Comunità capoverdiana:  50 anni di vita a Roma al centro tranoi…

Roma – La comunità capoverdiana di Roma ha iniziato ieri le Giornate di ringraziamento per il 50º anniversario del Centro Nossa Senhora do Rosário, situato presso le Missionarie del Sacro Cuore (Cabriniane) in Via Sicilia.
Ieri è stata una giornata prettamente culturale, dove l’arcipelago di 9 isole vulcaniche, situate in mezzo all’Atlantico, si è presentato con le sue caratteristiche culturali, frutto dell’incontro dell’Africa e dell’Europa che ha dato origine a questa popolazione meticcia e un popolo con un cuore grande come l’Atlantico che lo avvolge. Conforme al programma è stata celebrata l’Eucaristica, presieduta da P. Antonio Monteiro, delegato dai vescovi di Capo Verde, in memoria di don Sebastiano Plutino (+2001), fondatore del Movimento Tra Noi, e di tutti i volontari – religiosi e laici – che da quattro decadi servono la comunità migrante.
La Giornata di ringraziamento è prevista per la prossima domenica, 22 aprile, e intende celebrare l’abbraccio tra due popoli – Italia e Capo Verde – e la loro interazione positiva fatta di accoglienza e di processi di integrazione, nei cui confronti le seconde e terze generazioni sono oggi sempre più interessate ed coinvolte. Il programma inizierà con l’Eucaristia presieduta da mons. Giovanni D’Ercole, vescovo ausiliare dell’Aquila, ed animata dal coro liturgico che ogni domenica, presso la Chiesa del Redentore canta in portoghese, creolo e italiano. Il successivo momento culturale prevede, oltre la Mostra Fotografica aperta al pubblico fino a domenica, la proiezioni di alcuni video e varie altre attività espressive in ricordo dei 50 anni del Centro. L’iniziativa ha come obiettivo far rivivere le esperienze più significative dei primi tempi della comunità capoverdiana, la sua capacità di integrazione – una delle più antiche di Roma, è oggi sempre più articolata intorno ad un forte e dinamico movimento associativo socioculturale. Secondo le informazioni dell’Ambasciata, rappresentata nell’evento dall’ambasciatore José Barbosa, tenendo conto della grande mobilità caratteristica della comunità, sono circa 11.000 i cittadini capoverdiani residenti in Italia, dei quali 6.000 a Roma.
Agli inizi degli anni Settanta le prime donne capoverdiane giungono a Roma per lavorare presso le famiglie. Il Movimento Tra Noi per la spiritualità dell’accoglienza, che già si occupava di migranti interni per il lavoro domestico, si rende conto delle esigenze delle nuove arrivate dall’estero e nel 1972, dal cuore solidale di don Sebastiano Plutino, orionino, e da un gruppo di laici e laiche collaboratrici, ma soprattutto dall’impegno delle stesse donne capoverdiane, sorge il Centro Tra Noi della Comunità Capoverdiana, presso le suore di Santa Francesca Cabrini che, fin dall’inizio, hanno messo a disposizione, il giovedì e la domenica pomeriggio, i locali.
Per l’animazione spirituale, si sono impegnati sacerdoti e seminaristi di lingua portoghese dell’Opera di don Orione, Frati Cappuccini, Missionari di S. Carlo (Scalabriniani) e sacerdoti capoverdiani in missione o a studio a Roma. All’accostamento individuale, alla promozione umana e sociale, si sono prodigate laiche impegnate dell’Istituto Secolare Maria di Nazareth, del Movimento Tra Noi e della Fraternità Regina dei Cuori.
La celebrazione del 22 aprile vuole essere il giusto e dovuto inno di ringraziamento alle donne lavoratrici capoverdiane, alle loro famiglie e associazioni, e a tutti coloro che, provenienti da diversi mondi e diverse culture, lungo questi anni di forte cambiamento sociale, migratorio ed ecclesiale, si sono fatti compagni di viaggio di questa piccola comunità romana. Un popolo che, nella grandezza d’animo, nella propria cultura e musica, nella fedeltà alla fede e nell’amore alla famiglia, radica uno dei suoi tratti più profondi della propria identità, promissori nella ricerca di metodi ed espressioni di nuova evangelizzazione e impegno per un mondo migliore.