Intervista a Willie Peyote
Willie Peyote
Giovedì 15 luglio 2021, Eleonora Tagliafico ha intervistato Willie Peyote in occasione della data del “Mai Dire Mai – Degradabile tour” che si terrà a Breuil-Cervinia domenica 18 luglio all’interno della rassegna musicale valdostana “Musica Stelle Outdoor” (festival di musica in montagna).
La location del concerto è d’eccezione perché è stato deputato il lago Goillet (a 2515 mt. s.l.m.), nelle cui acque si specchia il Monte Cervino.
La chiacchierata ha toccato altri vari argomenti, dalla ripresa dei live, alla scelta di fare rap come forma musicale per fare denuncia sociale:
il rap con cui sono cresciuto era un genere se non di denuncia, sicuramente provocatorio, e quindi mi ha cresciuto con l’idea che la musica possa e debba essere anche mezzo per dei ragionamenti, per provocare, per stimolare le coscienze e i pensieri altrui, quindi l’idea di fare rap è intrinseca nella voglia di provocare. Dagli Articolo 31, passando per Eminem per poi passare per i gruppi che mi hanno influenzato nel trattare la politica nella musica che possono essere i 99 Posse o i Rage Against The Machine. Il rap può e deve dare fastidio.
Continuando con la descrizione di Torino, città dalla quale Willie Peyote proviene come :
città che ha la fortuna di essere geograficamente collocata in un posto che la pone al di fuori del centro, siamo provinciali per definizione, abbiamo forse quindi più libertà di movimento e di pensiero ed è una città che ha prodotto delle idee, dei gruppi musicali che non sempre rispondevano alla moda e in qualche modo la moda l’hanno influenzata
Non è mancata l’occasione per citare il libro “Dov’è Willie?” il libro che raccoglie il dialogo tra Willie Peyote con Giuseppe Civati.
Siamo tutti sia sopra che sotto il palcoscenico, questa è la fortuna, dipende dai contesti. C’è chi lo fa per lavoro come me, ma è lavoro, non è un appropriarsi di spazi altrui ma semplicemente ricoprire il ruolo che ci viene assegnato e ci sono altri momenti in cui ognuno di noi può essere protagonista della scena, dall’essere l’anima della festa a una cena con gli amici oppure a trovarsi un giorno a dover parlare in pubblico, ma in generale il palcoscenico, per fortuna, non è un luogo così separato dalla realtà
Riguardo al suo nome d’arte, e al riferimento al peyote (ma ci spiega che il riferimento è solo un gioco di parole), recentemente Facebook lo ha inserito in una black list (perché l’algoritmo pensa che la sua pagina tratti vendita di droga); ovviamente non è così e Willie Peyote ci scherza su rispondendo:
ammesso che le idee possano essere annoverate nella categoria delle droghe
Chiudiamo l’intervista, scegliendo di passare “La nostra pelle“, brano frutto della collaborazione con gli Ex-Otago che come nel caso di quella FASK (con cui ha collaborato recentemente al singolo “Cosa ci direbbe“), nasce dall’amicizia:
Queste collaborazioni mi hanno dato la possibilità di confrontarmi con generi apparentemente molto lontani dal mio e sono stato contento di poter dare uno sguardo diverso, insieme a dei gruppi che io ascolto anche se non si direbbe, quindi ci piace collaborare. Sono modi diversi di porsi ma molto simili nel contenuto
Ringraziamo ancora Willie Peyote e vi diamo appuntamento con le date del suo “Mai Dire Mai – Degradabile tour” per tutta l’estate 2021.
SCALETTA:
Willie Peyote – La depressione è un periodo dell’anno
Intervista a Willie Peyote
Ex-Otago, Willie Peyote – La nostra pelle
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