La Russia attacca l’Ucraina, torna la guerra in Europa: complimenti a tutti
Alle prime ore del giorno Vladimir Putin ha annunciato l’avvio di operazioni militari in Donbass. Subito dopo, esplosioni e bombe sulle principali città ucraine, compresa Kiev.
di Alessio Ramaccioni
Tanto tuonò che piovve: la Russia ha infine attaccato l’Ucraina, riportando la guerra sul territorio d’Europa. Non che questo sia un particolare che faccia troppa differenza: la guerra è orribile ovunque si manifesti, e comunque la guerra in Dombass c’era già, da ben otto anni. Però, il fatto che esplosioni e bombe risuonino su città e territori distanti poche migliaia di chilometri dai confini italiani dovrebbe portarci a ragionare bene su quello che sta avvenendo. Cosa sta avvenendo? Che, a forza di fare gli apprendisti stregoni, i leader dei paesi più importanti della terra hanno ridato vita ad un demone che è sempre in agguato, e che stavolta potrebbe essere molto più difficile da gestire.
Diciamolo chiaramente: quanto è facile per noi europei (ma vale anche per chi vive nella parte ricca del pianeta) avere a che fare con le centinaia di guerre che esplodono continuamente in giro per il mondo? “Poveri siriani!”, “poveri afghani!”, “poveri irakeni”, e via dicendo. Adesso ce l’abbiamo a due passi, la guerra, e potrebbe essere un enorme problema che riguarda proprio noi italiani, che siamo pieni di basi militari statunitensi e della Nato sul nostro territorio. Chi ha ragione, chi ha torto? Nessuno. Per chi scrive, Putin con la sua decisione è passato decisamente dalla parte del torto, la stessa parte di chi ha innescato la provocazione di proporre l’ingresso dell’Ucraina nella NATO. Quanti oggi stanno rimpiangendo quel tipaccio di Donald Trump, che di Putin era diventato quasi amico? Questo per far comprendere quanto siano sballati tutti i parametri di questa storia. E dunque iniziamo a ringraziare, utilizzando nomi e cognomi: grazie a “Sleepy Joe” Biden, che per distrarre l’opinione pubblica americana dai problemi interni ha fatto l’unica cosa che gli americani sanno fare. E cioè trovare un nemico, se possibile da asfaltare di bombe. Purtroppo stavolta il cattivo di turno non è il solito paese arabo che, se pur armato fino ai denti, non può competere nemmeno con la potenza di fuoco di una sola portaerei a stelle e strisce. Stavolta è la Russia di Putin, seconda o terza potenza nucleare del pianeta.
Ovviamente ringraziamo anche il presidente russo: al potere da vent’anni, totalmente a digiuno di democrazia, brutale, liberista ed imperialista come gli avversari d’oltreoceano. E pensare che qualcuno, e parlo di “gente di sinistra”, lo ritiene anche un punto di riferimento. Grazie di cuore anche ai leader politici europei, inutili e vacui, capaci solo di dire di si agli Stati Uniti o di essere Europa solo quando si tratta di applicare l’austerity alla Grecia. Bravi, ottimo lavoro! La lista è lunghissima, e passa anche per i nostri, di politici. Li vogliamo vedere, ora, i vari Letta, Salvini, Meloni, Di Maio e compagnia bella avere a che fare con una guerra a 1700 chilometri di distanza circa (tanto è la distanza che separa Trieste da Kiev). Il rischio dell’escalation è enorme, e tutto quello che avverrà da ora in poi è totalmente imprevedibile. Chi si immaginava solo qualche mese fa di ritrovarsi una guerra potenzialmente globale con cui fare i conti, con la pandemia ancora in corso ed una crisi economica aperta da anni? Altro che il “migliore dei mondi possibile”, caro Leibniz: questo se non è il peggiore, poco ci manca.
P.S. Un commento – a margine – è doveroso farlo: alla fine sembra proprio che avesse ragione chi sosteneva che Putin fosse pronto a fare la guerra. In tanti abbiamo preso in giro la “stampa embedded” che, fedele alle veline di Washington, annunciava ogni giorno una guerra che non arrivava mai. Ebbene, oggi pare proprio che fossero loro ad avere ragione.
Pubblicato il: 24/02/2022 da Alessio Ramaccioni