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A proposito del Primo Maggio

A proposito del Primo Maggio

Il Primo Maggio, insieme al 25 aprile. rappresenta la festa più importante dell’anno. Rischia però di diventare un contenitore di belle intenzioni, se non si incomincia a trasformare le buone intenzioni in realtà. Perchè nel frattempo il mondo del lavoro è diventato una giungla di precariato e disperazione: una giungla che sta diventando sempre più mortale.

di Alessio Ramaccioni

Fabio Palotti aveva 39 anni, e lavorava per una ditta che effettua interventi di manutenzione presso la sede del Ministero degli Esteri a Roma, alla Farnesina. Era di turno mercoledì 27 aprile, doveva riparare un ascensore all’interno dell’edificio. L’ultimo segnale della sua esistenza in vita è un messaggio su whatsapp, inviato ad un gruppo di amici. Poi, il buio: molte ore dopo, oltre 14, un collega nota la macchina di Fabio nel parcheggio del Ministero , si insospettisce, lo cerca e purtroppo lo trova. Ne trova il cadavere, rannicchiato sul fondo di un vano ascensore. Per recuperarlo è necessario l’intervento dei Vigili del Fuoco. Come è morto Fabio? E’ caduto, ma sembra che le lesioni sul suo corpo non siano compatibili con una “semplice” caduta. Una ricostruzione tra quelle proposte, e abbastanza credibile, sostiene che l’operaio sia caduto, ma non sia morto sul colpo. Ad ucciderlo potrebbe essere stato l’ascensore, che per motivi ancora da chiarire si è avviato stritolandolo. Questa tesi è avvalorata dal fatto che il corpo di Fabio sia stato rinvenuto in una intercapedine, nella quale lui avrebbe voluto ripararsi rannicchiandosi. Ma non ce l’ha fatta. Una morte orribile, come tutte le morti sul lavoro. Lavoratrici e lavoratori schiacciati, travolti, frantumati dalla necessità – di altri – di fare profitto tramite il loro lavoro. Fabio stava intervenendo su quell’ascensore da solo: è uno degli aspetti su cui si stanno concentrando le indagini. Doveva essere da solo? O sarebbe stato necessario intervenire almeno in due, proprio per evitare situazioni del genere? Lo chiarirà l’inchiesta. Nel frattempo Fabio, che aveva una moglie e dei figli, è morto. Come i due lavoratori che, in media, muoiono ogni giorno in Italia dall’inizio del 2022. Con le denunce di infortunio in aumento del 50% rispetto ai primi tre mesi del 2021, come certificato dai dati dell’Inail. I quali raccontano anche che Le comunicazioni di incidenti di qualsiasi gravità arrivate all’istituto tra gennaio e marzo sono state 194.106 contro le 128.671 del primo trimestre del 2021 e le 130.905 di gennaio-marzo 2020 segnato però dal lockdown. Quelli con esito mortale sono stati 189, quattro in più rispetto alle 185 registrate nel primo trimestre del 2021 e 23 in più rispetto alle 166 dello stesso periodo 2020. Numeri spaventosi, che dicono come il cordoglio e gli impegni presi dalle istituzioni siano chiacchiere, e non fatti. Il mondo del lavoro in Italia – e non solo – è caratterizzato da una carenza, spesso assenza, di diritti che genera precariato, povertà, disperazione e morte. Diritti in meno per guadagnare di più, sulla pelle di chi lavora. E’ la realtà, e non va raccontata in maniera diversa da così. Ah, dimenticavo: il 28 aprile, giorno in cui è stato rinvenuto il cadavere di Fabio nel vano ascensori della Farnesina, era la Giornata Mondiale per la Salute e Sicurezza sul Lavoro. Buon Primo Maggio a tutte e tutti.

Pubblicato il: 02/05/2022 da Alessio Ramaccioni