Roger Fakhr, una preziosa riscoperta dal catalogo Habibi Funk
Un assaggio dalla puntata di Groovy Times del 15 maggio 2021
L’etichetta tedesca Habibi Funk arriva alla sua sedicesima pubblicazione, nel suo lavoro di riscoperta della musica dal mondo arabo.
Un percorso condiviso con altre label, che scavano negli archivi e nella storia musicale del mondo non occidentale, riportando alla luce artisti e album finiti nel dimenticatoio e dando la possibilità di ascoltare musica altrimenti destinata a rimanere prerogativa dei pochi fortunati appassionati e collezionisti.
“Fine Anyway” del cantante e chitarrista libanese Roger Fakhr è un lavoro che all’epoca della sua uscita nel 1977 fu stampato in appena 200 copie, nascendo nel periodo burrascoso della guerra civile libanese, che costrinse l’autore a lasciare il paese per emigrare prima in Francia e poi negli Stati Uniti.
Un folk rock legato ai modelli di oltre oceano, delicato, intenso ma leggero, che fotografa un clima culturale cosmopolita e effervescente, sconvolto poi dalla furia della guerra civile.
«Se non ti piace continua ad andare, non ha molto senso combattere spettri…», esordisce l’ultimo brano, l’unico cantato non solo in inglese; quindi Fakhr passa all’arabo e ripete «è tutto ingiusto», e cominciano a sentirsi, agghiaccianti, sirene, raffiche di mitragliatrice e proiettili che sibilano.
GROOVY TIMES con Dave One & Cambogia
Ogni sabato dalle 14 alle 16
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