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“Nosferatu – una sinfonia dell’orrore”, intervista a Giampaolo Felici per ORLOK 22

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Giampaolo Felici leader degli Ardecore ha presentato il side project ORLOK 22 in partenza per alcuni live con la sonorizzazione del film Nosferatu il vampiro di F.W. Murnau (1922).

ORLOK 22 è un side project degli Ardecore. La composizione sotto questo pseudonimo è legata all’esecuzione di colonne sonore su film muti. La prima opera del progetto è composta sul film horror espressionista Nosferatu il vampiro di Fredrich Wilhelm Murnau e verrà proposta dal vivo in una serie di concerti tra fine ottobre e inizio novembre.

Il periodo della storia tedesca che va dal 1919 al 1933 è noto come repubblica di Weimar e darà origine a diverse correnti culturali come l’Espressionismo, il Kammerspiel e la Nuova Oggettività. E’ una fase di grande instabilità sociale, di malattie epidemiche, di guerre civili: il tentativo democratico verrà travolto dalla crisi del 1929 e sfocerà nell’ascesa al potere del partito nazional-socialista di Adolf Hitler. Quando nel 1922 Friedrich Wilhelm Murnau gira Nosferatu, assorbe tutta la irrazionalità e la confusione dello Zeitgeist dell’epoca: il ricorso alla magia, all’occulto, alla superstizione, il timore di malattie, le pulsioni di morte di ascendenza romantica. Le differenze con il cinema espressionista puro (“Il Gabinetto del Dr Caligari” di Robert Wiene del 1920) sono evidenti: innanzi tutto la scelta di girare in esterni raccogliendo inquadrature di strade e di elementi architettonici in luoghi diversi (Lubecca, Wismar, Laurenberg, il castello slovacco di Oravsky, il passo di Vratna, la foresta Berlinese di Tegel). Nessuna ricostruzione in studio, nessuna deformazione radicale del profilmico. Murnau adatta Dracula, il celebre romanzo (1897) di Bram Stoker, dirigendo una sinfonia dell’orrore che è prima di tutto un omaggio al Romanticismo tedesco (la poesia elegiaca di Novalis, la pittura di Kaspar David Friedrich) e al naturalismo del cinema scandinavo degli anni ’10 (Mauritz Stiller e Victor Sjostrom). Lo stile visivo, fatto di soluzioni luministiche apprese dalla esperienza con il regista teatrale Max Reinhardt, si caratterizza per un perenne contrasto tra l’ombra del regno infernale del vampiro e la luce del paradiso terrestre in cui si muove la coppia di neo-sposi Hutter e Ellen. Sin dalle prime immagini del film, in questo giardino incantato, si inserisce il perturbante della morte (i fiori strappati) e del desiderio represso (i baci casti di Hutter). (Cit. da Sentieriselvaggi).

 

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