorities.
Everywhere the emphasis was on responsibility: posters
cropped up all over the place encouraging the crowd to pick
up litter, refrain from vandalism, and generally be sensible. It
all seemed to impress the police who, putting an end to
rumours of an imminent (unlawful) eviction/break-in, wandered
off back to their station, leaving just a couple of friendly
coppers behind to keep a (very) discreet eye on things.
… As the day turned into night, more bands took to the stage,
some of them terrible and some excellent. People staggered
around sharing food with complete strangers and getting
drunk on free beer . . . When the Mob came on, the event
became The Event.
Everybody stood up for the Mob, and ‘No Doves Fly Here’
was the moment to treasure the highlight of the day; They
were wonderful.
By now the ‘house’ was packed, though not
unomfortably so. A rain of shredded Zig-Zag
club tickets fell from the sky and the Poison
Girls
 were doing whatever it is they do, which

seems to be quite an acquired taste; although
through the jubilant alcoholic haze ‘Persons
Unknown’ just sounded so good, especially
whilst persons unconscious lay slumped in
exhausted heaps around the floor . . .
‘Anarchy In The UK’ exploded from the midsts
of Conflict’s opening tape, and my God,
never before had it sounded so magnificently
right.
The drunken hordes floated to the front and
had a bloody great time, but this killjoy just
couldn’t see the appeal apart from the brilliant
intro to ‘Meat Means Murder’, and even the
subtleties of that soon disappeared beneath
the bewildering Conflict wall of noise.

SO OFF they went while Flux of Pink Indians
walked on and plugged in. An unusually murky

sound tarnished their short set but, even so,
the urgency and dynamic flexibility they’ve
always possessed didn’t go amiss.
And so with the last of a genuinely harrowing
succession of anti-nucleur films already
screened, and with those mighty rows of peace
/love/freedom banners hanging victoriously,
proudly over the stage, it was soon time for
Crass.
A woman’s voice boomed from the speakers
denouncing the sacrifice of young soldiers to
war and then, like the legends they most
definitely are. Crass were bathed in a flash of
dazzling white light while they exploded straight
into a dizzy ‘How Does It Feel…’
For the crowd this was it, this was pure heaven.
Sure, with some notable exceptions, ‘Big A Little A’
being one of them, it was mainly a monotonous
racket but. Christ, Crass were impressive, and so
utterly spellbinding, even when making the most
horrendous of dins. Style, charisma and sheer
impact: believe me. Crass had it all, in bundles.
‘Do They Owe Us A Living’ sent the hordes into a
final frenzied boil, and then it was all over. The
phenomenon had become even more phenomenal,
and the dream, the dream only Crass and their
companions had held any faith in, had come
completely, magnificently true…

NOBODY WAS hurt, no-one suffered, nobody ruled and no-one was governed. For 24 hours Crass had
achieved their much-ridiculed vision of a peaceful, creative Anarchy in the most fantastically triumphant,
clean, efficient way anyone could have ever imagined possible.
This was truly a Christmas on Earth.
It won’t be forgotten.

(SOUNDS JANUARY 1ST 1983 –

 

** https://www.ilpost.it/2017/03/09/uccisione-transgender-dandara-dos-santos-brasile/

*** Metal Box uscì nel 1979, dentro un involucro dove al tempo venivano custodite le piccole cinematografiche, “le pizze”, perché la scatola era perfettamente tonda e richiamava la famosa pietanza italiana. Dentro a questa confezione che era di metallo, motivo del titolo di questo lavoro, tre 12” che giravano a 45RPM e un inserto. Musicalmente molto avanti rispetto ai tempi in cui uscì, questo lavoro seminale presentava diversi generi musicali quali il “DUB”, musica sperimentale, avanguardia, “Post-Punk”. Erano presenti brani della durata di 10 min., uno addirittura di 12 min., intrisi di loop ed effetti che per il tempo erano davvero all’avanguardia, soprattutto per il mondo “Punk”, anche se, a quel punto, si era già decisamente nel“Post”. Stampato dalla Virgin in 60.000 unità, andò subito Sold-Out e la prima ristampa avvenne il 22 febbraio del 1980 con il titolo di “Second Edition”.

**** Gruppo nato in Inghilterra verso la metà degli anni ’70. Senza un capo nè un vertice, si prefigge l’azione diretta con ogni mezzo, il cui scopo è liberare gli animali rinchiusi, torturati e sfruttati dall’uomo. Considerata un’associazione terrorista dai media e dalle istituzioni, molto spesso criticato anche dalle stesse associazioni animaliste ufficiali. Il teorico dell’ALF è stato Barry Horne, che proprio per le sue azioni fu condannato a 18 anni di carcere, e dopo vari scioperi della fame, morì drammaticamente nel penitenziario di Long Lartin, nel Worcestershire, il 5 novembre del 2001.

 

Pubblicato il: 26/04/2021 da Alessandro Cola