Il centenario di Pier Paolo Pasolini
Il 5 marzo di 100 anni fa nasceva a Bologna Pier Paolo Pasolini, autore sì controverso e “a lungo scandaloso, nell’Italia del suo tempo” (Avvenire), ma non per questo meno geniale e totale.
“Intellettuale polemista, provocatore, nemico di ogni omologazione ideologica, avversario del consumismo, ‘antropologo’ della cultura popolare” (Corriere), esordì come poeta, scrisse romanzi (ricordo ancora il suo Ragazzi di vita presente nella biblioteca di mio padre), scrisse per i giornali, fu regista per il cinema e il teatro, fu finanche pittore!
“Quello che ho in testa come campo visivo…sono gli affreschi di Giotto e Masaccio”.
Per rendergli omaggio vi propongo la visione del suo film capolavoro del 1964 “Il Vangelo secondo Matteo“, che qualche anno fa, durante un’intervista, il regista Martin Scorsese non esitò a etichettare come “il miglior film su Cristo“.
- Così si scopre che è ispirato a Masaccio, il primo piano di San Giuseppe nel Vangelo Secondo Matteo, film ricco di citazioni d’arte. Piero della Francesca in primis: l’immagine della ragazza incinta rimanda alla Madonna del Parto conservata nel borgo di Monterchi, l’altissimo copricapo dei trombettieri alle Storie della Vera Croce, superbo ciclo di affreschi nella Basilica di San Francesco ad Arezzo. (Viaggi Corriere)
L’opera venne girata per una parte in Basilicata, nei favolosi Sassi di Matera (Gerusalemme), ma anche a Barile (Betlemme) e a Lagopesole, dove la scena del Sinedrio è ambientata nel cortile del castello del 1200.
Nel cast vennero reclutati, com’era solito fare Pasolini, attori non professionisti e comparse scelte tra gli abitanti del posto.
Alle riprese parteciparono anche alcuni intellettuali famosi come Natalia Ginzburg, Alfonso Gatto, Enzo Siciliano e il filosofo Giorgio Agamben.
La parte di Cristo venne affidata al giovane sindacalista catalano Enrique Irazoqui, in Italia per cercare appoggi alla lotta contro il regime franchista (venne doppiato dall’eccellente Enrico Maria Salerno).
Con Il Vangelo secondo Matteo Pasolini trattò tematiche di carattere religioso in modo critico ed anticonformista, per cui all’epoca il film fece scalpore riaccendendo le non sopite polemiche sorte a seguito dell’uscita del suo mediometraggio del 1963 La Ricotta, inserito nel film Ro.Go.Pa.G. (il cui titolo è una sigla che identifica i registi Rossellini, Godard, Pasolini e Gregoretti):
La Ricotta fu al centro di una clamorosa vicenda giudiziaria che si concluse con la condanna di Pasolini a 4 mesi di reclusione con la condizionale per “vilipendio alla religione di Stato” e con il sequestro dell’opera (venne poi assolto in appello nel 1964 perché il fatto non costituiva reato).
Ne La Ricotta Pasolini, attraverso Orson Welles, attacca il mondo borghese descrivendo così l’uomo medio italiano:
“Un mostro, un pericoloso delinquente, conformista, razzista, colonialista, schiavista, qualunquista.”
Una definizione ancora straordinariamente attuale.
Fonte immagine in evidenza: https://it.wikipedia.org/wiki/Il_Vangelo_secondo_Matteo#/media/File:Pasolini_-_foto_di_Domenico_Notarangelo.jpg
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- File:Pasolini – foto di Domenico Notarangelo.jpg
- Creato: 17 aprile 2014