Intervista a Sammarco: il videoclip “Niente di speciale” anticipa il suo nuovo EP
Niente di speciale è l’ultimo videoclip di Marco Sambinello in arte Sammarco, che anticipa il nuovo EP ‘Tutte le cose che di te vorrei bruciare’ dal 14 gennaio negli store.
A tre anni dal disco d’esordio ‘La parte migliore’, il cantautore milanese torna con sei tracce semplici e dirette, che racchiudono tutta l’essenza della sua poetica e dei suoi riferimenti artistici.
Il disco è accompagnato dal videoclip del singolo ‘Niente di speciale’ realizzato da Lea Palazzetti su una spiaggia di Civitanova Marche.
Ho avuto il piacere di intervistare Sammarco: ecco cosa mi ha raccontato.
- Quando nasce Sammarco cantautore?
Sammarco cantautore in quanto cantautore tanto tempo fa, ho iniziato a scrivere che avevo meno di vent’anni. Sammarco in quanto Sammarco invece nasce nel 2019 con l’uscita del mio album d’esordio. A disco completato non avevo ancora un nome d’arte e non mi piaceva l’idea di usare il mio nome d’anagrafe, così un giorno, ho pensato che con una sorta di crasi potevo unire il mio nome Marco e il mio cognome Sambinello. Così è nato Sammarco.
- Con quale tipo di musica sei cresciuto? Nominami i tuoi artisti preferiti di sempre.
Sono cresciuto in una famiglia dove si ascoltava sempre tanta musica. Mio padre la domenica mattina accendeva lo stereo per spegnerlo solo la sera, si ascoltavano mostri sacri come i Rolling Stones, i Led Zeppelin, i Genesis e così via. Poi devo dire che crescendo ho attraversato tutte le fasi del rock arrivando ad apprezzare molto anche l’heavy metal in adolescenza. Infine la svolta è arrivata con l’indie italiano ed internazionale, per motivi di lavoro a diciotto anni circa mi sono trovato a contatto con un mondo musicale che prima d’ora non conoscevo. Sono davvero tanti gli artisti che ammiro e che hanno influenzato la mia crescita musicale. Su tutti direi gli Afterhours, poi Sufjan Stevens e Bon Iver.
- Ho visto il videoclip realizzato da Lea Palazzetti di Niente di speciale, singolo che anticipa il tuo EP ‘Tutte le cose che di te vorrei bruciare’. La scena è molto semplice e fotografica, con una ragazza che siede vicino al mare mentre fa colazione e sorseggia una bevanda… ma la cosa che mi ha colpiata è la presenza, nelle sue vicinanze, della copertina dell’album Carrie & Lowell del 2015 del musicista e cantautore statunitense Sufjan Stevens: come mai questa scelta?
La scelta di mettere nel videoclip il 33 giri di Carrie & Lowell non è casuale. Intanto è un tributo, essendo in assoluto il mio disco preferito, oltre ad avere una splendida copertina poi, è il disco che io e Lea ascoltiamo sempre quando facciamo colazione la mattina. In più devo dire che sono particolarmente legato a questo album di Sufjan Stevens perché ha ispirato tantissimo la produzione artistica del mio primo disco “La parte migliore”.
- A tre anni dal tuo disco d’esordio ‘La parte migliore’, lo scorso 14 gennaio è uscito in tutti gli store il tuo nuovo EP ‘Tutte le cose che di te vorrei bruciare’: sei tracce semplici e dirette, che racchiudono l’essenza della tua poetica e dei tuoi riferimenti artistici. Quanto c’è di autobiografico in questo tuo lavoro?
Moltissimo, ho scritto le canzoni di questo EP tra aprile e maggio del 2020 nella seconda metà del lockdown. Le canzoni nascono dall’esigenza di elaborare il lutto della fine di una relazione ed esorcizzare la solitudine, c’è dentro tutta la consapevolezza di dover eliminare scorie e rancori per poter rialzarsi e ridefinire sé stessi. C’è anche un pizzico di ironia a volte ma si, c’è molto di autobiografico.
- A chi o cosa ti sei ispirato per l’EP?
Più che ad essermi ispirato a qualcosa o qualcuno credo che sia stato più un vero e proprio esercizio catartico. Come dicevo, un affrontare il proprio dolore per potere poi rinascere e ripartire.
- Chi sono i destinatari della tua musica e che messaggio vuoi dare?
I destinatari della mia musica sono tutti coloro che decidono di ascoltarmi, non mi sento di avere un target preciso. Mi piace pensare che quello che scrivo possa in qualche modo essere fatto proprio dalle persone che mi ascoltano e che, ritrovando le proprie esperienze di vita nelle mie canzoni, riescano a trovare un’emozione, qualunque essa sia.
- Cosa ne pensi dei talent show? Vi prenderesti parte?
Penso che siano un mezzo, uno dei tanti per arrivare, una scorciatoia se vogliamo. Ce ne sono di qualità e non. In ogni caso bisogna essere dei fuoriclasse per emergere anche li, fatte veramente poche eccezioni. Non so se ne prenderei parte, penso di non essere troppo adatto, mi sento più un cantautore, mi piace scrivere le canzoni, li bisogna essere anche degli ottimi performer.
- Cosa ne pensi dell’attuale panorama musicale italiano?
Penso che sia molto valido, ci sono tantissimi musicisti ed artisti davvero bravi. Negli ultimi tempi a differenza di qualche anno fa stanno “funzionando” maggiormente generi che non amo particolarmente, ma riconosco che il livello in alcuni casi è davvero altissimo, sia come produzioni che come scrittura. Quello che mi piace meno è la velocità e la bulimia che permea il mondo musicale in generale, soprattutto in Italia.
- Ti ritieni poco social o molto social? Pensi che i social costituiscano un modo utile per pubblicizzare le proprie produzioni?
Direi poco social, o almeno per quello che credo oggi significhi essere social. L’immagine e l’apparire in generale contano sempre di più mentre io, sono abbastanza timido e non amo mettermi in mostra eccessivamente anche se ne riconosco l’importanza. Per quanto riguarda il lato pubblicitario per noi “piccoli” direi che non siano particolarmente utili, si riesce a fatica ad arrivare ai propri amici. Però in generale si, possono essere importanti, sono la finestra sul mondo che viviamo in fondo.
- Prossimi eventi musicali dal vivo in programma?
Ho una data a Cascina Merlata qui a Milano il 21 gennaio, poi vediamo, spero che salti fuori qualche altra data, covid permettendo.
Pubblicato il: 18/01/2022 da Skatèna