Live report: Seun Kuti & Egypt 80 @Monk, 26-10-22
Il pubblico delle grandi occasioni riempie il Monk per il ritorno nella capitale dell’ultimogenito della dinastia del leggendario Fela Kuti. Tre anni dopo l’ultima esibizione, sempre qui al club di Portonaccio ecco salire sul palco Seun Kuti erede della prestigiosa orchestra Egypt 80 che accompagnava il Black President nelle sue mitiche, torrenziali esibizioni live. Seun non ha solo il diritto ‘dinastico’ per fare ciò, ma si è guadagnato “sul campo” il merito di questa leadership, avendo affiancato il papà in concerto sin dalla tenera età di nove anni.
Dopo che il più anziano dei due trombettisti (a proposito, menzione speciale per la sezione fiati di 4 elementi, davvero efficaci e corposi) ha fatto da maestro di cerimonie per un paio di brani strumentali di Warm-up, preceduto da due coriste inizialmente intabarrate in improbabili e vistosi cappotti di panno ma presto seminude nei loro microcostumi di scena, ecco salire col suo sax il quasi quarantenne Seun, faccia da ragazzino, fisico da fotomodello, in un completo camicia/pantaloni sgargiante ma elegante, con scarpetta a punta pendant! E’ il segnale che scatena un diluvio di funk, afrobeat, riff micidiali di chitarra, con una solida sezione ritmica a sostenere per quasi due ore il live set. Seun arringa la folla, suggerisce al pubblico di lasciare i bimbi con le baby sitter, tanto lui è cresciuto bene lo stesso, col padre sovente assente che impregnava casa con il suo strascico di fumo e profumo di donna a ricordare al piccolo la sua presenza. Si parla di consapevolezza, di ribellione, di Amore e Rivoluzione, come recita il titolo di uno dei più celebri brani del repertorio suonato stasera. Spazio anche per gli assolo dei quattro fiati a cui sovente il fratello dell’Afrobeat (se Fela Kuti è il padre dell’Afrobeat, Seun ne sarà il fratello, giusto?) lascia la ribalta. Il bandleader racconta che una delle due coriste (non a caso la più carina e sensuale) è sua moglie e non perde occasione per stringerla a sé e baciarla tra un pezzo e l’altro. Il finale riserva un dovuto omaggio al grande Padre, con una versione di The Zombie che non ha fatto rimpiangere l’originale. Bentornato, Seun, Roma ti ringrazia e ti aspetta per altri cento live con devota riconoscenza!
Foto e reportage di Fabrizio Forno
Pubblicato il: 28/10/2022 da Fabrizio Forno