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Arkadiy Kots, folk punk militante e antifascista dalla Russia

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L’artista e attivista russo Nikolay Oleynikov, ospite in collegamento, ha parlato della band Arkadiy Kots e di Chto Delat , collettivo di artisti, cineasti, filosofi tra i più rappresentati, e co-pilot di Free home University in Salento.

arkadiykots

In esilio volontario in Italia grazie al supporto di una rete solidale di operator* cultural*, e accademic* Arkadiy Kots è una band folk-punk, combat folk e hardcore formata da attivisti, intellettuali, artisti e filmmakers in prima linea contro Putin e il suo regime totalitario, schierati da sempre all’opposizione e al fianco di sindacalist* lavorator*, ambientalist*,  movimenti lgbtqis2+ e prigionieri politici.

Il gruppo spera, attraverso la propria ricerca e pratica artistica e politica, di organizzare forme di riflessione e azione comune:

“Vorremmo parlare della nostra esperienza di resistenza civile e culturale, della nostra lotta e della nostra condizione, per condividere  le nostre analisi e capire in che modo poter agire politicamente insieme ad altri. Proveniamo da una tradizione rivoluzionaria, antifascista, militante e internazionalista, che si articola anche in relazione alle lotte di altri popoli per la giustizia e la liberta’, e in solidarieta’ con tutti coloro che subiscono forme di oppressione.”

Arkadiy Kots nasce nel 2010 dal poeta, traduttore e attivista Kirill Medvedev (chitarra, voce) e dal sociologo e attivista Oleg Zhuravlev (violino, tastiere, voce). A loro si sono uniti l’artista e attivista Nikolay Oleynikov (armonica, percussioni, voce) e la sound engineer e attivista Anna Petrovic (fisarmonica, tastiere, voce). La band ha cambiato formazione molte volte fino a raggiungere l’attuale organico di dieci elementi  che oggi comprende Maria Bogomolova al canto, Elena Bataeva al violoncello, Dmitry Koltunov alle chitarre, Dovran Flint alla fisarmonica, Ivan Nemykin al basso e Ilya Bit-Garmus alla batteria.

La band prende il nome dal poeta russo di origine ebraica Arkadiy Kots, autore della versione russa dell’Internazionale, primo inno ufficiale dell’Unione Sovietica agli inizi del ventesimo secolo.
Tra il 2011 e il 2012 la versione della band del brano spagnolo “L’Estaca” (in russo “Стены”) è diventata virale durante le proteste contro Putin in Russia. Otto anni dopo la canzone è stata adottata nella città di Schies (Russia Nord occidentale) dove si è formato un movimento simile allo Standing Rock del South Dakota per difendere il territorio.

Arkadiy Kots è attualmente al lavoro su un nuovo disco, che include arrangiamenti di canzoni di resistenza e cori partigiani italiani,come proseguimento del progetto Partizan jam cominciato durante la pandemia con Free Home University.
La band sarà in concerto il 20 novembre da Zazie nel Metrò e il 25 novembre sarà ospite degli Assalti Frontali al centro Ararat di Roma.
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